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SE C’E’ CHI ANCORA VUOLE COSENTINO

Mi auguro davvero che la notizia di Cosentino candidato alle prossime elezioni sia presto smentita. Il Pdl Campania lo dà già per sicuro: “Il Popolo della Libertà campano ne va fiero. Ora sapremo batterci come leoni!”, leggiamo su Twitter. E c’è anche chi già parla di suo inserimento in posizione blindata al Senato, in terza posizione. Se mi chiedo come sia possibile, la risposta è una sola: stiamo pur sempre parlando di un partito che come frontman ha Silvio Berlusconi. Che ci potevamo aspettare? Accuse e processi, scansati, rinviati, prescritti, negati, sono all’ordine del giorno.

E questo infischiandosene della pulizia delle liste. Alla faccia degli italiani onesti, che esigono un Parlamento fatto di persone che li possano rappresentare davvero. In controcorrente rispetto a una mobilitazione nazionale per ridare dignità e credibilità al nostro sistema politico. Il Pdl conferma di essere un partito vecchio, superato, legato a quelle logiche clientelari e corrotte che hanno dilaniato questo Paese. Un partito così non può rappresentare il futuro degli italiani. E gli elettori lo sanno bene.

Non ho dubbi: il governo che uscirà dalle prossime elezioni sarà di centrosinistra. Quel centrosinistra coerente e coeso che ha messo la pulizia delle liste ai primi posti. Che si presenterà alle urne con candidati eccellenti e volti nuovi, giovani e preparati. Che ha aperto le porte della coalizione a tutte quelle forze politiche decise a portare avanti un programma di crescita e rinnovamento. “Centro Democratico – Diritti e Libertà” ha trovato il suo naturale collocamento a fianco di Pd e Sel in questa battaglia. E, sono sicuro, la vinceremo.

CASINI E MONTI, IL GATTO E LA VOLPE

Tag: Casini , cd , elezioni , imu , Monti , Pd , Pdl , scelta civica , udc

Monti riserva sorprese continue, non smette mai di stupire. Ha imparato in fretta a muoversi bene nell’ambiente politico, ora può anche insegnarne i trucchi, anche perché ha un maestro d’eccezione: Casini. Che è la vera mente politica dell’operazione. Infatti possiamo tranquillamente dire che si scrive Monti, ma ogni giorno più chiaramente si legge ‘Casini’. Mario Monti è passato nel giro di pochissimo tempo dal ruolo di tecnico super partes ad esecutore della politica dei due forni di Casini. Solo chi pratica la politica dei due forni può affermare di essere pronto ad accordi post elettorali anche con Berlusconi. Cioè con il demagogo per eccellenza, il principale responsabile politico della crisi in cui è sprofondata l’economia italiana. Bersani e Berlusconi per lui pari sono. Non ci siamo caro Mario, è il tempo delle scelte. Del rilancio e di un governo liberal-progressista che abbia in mente un’Italia diversa. Un’Italia migliore.  C’è da fare, a questo punto, un’amara considerazione, la Lista Monti è nata solo con l’obiettivo di rendere il Paese ingovernabile. Fallirà nel suo intento perché il centrosinistra è forte e propone agli italiani un progetto di governo serio e credibile. 

CENTRO DEMOCRATICO PER CRESCERE E INNOVARE

Centro Democratico è la forza liberal del centrosinistra che, nel rispetto del necessario rigore, punta sui temi dimenticati dal governo dei tecnici: la crescita, l’innovazione, la solidarietà. La coalizione di centrosinistra –Pd, Sel, Cd - esprime diverse sensibilità, ognuna delle quali è una ricchezza per il Paese. Non solo nel centrosinistra non si ‘silenzia’ nessuno, ma, al contrario, si ascoltano le proposte e le richieste dei cittadini, si presta attenzione ai problemi dell’economia reale, delle imprese e dei lavoratori. Solo il centrosinistra può rilanciare l’Italia dal punto di vista economico, sociale e culturale. Questo per quanto ci riguarda. Permettetemi altre brevi considerazioni. Ieri è stata una giornata nera dal punto di vista del rispetto dei principi democratici. Mario Monti ha chiesto a Bersani di silenziare  quelli che ritiene degli estremisti. Si può essere d’accordo o meno con Fassina, ma ritenerlo un estremista è tanto ridicolo quanto sciocco. Beppe Grillo, invece, quel sincero democratico, ha attaccato l’intera terza rete della Rai, auspicandone la chiusura. Perché? Per un servizio del tg3 che non gli era piaciuto. Complimenti mr. Beppe. Gli regalerò un libro di Voltaire, il filosofo che diceva ‘non condivido ciò che dici ma sono pronto a morire perché tu possa dirlo’. E finalmente, sempre, ieri, qualcuno si è accorto che Monti ci ha preso gusto ad andare in tv. Un po’ troppo spesso, come ha sottolineato la commissione di Vigilanza. Meglio tardi che mai.

