DALLE PAROLE AI FATTI: ECCO LA MOZIONE

Avevo promesso risposte sul tema del dibattito interno al partito ed ecco qui la mia prima risposta insieme ad una prima proposta. Ve ne saranno altre, nelle prossime settimane.
Partiamo dalla risposta alla prima delle 5 domande poste dagli amici che si sono riuniti a Bologna. Una risposta schietta, diretta, senza peli sulla lingua, non fatta per compiacere qualcuno ma per avere un confronto serio.
Analisi delle cause del disagio degli iscritti. A mio avviso le cause vere e serie del disagio sono due. Una causa  è legata al grande numero di arrivi di personale politico da altri partiti, che vi è stata negli ultimi due anni. Sia chiaro, il nostro partito, in molte realtà, aveva un bisogno disperato di innestare classe dirigente sul territorio, perché in molte aree del paese la nostra era rimasta, pur a distanza di anni, una presenza territoriale poco più che virtuale. La scelta di aprire il partito era inevitabile ed indispensabile per consolidare la contemporanea crescita di consenso. Poi, come sempre accade, pur in un  contesto che ritengo complessivamente molto positivo, qualche volta non si è scelto bene o non si è gestito al meglio l’inserimento, creando amarezze, tensioni, conflitti. Anche questi, talora causati dalla supponenza dei nuovi arrivati, talora dalle esasperate chiusure di chi pensava di controllare una provincia o una regione con una manciata di iscritti e di vivere di rendita del consenso nazionale del partito. Una cosa è certa: non esiste una divisione manichea tra “personale politico” per definizione “cattivo” e società civile per definizione “buona”. In questi anni abbiamo trovato grande passione e grandi qualità piuttosto che grande opportunismo e grandi meschinità in modo perfettamente identico sia tra gli uni che tra gli altri. L’altra causa seria del disagio, soprattutto tra i giovani, è che molto spesso chi arriva pieno di passione e di buona volontà si trova davanti un partito chiuso da un muro, per niente accogliente, per niente ospitale. Dove chi arriva viene guardato con sospetto, quasi venisse a disturbare. Anche questo atteggiamento, laddove esiste, non conosce distinzioni. Lo praticano in perfetta “par condicio” alcuni nostri dirigenti territoriali sia vecchi che nuovi, sia “provenienti dalla società civile” che dalla ”prima repubblica”.
Tutto quanto ho fin qui detto riguarda, in larga parte, anche chi oggi esprime dissenso nel partito. C’è di tutto, giovani che si sono sentiti respinti dal partito. Alcuni vecchi iscritti che si sono sentiti ingiustamente scavalcati o messi in disparte. Talora avendo ragione talora no. C’è anche chi nel partito non ci sta più, a volte anche da tempo, o chi è deluso soltanto per il mancato raggiungimento di obiettivi personali. Insomma ci sono ragioni, mezze ragioni e torti pieni.
Per questo credo che quello che conta, e che posso cercare di fare in prima persona, sia di individuare alcuni strumenti generali per migliorare sempre più il nostro partito.
Ed ecco la mia prima proposta. Dovevamo irrobustirci e lo abbiamo fatto, ma oggi deve finire la fase in cui questo partito corre anche solo il rischio di essere usato come un autobus sul quale salire, prendere quello che c’è da prendere, e poi scendere alla prima fermata. Deve anche finire la fase in cui basta avere un pacchetto di tessere, vecchio stile, per cercare di scalare il partito, con persone che vengono il giorno del congresso e poi non si fanno più vedere, magari reclutate per telefono.
Per questo vi comunico che, al prossimo congresso nazionale, presenterò la mozione che potete scaricare qui in allegato che ha lo scopo di trasformare il partito da partito dei tesserati in partito dei militanti. Fatemi sapere cosa ne pensate. Per parte mia, se la condividerete, ho intenzione di fare il possibile per ottenere l’approvazione di questa mozione.

Ecco il testo della Mozione:

1) Le adesioni al partito Italia dei Valori possono avvenire a titolo di “iscritto” oppure di “attivista”.

a) Iscritto è colui che intende aderire al partito per condividerne finalità, idealità e per sostenerne l’iniziativa. L’iscritto ha la facoltà di partecipare a tutte le iniziative del partito e a tutte le attività promosse dallo stesso senza aver tuttavia alcun obbligo in tal senso.

La qualifica di iscritto si acquista presentando richiesta nelle modalità previste dal presente statuto e versando, annualmente, la quota associativa.

L’iscritto può essere candidato a pubbliche elezioni di qualsiasi livello, nel rispetto dei tempi e alle condizioni stabiliti al punto 3). L’iscritto non ha invece diritto di elettorato, né attivo né passivo, ai congressi del partito.

b) Attivista è l’iscritto che sceglie di partecipare attivamente alla vita politica e organizzativa del partito. Ha tutte le facoltà riconosciute all’iscritto. L’attivista, inoltre, ha diritto di elettorato attivo e passivo nelle assise congressuali

2) La qualifica di attivista si ottiene presentando specifica richiesta all’atto dell’iscrizione o in uno dei successivi rinnovi annuali. A seguito della richiesta, l’iscritto dovrà partecipare per un anno, in modo sufficientemente continuativo, alla vita politica ed organizzativa del partito. Al termine dell’anno il Coordinamento provinciale, nel quale risulti effettuata l’iscrizione, deciderà sull’ammissione della stessa. Il mantenimento della qualità di attivista per i successivi anni di rinnovo dell’iscrizione è subordinato al permanere della condizione di partecipazione alle attività politico organizzative del partito con sufficiente continuatività.

3) L’iscritto può essere  candidato a qualsiasi carica elettiva solo  una volta trascorsi dodici mesi dalla data della prima iscrizione. Gli stessi termini valgono anche per i rispettivi ruoli di governo. Tale termine minimo può essere derogato soltanto in caso di riconosciuta particolare meritevolezza, secondo decisione  di competenza esclusiva dell’Ufficio di Presidenza ed avente carattere di eccezionalità. Per le elezioni circoscrizionali, comunali e provinciali, il requisito dell’avvenuta iscrizione da almeno dodici mesi, si applica a partire dal momento in cui, in quella realtà territoriale, il numero degli iscritti nella circoscrizione, nel comune o nella provincia è almeno 5 volte superiore al numero massimo di candidati da inserire in lista per l’elezione del rispettivo consiglio. (puoi scaricare la  versione pdf della mozione negli allegati)

 

Fatemi sapere cosa ne pensate. Per parte mia, se la condividerete, ho intenzione di fare il possibile per ottenere l’approvazione di questa mozione

 

 

 

