Taggati con: abolizione delle province

TAGLI DA RIDERE ALLE PROVINCE

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Pubblico la mia intervista di oggi al 'Corriere della Sera' sulla manovra economica.

Togliere le mani dalle tasche dei «soliti noti» per infilarle in quelle dei ricchi.
E' la «manovra ombra» dell' Italia dei valori, un' operazione che vale, stando ai conti del capogruppo dipietrista alla Camera, Massimo Donadi, 50 miliardi di euro.
Pronti alle barricate contro Tremonti, onorevole Donadi? «La manovra ha luci e ombre, non la bocciamo in toto. Ma non c' è niente sul fronte della spesa e del sostegno ai consumi. Mentre dicono che non metteranno le mani nelle tasche degli italiani, pescano dai portafogli di milioni di famiglie.
Sempre le stesse».
E le luci? «Bene la lotta alle false pensioni di invalidità. Però non basta, serviva più coraggio».
Il taglio dei costi della politica è un vostro pallino... «Vero, ma parliamo di tagli omeopatici.
E tagliare quattro province è una presa per i fondelli. La situazione è drammatica, la classe dirigente dia il buon esempio davvero».
Cominci lei, onorevole. «Aboliamo il vitalizio di parlamentari e consiglieri regionali. Tagliamo le auto blu da 600 mila a seimila e niente più province con meno di 500 mila abitanti».
La sua ricetta contro l' evasione. «Tassare gli evasori dichiarati, che hanno approfittato dello scudo fiscale pagando solo il 5%, con un' addizionale del 7,5%. Ci sono troppe tasse su lavoro e impresa e pochissime sulle speculazioni finanziarie. Non tassiamo bot e cct, ma portiamo l' aliquota sulle speculazioni dal 12,5 al 20%».
Le piace il redditometro di Tremonti? «Sì, ma va applicato a titolo preventivo e non in fase di accertamento, come per gli studi di settore, a chi ha grandi barche, auto di lusso, colf, ville al mare...».                                                                                                                                               Valore della vostra contromanovra? «Il doppio di quella del governo in termini di maggiori entrate.
Noi prevediamo una seconda parte di spesa del 50% per diminuire la tassazione sul lavoro per le imprese, applicare l' Iva a pagamento ricevuto a piccoli imprenditori e artigiani e ridurre l' Irpef a lavoratori e pensionati».
In Aula, che farà l' Idv? «Sulle province hanno partorito il topolino e ci viene voglia di votare no...».

di Monica Guerzoni, da “Il Corriere della Sera”

ABOLIRE LE PROVINCE? SOLO CHIACCHIERE

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Questo e' il governo delle promesse non mantenute, delle chiacchiere al vento, delle bugie, dei balletti avanti e indietro, degli annunci e delle ritirate strategiche, come quella sull’abolizione delle province. Otto mesi fa, Italia dei Valori ha portato in Aula la sua proposta di legge per l’abolizione delle province. La maggioranza di centrodestra, ma anche l’opposizione, Pd e Udc, l’ha sonoramente bocciata. L’hanno respinta al mittente nonostante gli strombazzati annunci fatti in tutte le campagne elettorali dal presidente del Consiglio di volerle abolire perché enti inutili e costosi. Ora ci risiamo. Prima annunciano di aver inserito nella manovra economica l’abolizione delle province. Decisione buona e giusta, anzi sacrosanta, una delle poche di questa manovra ingiusta ed iniqua, che taglia e basta, tampona ma non risolve perché completamente priva di riforme strutturali, le uniche capaci di garantire nel tempo un rientro del debito pubblico. Poi, improvvisamente, ecco la marcia indietro. Il presidente del Consiglio dice che nella manovra l’abolizione delle province non c’è mai stata, se la sono sognata opposizione e giornali, ovviamente comunisti. Eppure, una misura del genere sarebbe quanto mai necessaria in un momento di grave crisi economica come quella che sta attraversando il paese. Porterebbe ad un risparmio di circa 13 miliardi di euro l’anno, non proprio briciole. Dunque, bando ai misteri e fuori le carte. Vogliamo sapere se sull’abolizione delle province è in atto un barbatrucco o se il governo sta facendo sul serio. Vediamo se Berlusconi, almeno una volta nella vita, riesce a mantenere una promessa e a non piegarsi ai voleri della Lega che di abolire le province, feudi di potere e poltrone, proprio non ne vuole sentire parlare. Tanto che oggi ne ha sparata un’altra delle sue: l’istituzione di una bicamerale per l’accorpamento delle province. E’ proprio vero. Roma ladrona è un ritornello ormai stonato. Ora la Lega ha imparato i trucchi del mestiere, come quello di sparare l'ennesima pagliacciata con il chiaro obiettivo di conservare le province dove comanda e fa proseliti.

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