A VOLTE RITORNANO…

Così ritorna, almeno pare. Dopo la vacanza nel resort di Briatore a Malindi, e la buca data ad Atreju, la festa dei giovani del Pdl organizzata ogni anno dalla Meloni, l’ex presidente del Consiglio, quello che ci ha fatto perdere la faccia nel mondo, ha annunciato che tornerà sulla scena politica attiva. A pensar malesi fa peccato, ma con Berlusconi ci si azzecca: evidentemente ha ancora qualche affaruccio personale da sistemare.

Il suo ritorno è, ovviamente, in pieno stile biscione condito con un pizzico di Re sole: promesse, spot e potere assoluto al premier. “Abrogheremo l’Imu, cambieremo la costituzione, affinché il primo ministro abbia la possibilità di nominare e revocare ministri, perché possa usare il decreto legge immediatamente efficace.

Unica condizione per il suo rientro, la legge elettorale. Se sarà proporzionale io potrò avere certo un ruolo, se sarà qualcos’altro allora potrò decidere quale sarà il ruolo di Silvio”. Come dire, gioco solo se vinco.

Con queste premesse, la mente corre veloce agli ultimi 15 anni di berlusconismo: è il sequel di un film bruttissimo che, se andasse di nuovo in onda, ci porterebbe verso il baratro finale e ad una crisi irreversibile.

Non è più il tempo dei leaderismi, non e' piu' il tempo delle parole, ma dei fatti, delle strategie e del rilancio. La questione Fiat dimostra che la politica deve avere la capacità di presentare un progetto industriale, un piano strategico per rilanciare l'economia produttiva. E’ di questo che c’è bisogno nel futuro del nostro Paese. Non di chi, con immarcescibile faccia tosta, ripropone il vecchio e stantio messaggio del vuoto pneumatico.

BUONGIORNO ALFANO

Tag: alfano , Berlusconi , Monti , Pdl

  Buongiorno Angelino, bentornato tra noi. Il segretario del Pdl ha detto "Mentre
il Pdl ritiene che si possano reperire risorse attraverso le dismissioni e i tagli alle spese inutili, la sinistra invece vuole solo aumentare le tasse. La Camusso propone piu' tasse, Bersani parla di nuovo di patrimoniale, ma noi, se si ha bisogno
di risorse, siamo contrari a recuperarle con piu' tasse per i cittadini”. Bravo Alfano, ma in politica bisogna anche avere l’onestà di ammettere i propri errori e le proprie responsabilità. E quelle di Pdl e Lega sono enormi. Hanno condotto il Paese sull’orlo del baratro, compromettendo la situazione economica sino al punto da richiedere sacrifici enormi per essere contrastata. E senza garanzia di uscirne in tempi brevi. Certo il fenomeno è globale, europeo in particolare, ma aver negato per anni la crisi e non aver predisposto in tempo le misure necessarie è stata una follia economica che ora stanno pagando i cittadini. Alfano e soprattutto Berlusconi non pensino di far ricadere tutto il peso della situazione attuale sul governo Monti (che pure ha prodotto solo manovre recessive di contenimento dei costi senza pensare alla crescita) perché non ci crederebbe nessuno. Gli italiani non sono stolti e vent’ anni di berlusconismo son serviti a creare gli anticorpi necessari per
scongiurare pericolosi ritorni.

TOGLIAMO ALL'ITALIA LA MAGLIA NERA

“Mancata semplificazione normativa,lungaggini burocratiche, bassa qualita' dei servizi pubblici e onerosita' degli adempimenti collocano il nostro Paese in fondo alle classifiche nel confronto internazionale. Sono i dati che emergono dal rapporto sulle determinanti dell'economia sommersa realizzato dall'Ufficio Studi di Confcommercio. Rispetto agli altri Paesi, si legge nel rapporto, "l'Italia registra il piu' basso livello di efficienza del sistema giudiziario ed e' agli ultimi posti per la capacita' di risolvere controversie tra imprese, per la diffusione di pagamenti irregolari e tangenti, per i costi e i tempi di adempimento degli obblighi fiscali".