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Commenti

Concordo pienamente con la mozione che vorrà presentare al prossimo congresso nazionale però con due modifiche:-non lasciare potere ai coordinatori provinciali per la distinzione tra iscritto e attivistà ma ad una COMMISSIONE.-affrontare all'interno della mozione anche il tema della "POLITICA NON COME LAVORO" quindi incandidabilità doppio il secondo mandato, tema che il partito porta avanti a chiacchiere ma non nei fatti.Grazie per il suo impegno per il Partito.Auguro a tutti un Buon Natale e un Felice 2011!!!!
Caro Massimo,sono un iscritto di Livorno e trovo questa mozione favolosa: per molti aspetti mi ritrovo nella stessa analisi anche nella mia provincia. In un momento di passaggio importante come questo per il partito, trovo stimolante e sinceramente di profonda ispirazione il testo della mozione da te impostato. Mi permetto di darti del tu non per mancanza di rispetto, ma per la grande familiarità con cui ormai vedo la tua immagine (ovviamente per te non è la stessa cosa).Spero ti faccia piacere sapere che userò il prezioso spunto da te dato per la mozione a Livorno, con profonda stimaMarco
Approvo e sosterrò la mozione al congresso. farei una modifica, invece di dare la discrezionalità al coordinatore provinciale, elegerei una commissione apposita e comunque chi non ha più del 30% di presenze alle varie riunioni, congressi, manifestazioni ecc ecc non deve avere il diritto di voto ai congressi.
La sua mozione Sig. Donadi non fa una grinza.Il problema si presenta ora , siamo ormai prossimi alle elezioni, amministrative e regionali e dopo un lungo lavoro per reclutare simpatizzanti e qualche tessera, prima a Vigevano ed ora a Voghera (io ho seguito entrambi), è arrivato l'on Rota e l'on Piffari per decidere che chi deve rappresentare l'IDV non siamo noi ma altri signori che non hanno mai lavorato e comunque non rispettano gli ideali del partito, ma hanno presentato fittizi tesserati (oserei dire anche fasulli) per dimostrare non so cosa, prevaricando di fatto il responsabile provinciale. Tutto questo non mi pare certo dimostrazione di democrazia ma solo di interessi forse personali, a me sconosciuti, ma evidenti. Il tutto ha portato allo scioglimento del gruppo formato da persone di certo oneste e motivate per lasciare di conseguenza spazio ad altri di non certa serietà ma di sicuro interesse personale e solo personale ne sono certo. Anche in seguito all'intervento personale dell'on Di Pietro che ha apprezzato gli iscritti fittizzi senza chiedere spiegazioni e dando direttive, ai su menzionati onorevoli, per altro poi non rispettate. Ho notato molta, tanta ipocrisia e poca serietà nella gestione del problema su citato, osservando una deriva dell'IDV che assomiglia sempre più ad un partito come tutti gli altri che alla fine non risolverà i broblemi di noi cittadini ma solo quelli dei sig. onorevoli.saluti roberto
 Ciò che ha scritto Roberto purtroppo è cosa nota. Ha descrritto una situazione che di fatto è così. Mio malgrado devo concludere che la questione morale c'è e anche bella grossa, sia a livello  territoriale che parlamentare
Caro on. Donadi, vorrei esprimere la mia perplessita' sulla sua mozione, perche' a livello locale le tessere le controllano i signorotti che nella maggior parte dei casi sono quelli che vogliamo sostituire. Per quanto mi riguarda direi di obbligare le primarie anche per i coordinatori comunali, provinciali e regionali, ma senza vincolarsi alle tessere, piuttosto mi vincolerei ad una effettiva partecipazione alle attivita', quella si'...Grazie.
Caro Onorevole, le scrivo sia come iscritto all'IDV  sia come membro della base ( e lo dico con orgoglio!!!!) per esprimerle il mio più sentito ringraziamento per aver affrontato questo spinoso problema con coraggio e decisione. Per chi, come il sottoscritto,che ha aderito con entusiamo e senza  fare "calcoli" non vorrebe veder vanificato il proprio entusiamo con il rischio di una rappresentanza di "new entry" il cui unico scopo è quello di sistemarsi anche a discapito del partito..Poniamo fina all'assalto al nostro partito e creiamo uno zoccolo duro perchè solo così potremo crescere sani e tranquilli.  
La mozione è condivisibile ma vorrei portare il mio modesto contributo alla discussione visto che anch'io il partito l'ho visto nascere, cresere e da ultimo vulcanizzare.    a) credo che i livelli elettivi vadano tenuti separati con regole generali ma con poche eccezzioni:     1 - le elezioni politiche nazionali ed europee devono tenere conto delle rappresentanze territoriali (i candidati per quanto possibile devono essere espressione del territorio). Sentiti i coordinamenti regionali possono essre inseriti nelle liste elettorali personalità della società civile che condividono la carta dei valori del partito e del codice etico(soprattutto in un sistema elettorale come l'attuale "nominati dal capo")     2 - nelle elezioni Regionali, Provinciali  i candidati devono essere iscritti al partito almeno da un anno, mentre per candidati che non hanno acquisito tale diritto devono tesserarsi 10 giorni prima della presentazione delle liste all'ufficio elettorale( prima della presentazione delle liste) sentiti i rispettivi livelli locali;     3 -   nelle elezioni Comunali i candidati devono essere iscritti al partito almeno da un anno, mentre per candidati che non hanno acquisito tale diritto devono tesserarsi 10 giorni prima della presentazione delle liste all'ufficio elettorale( prima della presentazione delle liste) sentiti i rispettivi livelli locali, per dette elezioni non possono essere candidati nella stessa lista parentele dirette.   Su quest'ultimo punto sono molto drastico e ne farò una battaglia anche al congresso, non condivido che alcuni personaggi come è successo a trento alle recenti elezoni Comunali si sia fatta la sua lista candidando oltre a se stessa anche il figlio e la consuocera ecc..  Certo non è semplice allestire le liste elettorali nei comuni sotto i 20mila abitanti ma meglio una lista scarna che essere criticati perchè si fanno liste di parentati, a quel punto meglio mettere dei nostri iscritti nelle liste civiche.  Un ulteriore argomento su cui On. Donadi gradirei un suo intervento anche con una mozione congressuale(io ci sto lavorando) riguarda i commissariamenti e gli innumerevoli incariche che alcuni parlamentari hanno all'interno del partito. Lei come sa il trentino è in sofferenza proprio per questo motivo abbiamo un commissario sulla carta che non c'è e se c'è fa danni. Io sono dell'avviso che i commissariamenti vadano fatti per cose gravissime e non per litigi per occupare una poltroncina.A prestoSalvatore Smeraglia
Concordo e sosterrò la mozione
