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VOLGARITA’ E SCIMMIE AMMAESTRATE

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Nel ’68 si professava "la fantasia al potere". Bei tempi, ora siamo alla volgarità al potere. La barzelletta (se così si può chiamare) raccontata da Sacconi, che non ha trovato niente di meglio che spiegare la manovra con l’esempio delle suore violentate, non merita commento, solo sdegno. Ormai non c’è più limite alle uscite infelici dei ministri di questo governo, evidentemente Berlusconi ha fatto scuola. Il premier ha offeso praticamente tutte le categorie sociali nel corso dei suoi (troppi) anni di governo e altrettanto hanno imparato a fare certi ministri, che, come fossero scimmiette ammaestrate, imitano Berlusconi soprattutto nei suoi aspetti più retrivi. Di Berlusconi ce n’è uno solo, per fortuna direi, ma non mancano squallidi imitatori. Italia dei Valori ha invitato Sacconi a scusarsi con le donne in primis e con tutti gli italiani poi. Poco importa se lo farà o meno perché tanto, tra poco tempo, lui e i suoi colleghi saranno solo un brutto ricordo per tutti gli italiani. A pensarci bene il filo rosso che collega tutta la storia politica di Berlusconi è proprio la volgarità. Fin dall’esordio, quando si presentava come un compito imprenditore pronto alla rivoluzione liberale del Paese. Quei collant davanti alle telecamere utilizzati per registrare i primi messaggi, quelli della "discesa in campo" a reti unificate, sono molto più di un trucchetto per rendere il volto più lucente e senza rughe, sono la metafora stessa del programma politico del Cavaliere. Telecamere, collant, belle gambe, donne facili, inganno mediatico, vuoto politico, Tarantini, Lele Mora, Ruby, le olgettine. E’ questa la filiera del berlusconismo, che ha portato al disastro economico e sociale l’Italia. Per questo non possiamo più tollerare la volgarità in politica.