Altra fotografia dell’Italia. Altro scatto in bianco e nero. Con molto nero direi. Il ventennio berlusconiano è stato una iattura per il nostro paese, perché da un lato lo ha reso immobile, dall’latro ha legittimato e coperto i reati dei colletti bianchi, che hanno causato un grave danno sociale, economico e culturale. Oggi l’Italia è maglia nera, è vero, ma ha anche enormi potenzialità. Ha tante energie, una struttura economica tutto sommato non debolissima e capace di investire nell’innovazione e nella ricerca. Un punto debole è la politica. Meno burocrazia, amministrazione pubblica più veloce, più efficiente, più vicina ai cittadini e lotta senza quartiere alla corruzione sono elementi prioritari per rilanciare l’economia italiana. L’Italia dei Valori ha presentato ha presentato in questi anni numerose proposte di legge su questi due temi fondamentali. A parole anche tutti gli altri partiti erano concordi nel sostenere i temi. Alla prova dei fatti queste proposte di legge giacciono ancora nei meandri delle commissioni, perché quasi tutti hanno le loro cricche da difendere. L’ostracismo del Pdl è cosa nota, ma, visto che si parla di alleanze, quest’ultimo scorcio di legislatura è fondamentale per capire con chi è possibile percorrere un percorso politico comune fondato sui programmi e con chi, al contrario, non è possibile condividere nulla. Noi continueremo a presentare le nostre proposte in Parlamento, certi di essere dalla parte della ragione.

il pdl perde pelo ma non il vizio

Il Pdl è come il lupo: perde il pelo, ma non il vizio. Dopo vent’anni di fregature rimango davvero perplesso di fronte all’ingenuità politica di chi crede ancora nel dialogo con Berlusconi. O con la sua controfigura, Angelino Alfano. Di fronte alla necessità, all’urgenza direi, di cambiare la legge elettorale, Pdl, Udc e Pd si sono incontrati nella massima riservatezza, escludendo le altre forze parlamentari.

Come se la legge elettorale fosse cosa loro e non l’architrave che regge il sistema politico italiani. Uno spettacolo desolante, che carica a pallettoni gli alfieri dell’antipolitica. Giustamente, in questo caso. L’unico risultato sinora, dopo mesi e mesi di trattative serrate, è stato il muro contro muro. Sì, perché la vera priorità non è dare una legge elettorale che garantisca diritto di scelta ai cittadini, che gli permetta di conoscere prima leader, coalizioni e programma. No, la priorità è massimizzare i vantaggi per il proprio partito.

Ciò che contesto non è tanto la segretezza degli incontri, quanto la logica che la sottende: coltivare il proprio orticello. In questo modo non si va lontano. Un milione e duecentomila cittadini ha firmato per il referendum a favore del ritorno al Mattarellum. Sono stati ignorati pur rappresentando forse la parte preponderante dell’ opinione pubblica italiana. La collera degli italiani nei confronti di certa politica non solo si giustifica, ma si alimenta di questa insensibilità che sfiora il solipsismo politico.

DOPO AVERLA GOVERNATA IL PDL VUOLE LA RAI NEL CAOS

Tag: Berlusconi , Monti , Pdl , Rai

Non è vero che il Pdl vuole governare la Rai, anzi, è vero il contrario: la vuole ingovernabile. Su questo assunto poggia il ricatto politico di Berlusconi che da mesi tiene in ostaggio la più importante impresa culturale del Paese.

Berlusconi non vuole governare la Rai anche perché già la governa di fatto. La destra, infatti, per quasi venti anni, grazie a una sapiente politica di occupazione di ogni singolo posto di potere, gestione e controllo, ha governato la radiotelevisione pubblica. Facendo gli interessi della concorrenza.

Ha indebolito economicamente l’azienda, ha parzialmente imbavagliato l’informazione, ha drasticamente abbassato la qualità dei palinsesti, ha ceduto le quote di pubblico più giovani (le più redditizie sul mercato pubblicitario) a Mediaset. Controllando il competitor, gli uomini del Cavaliere hanno favorito il Biscione e, già che c’erano, hanno fatto della radio e della televisione pubblica uno straordinario strumento di propaganda politica.

Ora, dopo aver cercato di bloccare le nomine dei consiglieri d’amministrazione, vorrebbero far saltare quelle di presidente e direttore generale, tenendo Annamaria Tarantola sulla graticola. E cercando un accordo che garantisca ancora a lungo lo status quo.

Oggi sui giornali si legge persino che è previsto un incontro Monti- Berlusconi per fare il punto sulla Rai. Vorrei sapere cosa succederebbe negli Stati Uniti se Obama incontrasse il magnate australiano Murdoch per fare il punto sul sistema radiotelevisivo americano. Immagino una sollevazione dell’ opinione pubblica prima ancora che politica, un’ondata di indignazione tale da costringere Obama alle dimissioni. Ma non potrebbe mai accadere perché un tycoon come Murdoch non potrebbe mai fare il politico mantenendo proprietà e controllo delle sue imprese.