I punti 1)  e 2) sono condivisibili quando c'è un coordinamento provinciale attivo e attento alla crescita del partito, piuttosto che al soggetto di turno. L'Italia dei Valori si adopera per eliminare le province ma poi si mantengono strutture provinciali che spesso sono funzionali a qualche vecchio partitocrate in cerca di poltrone. Dovrebbero essere le strutture comunali a decidere chi sono gli attivisti perchè è in quelle realtà si sviluppa l'azione politica territoriale. Sono le dirigenze locali che spesso avvertono la necessità della presenza di attivisti che lavorano per il partito e si confrontano quotidianamente con i problemi territoriali.C'è un'altra questione che nessuno riesce a rimuovere: I circoliLo Statuto prevede la costituzione, per ogni comune, di più circoli. Questa è una norma che va cambiata per scongiurare che nello stesso comune si costituiscano circoli in contrapposizione; spesso delegittimandosi a vicenda. Nelle città metropolitane diventa indispensabile la costituzione di più circoli per il controllo dell'intero territorio. Non si capisce perchè in citta fino a 100.000 abitanti ci debbano essere più circoli che favorisce chi è dedito alla guerra dellle tessere. Per portare avanti un circolo con la rispettiva autonomia finanziaria è estremamente difficile, immagginiamo poi tante strutture autonome e quali risorse finanziarie.Spesso i circoli sono solo pacchetti di tessere funzionali al soggetto di turno che l'azione politica del territorio la sviluppa nella sua abitazione o nel suo studio per manifestarsi solo nei momenti elettorali.L'Italia dei Valori ha bisogno di strutturarsi sul territorio con un organismo dirigente ben definito e riconoscibile per evitare che il furbetto di turno o l'indossatore di casacche possa inficiare l'Idea politica che molti di noi sta difendendo con enormi difficoltà perchè inficiata da tentativi di attacchi per demoralizzarci e portarci a demordere.I congressi nazionali devono essere la platea per dare voce achi ama e lotta per la crescita del partito piuttosto a chi del partito interessa ben poco perchè intento a escogitare ogni strategia per l'assegnazione di una poltrona di rilievo.    
Caro On. Donadi,la sua intenzione è sacrosanta e costituirebbe il primo passo verso una meritocrazia interna, verso l'obbligatorietà della gavetta e della militanza.C'è però un punto della sua iniziativa molto pericoloso: DARE IL POTERE DI DISCREZIONALITA' AI COORDINAMENTI PROVINCIALI PER L'AMMISSIONE ALLO STATO DI MILITANTE DI UN ISCRITTO!Ciò è pericolosissimo perchè nelle zone dove la situazione è già critica e quasi totalmente in mano a gente "vecchia politicamente" sarà impossibile sanare tale situazione...è una questione di numeri, una segreteria in carica non concederà mai ai sostenitori degli oppositori di divenire militanti e quindi avere il diritto di voto!L'anzianità deve essere l'unico paramentro effettivo. Perchè è dato ogettivo!
Infatti è una presa in giro quel comma. Vanifica il tutto.
Comprendo le vostre obiezioni e concordo con voi. Però bisogna trovare il modo di salvare due principi fondamentali.1)  se dovesse arrivare un nuovo De Magistris o una nuova Sonia Alfano non possiamo dirgli che non si candidano se non sono iscritti da almeno un anno. Penso a eccezioni di questo genere e non più ampie.2) Penso poi ad alcuni comuni dove non abbiamo iscritti nemmeno per coprire le liste, o giù di lì. in quel caso applicare il vincolo dell'anno di iscrizione sarebbe masochistico. cosa facciamo? lasciamo le liste mezze vuote per non far entrare gente nuova?Aspetto suggerimenti
Caro Massimo, io pur di dare una mano ad IDV ho pagato 20 € anche per tesserare mia figlia, togliendomeli da uno stipendio di 1200. Non vedo perchè De Magistris e Sonia Alfano, che in moltissimi abbiamo votato non possano fare altrettanto. Non ci sono giustificazioni.
Certo che è bizzarro, quando stanno andando per la maggiore le primarie come segno tangibile di democrazia all'interno di un partito, noi proponiamo addirittura un'inversione di 360°. Potrei condividere la mozione come linea di principio, ma sappiamo benissimo che non è così.I generali o baroni o come meglio vogliate definirli, occupano già le stanze dei bottoni, e pertanto sono gia definiti attivisti e allora come si fà? Mozione o non mozione, continuerebbero a gestire la politica a loro immagine e somiglianza. Se poi lasciamo ai coordinatori provinciali l'autorità e l'arbitrio di dare la "pagellina" agli iscritti, ossia, se l'iscritto è tanto o poco militante, è ovvio che i potenziali rivali, verrebbero necessariamente  "eliminati",  ovvero, catalogati non attivisti. Stando le cose così, mi pare che sia meglio considerare come unico parametro l'anzianità d'iscrizione, magari inventandosi anche  un comitato di proibiviri provinciale o comunale, ma queste sono prassi ormai datate. L'eccezioni, De Magistris, Saviano o Alfano,... ma chi li decide nelle varie realtà territoriali? non c'è dubbio: Il solito Barone con il suo enturage.Per non parlare dei semplici iscritti. Ma credete veramente che sia democratico  vietare ad un iscritto la possibilità di eleggere un proprio rappresentante  in una assise? Credete veramente che chiunque possa accettare di versare una quota ad un partito in cui per norma non conterà comunque nulla? Magari solo per il fatto che per capacità, per proprie peculiarità o disponibilità di tempo non può  essere più di tanto di aiuto al partito? Se così si decidesse, scomettiamo che aumenterrebbero a sproposito i simpatizzanti e diminuerebbero gli iscritti? Ma allora che partito sarebbe? Un grande movimento!!Pensateci bene, io sono super convinto che  la massima espressione  di democrazia in un partito e gli Stati Uniti ce lo insegnano, sono le primarie. Credetemi, chi merita e ha capacità culturali intelettuali e politiche non ha bisogno di alcuna escamotage e di nessun aiuto per "riuscire", se merita e se ha visibilità, quindi attivo nel partito,  riceverà consenso e con il consenso si vincono le battaglie,  e non ci sono tessere o baroni che tengano.Francesco - Verona
1)  se dovesse arrivare un nuovo De Magistris o una nuova Sonia Alfano non possiamo dirgli che non si candidano se non sono iscritti da almeno un anno. Penso a eccezioni di questo genere e non più ampie.2Caro Donadi:per questi casi eccezionali,che tutti riconoscerebbero a livello nazionale,e che comunque sarebbero si e no una decina in un anno,non si pone il problema.Se arrivasse Saviano,iscritto o no,dal giorno dopo sarebbe eleggibile a qualsiasi carica.Ma,appunto,deve chiamarsi Saviano.Il punto sui comuni con pochi iscritti,pone più problemi.Però ,piuttosto che rischiare infiltrazioni strane,meglio per due anni rinunciare a presentar liste,piuttosto che presentare l'imbarcata dell'ultimo minuto.Non sarebbe un pò sospetto che in un comune,dove prima IDV interessava a pochissimi,poco prima delle elezioni ti arrivasse un'imbarcata di NUOVI sostenitori?Se in qualche comune di area poco limpida, non ci sono iscritti,e sotto elezioni si iscrivono in 50,li candidi?No.Buon lavoro                                                           Gianfranco                                             
Condivido tutto ciò che ha scritto.Dopodiché bisogna lavorare sodo, tutti. Sennò portiamo allo sfascio l'unico partito realmente anticasta di questo paese.
mi sento di obiettare una cosa sola della mozione: i soldi.Essendo un partito attivo già da diversi anni, vanta già un numero cospicuo di iscritti e sopratutto un rispettabile numero di deputati e senatori che sono ben stipendiati per distinguersi dagli altri partiti penso sarebbe meglio che il partito stesso (fonte di buon reddito per i suoi deputati e senatori) sia sostenuto economicamente proprio dai suoi eletti e non dal basso dai 'tesserati', è un fatto etico.Che poi si voglia dare una regola di selzione per consentire a chi vuole attivarsi per competere per giungere alle cariche dirigenziali ben venga, questa volta si utilizzando anche l'aspetto monetario. Mi sembra più logico.Non dimentichiamo percò che la Costituzione italiana parla dei partiti politici come delle libere aggregazioni di persone che si riconoscono in ideali e progetti, discriminare con il denaro forse non è il sistema migliore per selezionare.Voglio fare anche un'analisi sulle critiche mosse dal basso al partito a cui Donadi tenta di dare una logica spiegazioen condivisibile.C'è da tenere presente che si tratta di un partito giovane, che ha attraversato la prima fase di 'irrobustimento' sul piano nazionale, ovviamente nella fase iniziale in cui bisogna consolidare la presenza sul territorio nazionale è quasi inevitabile che si imbuchino anche personaggi poco cristallini. Questo non vuol dire che il partito abbia imboccato una deriva etica e non si ispira più ai principi fondanti di giustizia, significa solo che una volta accolti gli imbucati il partito deve vigilare sul loro operato per distinguere chi salta sul treno del vincente per vantaggi personali e chi invece si ispira ad un approccio di servizio verso la comunità nazionale. Quindi, e questa credo si la fase attuale, attivare (come mi pare si stia facendo) tutte le misure necessare per richiamare alla linea di partito prima ed in mancanza di invitare alla porta gli imbucati.Io capisco bene specie i giovani che volenterosi di cambiare in meglio pensano di entrare in IdV ed essere ascoltati ma non trovano questo atteggiamento. Allora questi inevitabilmente si allontaneranno rimanendo fortemente critici verso IdV.La questione del vecchio Statuto, la questione del Partito unipersonale con la figura di Antonio Di Pietro e tutto quello che c'era prima non deve essere letto con l'attualità odierna ma essere analizzato con le ragioni che l'hano ispirato al tempo della costituzione. E' chiaro che oggi quelle ragioni in parte non sussistono e le regole di gestione interna vanno riviste e adattate alla situazione attaule.Io penso che IdV deve avere un rigore morale differente dalle altre aggregazioni politiche, deve prevalere il rigore etico e una moralità specchiata che non deve lasciare spazio a fraintendimenti e interpretazioni menzognere.Io ho salutato favorevolmente quello che è stato fatto negli ultimi giorni in Calabria in occasione della candidatura di Pippo Callipo a discapito di Aurelio Misiti, il secondo quando era confluito in IdV mi aveva lasciato molto sconcertato; Aurelio Misiti è sempre stato un fervente assertore della bontà del Ponte sullo stretto di Messina nonchè impegnato con il governo di centrodestra proprio nell'ambito del ministero dei lavori pubblici se ricordo bene sottosegretario; questo a mio modo di vedere è un elemento di incompatibilità enorme, ma oggi l'atteggiamento di Di Pietro compensa ampiamente a quella svista.Quindi credo che sia necessario un atteggiamento di collaborazione e proposizione di nuove idee ed avere un pizzico di fiducia.
Onorevole Donadi, io sono uno che da un po' la segue con grande interesse e speranza, spesso mi sono complimentato per i suoi toni e perchè dimostra la stazza del politico vero, dote rara ovunque e soprattutto nel nostro partito. Oggi mi ha un po' deluso e Lei sa bene perchè. Lei sa bene di non potere fino in fondo presentare la mozione che vorrebbe e che non è quella che leggiamo e tutti noi sappiamo bene che non possiamo farlo. Io sono assolutamente convinto che non sia ancora giunto il momento della democratizzazione del nostro Partito perchè è ancora troppo facile colonizzarlo e il nostro Presidente fa bene a non fidarsi, non è questo il problema. Il vero problema è che in questa prima fase si dovrebbe rendere il terreno adatto alla semina della democrazia, arando e concimando il terreno per renderlo fertile che tradotto significa, mettendo in tutte le Province e città con più di 50.000 abitanti persone fidate, capaci e con un unico filo conduttore. Ma questo non è, non abbiamo qusto genere di generali nel territorio e se andiamo a seminare la democrazia in questo terreno sterile non crescerà niente. Venga nei territori e controlli i suoi generali, anche quelli vicino a Lei che le sembrano tanto bravi e vedrà che tristezza, che distanza dalla politica vera e seria, quanta ego e quanta approssimazione. Io ci credo ancora, ma non è ancora il momento di liberare le truppe, facciamolo dopo avere fatto la giusta pulizia. Ci sono tanti attivisti e amministratori seri che tutti i giorni lottano sul campo che si sentono un po' come le truppe italiane all'indomani dell'8 settmbre. Vogliamo davvero esser partito di governo ed essere una alternativa credibile? Io sento che ci stiamo allontanando. Non ci deluda....
 Gentile Dottore,  anche io lancio l'invito<Venga nei territori e controlli i suoi generali, anche quelli vicino a Lei che le sembrano tanto bravi e vedrà che tristezza, che distanza dalla politica vera e seria, quanta ego e quanta approssimazione.>
Una mozione stupenda che risolverebbe i molti problemi presenti nel partito. Permetterebbe al contempo una pulizia e un repellente per tanti funghi della politica e la gratificazione per chi da l' anima al partito, con disinteresse e abnegazione. Per quanto riguarda la faida interna... I PANNI SPORCHI SI LAVANO IN CASAAVANTI COSI ONOREVOLE! POCHE PAROLE E MOLTI FATTI
Un Partito vero . Un Partito vero è costituito da iscritti, è costruito sugli iscritti, uomini e donne che chiedono di condividere una tessera di appartenenza con altre persone simili a loro, con altri amici, con altri compagni . / Un Partito cresce e si arricchisce nel confronto con le associazioni, i movimenti e gli elettori, ma non si confonde e non si scioglie in essi .   Un Partito può definirsi radicato sul territorio nazionale quando funzionano centinaia di sedi locali, circoli, sezioni .  / Un Partito che funziona consulta periodicamente i suoi iscritti, per eleggerne i rappresentanti locali, comunali e regionali . / E poi dopo, soltanto dopo, riunisce il Congresso Nazionale . / Un Partito che funziona riunisce a quel Congresso nazionale i suoi rappresentanti, magari annualmente, per decidere linee e programmi, eleggere democraticamente il Segretario, la Segreteria e quant’altre cariche occorrenti al suo migliore funzionamento . / Un Partito che funziona, dopo il Congresso azzera le polemiche, ammortizza le correnti e i gruppi di pressione, si compatta attorno al gruppo dirigente e lavora da subito sul programma . / Un Partito che funziona, dopo il Congresso, inizia subito a lavorare nei circoli e nelle sezioni, a orientare e guidare le lotte nelle strade, nei luoghi di lavoro e di aggregazione, nelle situazioni di precarietà e di miseria . / Lotta, assieme a chi soffre e a che non ha più nulla di garantito . Lotta contro il governo delle destre, un governo che toglie ai poveri per dare ai ricchi, che toglie allo Stato per dare alla Chiesa, che distrugge il pubblico per salvaguardare il privato .Lotta in Parlamento, nelle Istituzioni, nelle Regioni, nei Comuni, con i suoi eletti, con i suoi dirigenti, contro un governo reazionario, piduista e neofascista, che ogni giorno cancella un po’di Libertà, di Democrazia, di  speranza . / Un Partito così prende i voti dagli elettori, che lo rispettano, lo seguono, lo sostengono .Un Partito vero consulta e ascolta i suoi iscritti, ma non perde certo tempo utile e prezioso a parlarsi addosso, a consultare tutti su tutto e a fare votare i suoi stressati e stremati elettori in estenuanti quanto inutili primarie, spacciate per quintessenza della democrazia partecipata . / Un Partito vero consulta e ascolta i suoi iscritti, ma non perde tempo utile e prezioso a dividersi in gruppi, fazioni, consorterie o a discutere del pensiero debole di un leader e dell’altro : un partito vero fa volare alti gli Ideali e rasoterra le azioni e i comportamenti .Un Partito vero ha capacità immediata di rispondere a crisi economiche, emergenze civili, tragedie naturali . / Un partito vero ha capacità immediata di reagire ad emergenze illiberali e antidemocratiche, tanto in Parlamento, quanto nelle strade del Paese . / Senza un Partito così, non solo i poveri, i miseri, gli indifesi sono esposti al peggio, ma anche i lavoratori, gli operai, gli artigiani, gli impiegati, gli studenti . / Senza un Partito così, le destre in Italia resteranno al potere per anni e continueranno a violentare la Giustizia, la Libertà, i Valori umani e civili . / Atos BenagliaBologna “Perché chi è uno ha due occhi… il Partito ha mille occhi .   