Se davvero ci dovesse essere un incontro Monti- Berlusconi sulla Rai, sarebbe la conferma del fatto che il governo dei tecnici ha preso dimestichezza con certe pratiche della politica italiana di piccolo cabotaggio.

NUOVO CHE AVANZA? VECCHIO AVANZATO

++ BERLUSCONI, IO AL COLLE?FARO' QUELLO CHE MI CHIEDE PDL ++ (ANSA) - ROMA, 25 MAG - ''Faro' quello che mi chiedera' il Pdl''. Lo afferma Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa rispondendo a chi gli chiede se e' possibile una candidatura al Colle. (ANSA).

Ci manca solo questa. Berlusconi al Colle. Così, dopo vent’anni di politica attiva e quindici di governo in cui ha sfasciato il Paese, il Cavaliere non esclude di salire al Quirinale. Una vera svolta per l’Italia, più che il nuovo che avanza il vecchio che è avanzato...La conferenza stampa di Berlusconi ed Alfano è la migliore fotografia di un sistema che sta crollando, che si sta sbriciolando a causa della crisi economica provocata anche da governi inetti (sempre a guida Berlusconi e con Tremonti ministro, che hanno fatto finta di niente per anni), a causa dell’arroganza dei partiti, incapaci di comprendere il cambiamento, a causa di una chiara incapacità di ampi settori della classe dirigente. In quella risposta sulla candidatura al Colle c’è tutta insieme l’ incapacità della politica di cogliere la voglia di rinnovamento dei cittadini.

Il problema ormai non è discutere se Berlusconi possa o non possa fare il presidente della Repubblica, né ricordare scandali, corruzione, minorenni e bunga-bunga. Oggi il punto è un altro: Berlusconi è il vecchio che non si rassegna ad essere tale e pensa di poter continuare ad ingannare i cittadini spargendo illusioni a piene mani.

L’epoca degli imbonitori è finita. Si sta aprendo un nuovo ciclo, ed è dovere di tutti fare in modo che sia migliore del precedente. Terza Repubblica - come amano chiamarla i giornalisti- o meno, è essenziale che sia la repubblica dei migliori. E non è la riforma indicata da Berlusconi la via migliore per garantire la migliore amministrazione dello Stato.

Un fatto positivo, però, c’è anche in questa situazione: il vecchio resiste, ma il nuovo avanza. Avanza nell’opinione pubblica, nella partecipazione dei cittadini, nella voglia di cambiamento, nell’aspirazione dei cittadini ad avere istituzioni migliori e più vicine a loro. Questo è il nuovo e questo dobbiamo dare all’Italia.

PARTITOCRAZIA? NO, ABBIAMO GIA’ DATO…

La legge elettorale è l’architrave di un sistema democratico. Molti la considerano una questione squisitamente politica, che riguarda solo i partiti, invece è lo strumento più prezioso nelle mani dei cittadini. Con la legge elettorale non solo si scelgono governo e parlamento, ma si determina il sistema politico, la durata dei governi, la trasparenza delle camere, la qualità della classe dirigente nazionale, il rapporto col territorio e la  rappresentanza sociale. Tutti fattori indispensabili per il buongoverno.

In questo periodo la riforma della legge elettorale è tornata, giustamente, una priorità per la politica. Consultazioni, incontri più o meno formali, contatti, missioni degli sherpa, ambasciatori e delegazioni al lavoro.

Sono gironi di trattative frenetiche, più o meno alla luce del sole. Circolano diverse ipotesi, la più accreditata è un sistema misto, proporzionale e con collegi uninominali, con due soglie di sbarramento, la prima al 2% per entrare in parlamento e la seconda all’8% per dividersi un consistente numero di seggi. E diritto di tribuna per i ‘piccoli’.

Non so se sarà il modello definitivo, ma su una cosa voglio essere chiaro: siamo contrari al ritorno ad un proporzionale che non consente all’elettore di conoscere prima il candidato premier, la coalizione ed il programma di governo. Un sistema di questo tipo rischia di far tornare le sconcezze della Prima Repubblica ed i suoi governi balneari.

Se così fosse, si tradirebbe la volontà del milione e mezzo di cittadini che hanno firmato il referendum e che non ha alcuna intenzione di abbandonare il bipolarismo, che significa far tornare il paese indietro di vent’anni.

Ci batteremo in Parlamento contro qualsiasi ipotesi di legge elettorale che aumenta il potere partitocratico e che diminuisce il potere ed il controllo dei cittadini. Lo dobbiamo alle migliaia e migliaia di volontari che si sono impegnati per raccogliere le firme e al milione e mezzo di cittadini che ha firmato i referendum.