Chi è uno ha la sua ora… il Partito ha molte ore “     ( Da Lode del Partito - Bertolt Brecht )
mi sembra giusto,credo però anche più opportuno una maggior vigilanza sulla questione morale.evitiamo l' ingresso a certi personaggi ambigui.guardiamo meglio le fedine penali.!un 'iscritto
 On. Donadi:                  mi scusi per come mi esprimo,ma la Sua proposta mi sembra solo un pannicello caldo che non va alla radice del problema,e non risolve nulla.Continuare ad avere dei coordinatori provinciali decisi dal vertice non va,punto e basta.Tutti riconoscono a Di Pietro l'enorme merito di aver creato,con pochi collaboratori,dal nulla,un partito oggi importante.Ma proprio perchè oggi si è cresciuti all'8%,e se si vuol crescere di più,è giunta l'ora di cambiare drasticamentte le prassi che regolano la vita interna del partito.Questa dovrà essere dettata dalle scelte degli iscritti,dal basso,democraticamente e con sensibilità federale.Ciò potrà avvenire solo con l'elezione dei coordinatori provinciali fatta localmente dagli iscritti,e l'elezione dei coordinatori regionali fatta dai rappresentanti eletti dalle varie assemblee provinciali.Il tutto omogeneamente,rispettando le modalità ad hoc previste dagli statuti regionali.I coordinatori regionali e provinciali dovrebbero avere incarichi a termine,e ogni due o tre anni affrontare nuove elezioni.Un collegio di probiviri,di espressione nazionale,dovrebbe poi controllare che il tutto avvenga secondo le regole.I coordinatori non dovranno imporre le loro linee,ma quelle espresse dalle assemblee degli iscritti.Per quanto riguarda la soluzione del problema degli ultimi arrivati,a volte transfughi opportunistida altri partiti in cerca di incarichi politici immediati,la Sua proposta di dividere gli iscritti tra iscritti ed attivisti,sembra macchinosa e non facilmente praticabile.Più semplice stabilire che ogni nuovo iscritto per due anni non possa accedere a nessun incarico politico ,e dopo due anni lo possa fare se avrà partecipato attivamente alle assemblee ed attività del partito.Infine un pensiero alla distribuzione dei fondi revenienti dai rimborsi elettorali,dei quali una quota fissa dovrebbe essere destinata,oltre che alle strutture centrali del partito,anche a quelle regionali e provinciali.In sintesi,il partito che è oggi cresciuto,deve abbandonare l'impostazione di struttura centralistica dall'alto al basso per passare a quella in cui l'alto è espressione delle volontà congiunte che provengono dal basso.In assenza di ciò,lo sviluppo territoriale diffusa di IDV verrà a mancare,con effetti che nessuno di noi vuole.Con auguri di buon lavoro                                                    Gianfranco
Buongiorno onorevole,sottoscrivo la mozione con un aggiunta/emendamento.Articolo 4 - Vincolo etico - Qualunque iscritto o eletto può decidere, in qualsiasi momento e senza spiegazioni, di uscire dal Partito; nel contempo, il rinunciatario, s'impegna a non svolgere attività politica all'interno di altri Partiti politici, almeno per i dodici mesi successivi, dall'uscita dall'IdV.Resto a disposizione per ogni eventuale chiarimento.Cordiali salutiMaione Annibale - referente IdV e consigliere comunale
Voglio accettare per vero che per irrobustire il partito era necessario "assoldare" riciclati e portatori di tessere (ovviamente non sono d'accordo), ma era proprio necessario affidare il partito a personaggi che a loro volta affidavano sul "campo" incarichi di dirigenza ai vari livelli? Era proprio necessario assistere passivamente all'apparente immobilismo del partito nelle varie aree tematiche calde,  senza promuovere iniziative tendenti a connotare i nostri principi fondamentali che sono legalità moralità, giustizia e democrazia? Era proprio necessario assistere invece alle "cofecchie" che molti di loro tessevano con i potenti di turno semmai per "accaparrarsi" degli incarichi istituzionali?Non credo proprio! E credo che anche tu che sei una persona onesta non puoi che essere d'accordo.Credo invece che se si faceva una politica dai piccoli passi, facendo entrare nel partito solo persone con alto profilo morale e culturale (ove per cultura non è solo il titolo di studio) e non con interessi politici consolidati, ma con la voglia e la caparbietà di affermare in ogni luogo il valore dei nostri principi, forse oggi chissà avremmo potuto sfondare anche il numero a due cifre.Ma è acqua passata ormai. Siamo con te nella speranza di iniziare un nuovo corso.Mi permetto di suggerire un mia proposta per rafforzare la democrazia nel partito. Inserire nella mozione, la costituzione di un "giurì consultivo", con l’incarico  di esprime, ogni sei mesi, il giudizio sulla validità del coordinatore regionale e della dirigenza tutta, in caso di valutazione negativa commissariare gli incarichi e passare avanti (tanto nessuno è depositario della verità). Ovviamente alla presenza della dirigenza nazionale in un "faccia a faccia" senza ipocrisie.Il "GIURI'" potrebbe essere costituito da un congruo numero di "attivisti" eletti dalla base: Cosa ne pensate?Arnaldo 
Il funzionamento di IdV descritto nel commento di Sebastiano Molinelli è la prassi dominante come risulta dalla maggior parte degli interventi in questo blog. Ebbene le chiedo, On Donadi: questa prassi è conforme all'art 49 della nostra Costituzione? Se non lo è, non ne risulta inficiata tutta l'azione di IdV ? Il problema dunque non è il malcontento della "base" , ma la prassi non democratica del gruppo dirigente, non solo di questo partito.  E' inutile prendersela con gli "autoconvocati": Il fatto è che  sta esplodendo sulla stampa, nell'editoria (vedi libro La cura ecc), nei convegni di studio (a Bologna il 21 Istituto De Gasperi) , nei partiti, nello stesso movimento Grillo  il nocciolo del problema della politica italiana: il furto di democrazia operato dai partiti nei confronti dei propri iscritti. Su questo occorre rispondere!  
Non è quello il problema, Massimo.Il vero problema è che non ci sono a livello locale dei direttivi davvero democratici, con elezioni a voti e nemmeno per alzata di mano.La vergogna è che i responsabili delle singole province sono dei vassalli locali di Di Pietro che rispondono a lui e al referente regionale di turno, fregandosene degli iscritti che hanno sotto di loro e deliberando al massimo con 4 o 5 prsone fidate, proprio perché sanno che loro la pensano allo stesso modo.Siamo un partito con anime diverse e variegate dentro. Ci devono essere riunioni vere con odg e votazioni effettive al termine delle quali l'opinione della sede locale deve essere sostenuta dal portavoce o dal coordinatore locale indipendentemente dal fatto che egli la condivida o meno. Questa è democrazia!Ste cose nella mia zona il PD le fa!!! L'IDV no! E' normale? E' normale che nei direttivi del PD il segretario a volte va in minoranza e si adegua all'assemblea, mentre da noi fa quello che vuole perché lo statuto, del resto, gli chiede di fare così.Vedi dunque, o Massimo, di operare su questo fronte qui. A me se anche uno mi ha fatto 1 mese ma si comporta bene e sottostà alle regole, va benissimo. Non mi va bene per niente invece che i vecchi tromboni dei coordinatori provinciali che son dentro da anni, vadano avanti anno dopo anno a gestire il partito locale come gli pare a loro senza consultare democraticamente (id est per votazione!) l'assemblea!
Ciao Massimo, ritengo doveroso la differenza formale e reale tra semplice iscritto (dei quali IDV è piena) e attivisti. Quindi sostenere tale punto della mozione è più un obbligo che altro. Non credo però che si possa dimenticare, come tu stesso hai evidenziato, come in alcune zone ci siano state troppe resistenze, dei "vecchi" nel far crescere i cosidetti "nuovi", ecco quindi che bisognerà calibrare bene la meritocrazia, perchè altrimenti avremo sempre "il vecchio attivista" che si sentirà sempre in dovere di impartire lezioni e lezioncine a quello iscritto dopo di lui. Meritocrazia e Numeri dovranno fare la differenza anche tra i vari attivisti.Buon lavoro
Non vorrei che fosse solo un 'pannicello caldo' annullato da deroghe, decisioni dell'ufficio di presidenza ecc. La prima cosa, meglio prima della definizione delle prossime liste e delle elezioni regionali,  dovrebbe essere la individuzione chiara e netta degli organi del partito - presidenza tesoreria collegio dei revisori dei conti coordinamenti ai vari livelli - e delle modalità di elezione degli stessi ... poi si può studiare come 'frenare' l'uso strumentale delle tessere per dare la scalata al partito ...
Grazie per l'interessamento finalmente qualcuno del partito che ha preso in considerazione il malcontento manifestato.Desidero però evidenziare un aspetto che manca nella sua analisi caro Donadi, ovvero il consuntivo dell'operato degli amministratori eletti, in particolar modo mi riferisco a quelli che sono arrivati a ricoprire cariche politiche nelle provincie e nei comuni. Troppo frequentemente le scelte e decisioni di questi signori non coincidono con le linee programmatiche del partito a livello nazionale. per non parlare dei temi fondanti dell' IDV che non vengono mai proposti a livello territotiale.Con grande stima e fiducia nei suoi confrontiFilippo Tumminello- Modena
  ... a me impediscono di rinnovare l'iscrizione.. le iscrizioni vengono vidimate dai coordinatori provinciali e a livello nazionale non ci si può iscrivere... che dire.. ;-(e questo perchè chiedevo in mailing list:verbali delle riunioniorganigrammi degli incarichibilanci economiciecc..e naturalmente mi hanno anche cancellato dalla MLquindi se mi è negata la possibilità di tesserarmi...   come potrò mai partecipare?Luca Vignoli  
Positivo che si affronti finalmente la questione con un dibattito aperto.Mi sembra una buona proposta, anche se presuppone un controllo sul funzionamento delle sezioni e sul radicamento nel territorio. Certamente hanno le loro ragioni quelli che hanno lavorato duro per anni, ma non credo che chi ha effettivamente lavorato per allargare il consenso abbia poi problemi. E' necessario anche tenere sotto controllo il rischio di creare dei piccoli feudi intoccabili e gestiti in maniera personalistica. Sarebbe ora fondamentale anche avere dei congressi a scadenze regolari.Grazie per l'impegno 
sono completamente d'accordo
sono completamente d'accordo
"un partito chiuso da un muro, per niente accogliente, per niente ospitale. Dove chi arriva viene guardato con sospetto, quasi venisse a disturbare."tROPPO SEMPLICISTICA QUESTA ANALISI, SOPRATTUTTO PER QUEI COORDINATORI PROVINCIALI CHE PER 10 ANNI HANNO SPUTATO SANGUE, SONO STATI IN PIAZZA CON IL SOLE, CON LA PIOGGI, CON IL VENTO, HANNO RACCOLTO FIRME E NON HANNO MAI RICEVUTO UN RICONOSCIMENTO, MA SOLO QUALCHE BONARIA PACCA SULLA SPALLA E CHE ORA DOVREBBERO FAR POSTO A COLORO CHE ARRIVANO, FANNO CASINO E PRETENDONO VISIBILITà E SPAZI. MA LA DEMOCRAZIA DI CUI TANTO VI RIEMPITE LA BOCCA DOV'è? oN. dONADI PENSI A TUTTI I COORDINATORI PROVINCIALI CHE LEI CONOSCE DA ANNI E PENSI A CHI DI QUESTI è STATO PREMIATO PER L'IMPEGNO E LA DEDIZIONE. lE VIENE IN MENTE QUALCUNO? NESSUNO?... CI RIFLETTA, SO CHE LEI E' PERSONA PER BENE, ALLORA FACCIA VALERE ANCHE QUESTA AGONIATA MERITOCRAZIA. I COORDINATORI PROVINCIALI STORICI DI IDV CI HANNO CREDUTO E ANCORA CI CREDONO! PERO' HANNO BISOGNO DI UN SEGNALE FORTE, CONTRO COLORO CHE LI ATTACCANO, SOLO IN NOME DI UN RINNOVAMENTO OGGI POSSIBILE PER IL LAVORO SVOLTO DA ALTRI PRIMA!!!GRAZIE. 
Sono d'accordo con chi ha scritto il post che mi precede. Ci sono moltissime persone di buona volontà che hanno lavorato e lavorano da tempo per iDV e ora si ritrovano a dover combattere con gli "arrivi dell'ultima ora", che accusano, scrivono, insultano, senza un MINIMO di sottolineatura di un ruolo che ha richiesto lavoro e sacrificio e che, spesso, non viene in alcun modo riconosciuto. Per carità, spazio ai De Magistris di turno, ma facile arrivare quando altri, la BASE PURA, prepara ponti d'oro per gli ultimi ospiti alla corte del Re! La base è soprattutto quella fatta da persone di buona volontà, coordinatori provinciali e cittadini che spesso non vedono riconosciuto da alcuno il proprio sacrificio. va bene l'amore per la politica, la passione per un ideale, ma a volte un riconoscimento, seppur piccolo, non può che essere da sprone a far meglio! Quindi basta mistificare le "new entry", ma facciamo valere la meritocrazia di chi per anni ha dato anima e corpo al Partito! Soprattutto a quelli che non hanno chiesto MAI nulla, ma che ora NON ci stanno a farsi, non più scavalcare per l'ennesima volta, ma addirittura SCHIACCIARE! Rifletta davvero su quanti coordinatori provinciali le vengono in mente se pensa a qualcuno che ha ricevuto in cambio qualcosa, in prima persona, per il lavoro di militanza svolto per anni. Il modello Lega è anche questo: militi, ma poi te lo riconoscono!
Anch'io concordo in pieno con questa analisi! Perfetto l'esempio dei ponti d'oro per gli invitati alla Corte del re! Questo è un errore di Di Pietro per primo. E' un errore della Politica in generale. Sono i voti... Ma la Lega non pensa a questo, pensa a FORMARE la propria classe dirigente, la visibilità individuale arriverà poi! Soprattutto ora, soprattutto all'8%, riconosciamo i meriti di chi, nel suo piccolo, ha contribuito ad arrivare fino a qui. e chi è arrivato ora o è ritornato all'ovile, aspetti il suo turno e, per ora, LAVORI!
Non mi capisco molto di organizzazione interna di un partito, però riterrei utile istituire un collegio di "probiviri" a cui affidare il potere disciplinare all'interno del sodalizio. Gradirei inoltre poter vedere, riportato magari in un disegno schematico, l'organigramma del partito con la didascalia delle funzioni dei dirigenti, dei quadri intermedi e degli attivisti. Servirebbe a smentire le accuse di verticismo e, peggio ancora, di personalismo che spesso i quaqquaraqqua degli altri partiti ci rivolgono.
Grazie Massimo.La proposta mi piace, forse ci metterei non 12 ma 24 mesi, ma già dodici è meglio di niente. é evidente che ce n'è bisogno.Però concordo anche con chi nei commenti si chiede cosa si fa con chi arrivato ( o mandato) da "fuori" oramai è già dentro da qualche mese o magari da un anno e - grazie alla sua abilità - ha già ottenuto un certo "successo" dentro IDV.Non è facile.Forse occorrerebbe un organismo regionale che - almeno la prossima volta - valuti le candidature agli organismi interni (comunali, provinciali), tenendo conto del lavoro svolto, della partecipazione negli anni, dei risultati ottenuti...e altro ancora che lascio ad altri definire. Naturalmente per gli oganismi regionali l'organo che valuta sarebbe nazionale). Potrebbe essere un'idea basata sul buon senso, a qualcuno potrebbe sembrare poco democratica, specialmente a chi proviene da Ds e Margherita, ma quando eri in 10 e poi ti trovi in 1000 con 990 nuovi - tutti sicuri,sebbene appena arrivati, che prima era tutto sbagliato e di sapere cosa è meglio per IDV, tutti pronti da subito a candidarsi a segretario cittadino o provinciale o regionale o ....al posto di Di Pietro, qualche difficoltà nel gestire le cose c'è se si vuole restare IDV e non diventare qualcos'altro.Un abbraccio 
 Questa mozione può essere un buon punto di partenza. Ma ci vuole di più. La apprezzo tantissimo per aver incominciato un processo che deve rinnovare il partito, che deve coinvolgere un gruppo di persone che all'interno di IDV si occupino del rinnovamento del partito come gruppo di lavoro. C'è questo gruppo? Come la pensano gli altri personaggi al vertice di IDV? Come la pensa Di Pietro? Bisogna darsi tutta una serie di regole nuove affinché ci si strutturi come partito in cui le elezioni  dei candidati vengano dal basso e in cui ci sia un organismo di controllo, sempre apporvato dagli iscritti, che controlli che i candidati vengano dalla società civile e siano integri moralmente, oltre che in gamba intellettualmente, come per le recenti europee per intendersi. Le riscrivo il testo di un messaggio che le avevo mandato recentemente. Spero che il suo impegno non sia isolato e che la visione, da una sola mozione, si ampli verso la scrittura di un nuovo regolamento, che permetta un "repulisti" e la rinascita di un partito veramente nuovo e veramente diverso dagli altri.A me sarebbe piaciuto partecipare a Vasto, poi purtroppo per impegni familiari non sono potuto andare, ma, a posteriori, non ho grossi rimpianti. Infatti non ci sono stati “feedback” da parte dei vertici del partito sul presunto rinnovamento di cui si sente parlare (in realtà quello che di cui sento parlare è più che altro “la necessità di rinnovamento”, e chi parla di questa necessità è più che altro chi sta fuori dal partito…e ne parla appunto come una cosa urgente e importante da fare) e, ammesso che questo rinnovamento sia in fase di studio, non c’è coinvolgimento degli iscritti sulla riscrizione delle regole su cui si deve basare questo rinnovamento. Insomma, io mi aspettavo che a Vasto fosse reso chiaro a tutti gli iscritti che si stava procedendo a scrivere nuove regole per IDV, che c’era un gruppo di lavoro per questo obiettivo e che tutti gli iscritti in qualche modo avrebbero potuto dare il loro contributo. Invece siamo costretti ad aspettare e vedere se i vertici stanno effettivamente lavorando in questo senso e esaminare poi la cosa a prodotto finito: in questo senso sto vivendo nella fiducia e nella speranza, e vedrò cosa il partito riuscirà a produrre a febbraio dell’anno prossimo in occasione del congresso nazionale. Questa attesa è piena di speranze sì, ma costellata anche da delle ombre che ancora non sono riuscito a capire se e in che modo Di Pietro ha intenzione di diradare. Ho come l’impressione che fare sparire atteggiamenti e personaggi da prima repubblica non sia così facile, in quanto alla fine chi si occupa di politica non è il cittadino della società civile, come siamo noi, ma sono mestieranti politici di professione, che sono penetrati in IDV da altri partiti politici (ex DC, ex UDC, ex UDEUR, ecc.), e che non hanno nessun interesse (o forse non riescono neanche) a ragionare in modo diverso. Però l’impegno deve essere massimo per fare un “repulisti” e un segnale forte in questo senso va dato subito. Mi fa piacere vedere che nel suo blog ha pure elencato una serie di punti su cui lavorare e allora mi permetto di segnalargliene degli altri, a mio modo di vedere altrettanto importanti: 1.       Sull’esempio delle recenti elezioni europee, i candidati per Italia dei Valori vanno scelti il più possibile tra la società civile, facendo una selezione di elementi virtuosi sia dal punto di vista intellettuale che dell’integrità morale. E questo è un aspetto in particolare da applicare in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, dove è necessario applicare quel “repulisti” recentemente auspicato da Saviano per il PD in un articolo di Repubblica, che si applica anche ad IDV: il “repulisti” è possibile, dice Saviano, ed è anzi un “must”, aggiungo io. 2.       Bisogna riscrivere lo statuto ed il regolamento del partito con delle regole condivise tra tutti gli iscritti che portino ad una struttura di partito veramente nuova e veramente democratica, con un coinvolgimento dal basso in tutte le questioni più importanti, a cominciare dall’elezione dei rappresentanti a tutti i livelli, fino ad arrivare ad un elezione del capo del partito attraverso delle primarie, che abbiano una regolamentazione semplice, e non farraginosa come quella che caratterizza le primarie del PD. Ad oggi IDV è il partito di Di Pietro, in cui tutte le nomine cadono dall’alto, e questo fatto, a partire dal prossimo congresso, non è più accettabile. 3.       Sono convinto che il legame tra base e vertice del partito vada valorizzato e migliorato di molto rispetto a quello che succede finora. Le informazioni al basso arrivano frammentate e in modo parziale, e andrebbero invece regolamentate ed uniformate. A Milano ci sono due strutture, la provincia e Milano città, che ho l'impressione che si parlino poco, e che ricevano input diversi dai vertici regionali e nazionali e questo, se ci fosse una classe dirigente efficace, non succederebbe, in quanto ci si sincererebbe di informare dall'alto nello stesso modo tutti i sottoposti. Ci dovrebbero essere riunioni di coordinamento periodiche tra livello nazionale e regionale, tra regionale e provinciale, e tra provinciale e la base, in modo che gli stessi messaggi arrivino a tutti, dall'alto verso il basso, facendo in modo così anche che ci si scambi più facilmente anche messaggi dal basso verso l'alto. Le riunioni in IDV a cui ho partecipato sono spesso troppo celebrative, senza molta sostanza il più delle volte, con molte parole. Invece dovrebbero essere sempre operative. 4.       E’ necessario darsi una nuova organizzazione di partito efficiente. Ebbene ciò vuol dire, secondo me, avere una classe dirigente che abbia sì la vocazione alla legalità, più che mai importante in un paese come il nostro e che rimane il tratto distintivo di IDV, ma anche la vocazione al "management". 5.       Infine un altro aspetto è programmare la partecipazione di vertici del partito, almeno una volta all'anno anche nelle riunioni a più basso livello, tra le varie regioni d'Italia: si vede invece Di Pietro forse un po' troppo stanziato a Roma, anche se capisco che per lui sia difficile spostarsi più frequentemente. Ma farsi vedere un po' di più gioverebbe al partito, sia tra gli iscritti, sia tra gli elettori che potrebbero convincersi ad attivarsi, anche in seguito ad un discorso ben fatto e ad una stretta di mano col presidente.   Mi rendo conto che forse sono troppo critico, e che criticare forse è troppo facile, poi quando si affronta la realtà delle cose, tutto si complica, e da questo punto di vista è più proficuo impegnarsi direttamente sul territorio a testa bassa. Ed è quello che mi sono impegnato a fare. Ma anche questi spunti, soprattutto per lei che rappresenta i vertici del partito, mi sembrano altrettanto importanti.
Gentile onorevole donadi,la ringrazio intanto per l'attenzione e la buona volontà ma...una buona analisi delle cause del disagio degli iscritti, non la può fare dietro una scrivania alla tastiera del suo pc, se effettivamente le vuole conoscere e analizzare le deve ascoltare dagli iscritti stessi, non le deve presumere.Se con un po' di pazienza facesse una ricerchina tra le sue (presumo) innumerevoli e-mail ricevute nel periodo pre-elettorale, ne troverà alcune mie, le segnalavo alcune storture e/o scorrettezze che ritenevo gravi (prima di aver visto le scorrettezze vere subito dopo le elezioni) e le chiedevo aiuto che per i troppi impegni non mi ha potuto assicurare (anche se aveva promesso supporto in campagna), la sua ultima mail però  prometteva un incontro dopo le elezioni per parlarne, ebbene la sto ancora aspettando, insomma la sensazione rimasta è di isolamento e abbandono.Le rinnovo l'invito all'assemblea "parole civili" del 4 dicembre a Modena che riprenderà e approfondirà i temi dell'assemblea tenutasi il 1 novembre a Bologna.Saluti cordialiMassimo Barberiocomitato organizzatore "parole civili"
questa prima bozza la condivido alcuni riferimenti ci sono gia dal lontano marzo 1998( anno di fondazione dell' ITALIA DEI VALORI), chissa a chi  e passato per la mente di modificare le regole, forse a quelli che sono venuti nel nostro movimento e  che oggi e un partito a tutti gli efetti un saluto
Il disagio è reale. Molti esponenti  PD sono saltati in IDV con il loro pacchetto di voti e hanno scavalcato alle ultime elezioni candidati nati in IDV e iscritti da anni. Credo che molte persone come me si siano iscitte in questo partito e dedichino una parte del loro poco tempo perchè amano questo paese e credono che si  possa rendere questo paese migliore per se e per i propri figli. Non gli interessa la carega (sedia) da politico, non lo fanno perchè vogliono fare soldi con la politica. Invece quelli che passano in IDV prima delle elezioni spesso hanno quest'idea oppure viene semplicemete percepito dagli altri iscritti come tale. La tua mozione è ben impostata anche se un po' discriminatoria (iscritti di serie A e serie B). Secondo me basterebbe semplicemente una moratoria di un anno: se un politico del partito A vuole essere candidato nel nostro partito devono essere passati almeno 12 mesi dalle dimissioni del precedente incarico e deve essere iscritto con noi da almeno 12 mesi.
Per la seconda causa seria di disagio basta vedere quello che c'è alla sezione romana di IDV per identificarsi appieno nelle Sue parole. Per la mozione speriamo bene, perchè ci saranno diversi piedi pestati ai quali non farà piacere e la ostacoleranno. Si vedrà........  
Anche a me pare che il partito stia diventando un po un carrozzone, è giusto che ci siano dei paletti, però secondo me bisogna metterli ai politici provenienti da altri partiti specialmente quelli che hanno l'abitudine di cambiare bandiera molto facilmente.chi entra a far parte del partito deve sentire dentro i valori giusti non averli solo per l'occorrenza di far parte di un partito.per me tutti i cambiamenti sono giusti sino a quando servano per migliorare, l'importanza è essere uniti;specialmente voi che siete al comando del partito, e ricordate una cosa che la figura di Di Pietro deve rimanere al suo posto qualunque sia il merito di altri, altrimenti tutto finirà in una bolla di sapone. come diciamo noi in Sardegna "AVANTI FORZAS PARIS" AVANTI FORZA UNITI.
Caro Massimo,sono sostanzialmente d'accordo, la distinzione tra attivisti e semplici iscritti eliminerebbe il problema dei pacchetti di voti e degli assalti alla diligenza, ma forse potrebbe creare qualche discriminazione tra aderenti di serie A e di serie B. Pertanto ritengo che,  in primo luogo la Sua mozione vada integrata con la previsione di un ciclo di seminari per i giovani sui temi della legalità, secondariamente proporrei  un organismo appositamente nominato dall'Ufficio di Presidenza  Nazionale che conosca l a storia dei vari territori e che si occupi veramente di problemi che possono sorgere a livello locale, ma con spirito costruttivo e dialettico. Non come accade ora, per certi commissariamenti monocratici, calati dall'alto,  che  creano più problemi dei dissidi interni pre esistenti. Inoltre mi scusi  se insisto, ma questa regola che non possiamo avere i congressi territoriali prima deli confronti elettorali è veramente assurda. Lo scrissi nella nota precedente, ma lo riscrivo perchè sia il più chiaro possibile: non è etico, non è corretto e non può portare nulla di buono andare alle elezioni con una sezione provinciale, o cittadina a brandelli. I presupposti  a monte di una situazione deteriorata,  dove tutti si guardano in cagnesco, legittimano candidature finalizzate esclusivamente ad un proprio tornaconto personale, o a mere questioni di convenienze di varia natura. La gente per bene non mette i piedi nelle tagliole!! Detto questo,  non posso che apprezzare lo sforzo che Lei sta compiendo per scrivere delle regole che possano disciplinarci di più, unirci di più e soprattutto riconoscerci di più. Per quanto mi riguarda in questo senso sarò sempre a disposizione. Buon proseguimento e buon lavoro
Mozione perfetta.Sandro.
Massimo,se il coordinametno provinciale decide di non farti fare nessuna attivtà politica, perchè preferisce i suoi fedelizzati, non sarai mai attivista.il problema è a monte. I coordinamenti provinciali devono essere formati da persone che non sono genoflesse al coordinatore di turno, che fa e disfa come vuole.Ritengo che TUTTI debbano fare attivismo almeno per un anno prima di candidarsi o avere ruoli di responsabilità.
Concordo. Finché il coordinatori saranno eletti da congressi fasulli, con accordi precostituiti e i dirigenti  continueranno sempre  a farseli a propria immagine e somiglianza (addirittura privilegiando aree geografiche regionali di appartenenza) non si andrà da nessuna parte. Chi entra nel partito non deve poter ricevere incarichi e candidature prima che sia trascorso un tempo di "adattamento" piuttosto lungo.sappiamo tutti che certe transumanze avvengono solo con la promessa di abbondanti pascoli. L'attivismo poi come bisogna dimostrare di farlo? Quando ti chiamano perché hanno bisogno di servetti che stiano ai gazebo o facciano varia manovalanza o nelle assemblee che non si riuniscono mai e, se si riuniscono, è solo per portarci decisioni preconfezionate?