Taggati con: bavaglio

GIU’ LE MANI DAL WEB!

No al bavaglio di InternetNo al bavaglio di Internet

Loro, i finiani, dicono di aver lavorato per la riduzione del danno ma che la legge sulle intercettazioni sia ora una legge accettabile è una colossale balla. Ci sono aspetti talmente odiosi in questo provvedimento che lo rendono del tutto inaccettabile e non c’è passo avanti o indietro che tenga. Il ddl intercettazioni è un gigantesco ed inesorabile passo indietro che ci riporta al paleolitico dell’informazione e al pleistocene della libertà. Ecco due nefandezze su tutte, per rispedirlo così come è al mittente: hanno mantenuto l’abrogazione dell’articolo 13 della cosiddetta legge Falcone, depotenziando la lotta alla criminalità organizzata e, con il comma 29 dell’articolo 1, hanno imposto una nefasta limitazione alla libertà del web, mai pensata prima e che non esiste in nessun altro paese del mondo. Il comma in questione, infatti, sottopone qualsiasi pagina web, che sia quella facente capo ad un grande gruppo editoriale o al blogger Mario Rossi di Gallarate, alle stesse regole dei giornali: le rettifiche andranno pubblicate entro 48 ore, con la stessa evidenza della notizia originale. Chi non lo fa, rischia una sanzione salatissima, fino a 12.500 euro che se per il gruppo Espresso spa, per fare un esempio sono bazzecole, per Mario Rossi sono un incubo. Tradotto, in parole povere: la libera circolazione di idee e notizie sensibili non solo saranno vietate sui mezzi di comunicazione del padrone, leggi Mediaset, o asservite al padrone, leggi Rai, ma non potranno più circolare sul web, libero spazio per libere menti. Di questo passo e con questo governo, pensieri, riflessioni, idee, denunce rimarranno li dove sono nel cassetto dei sogni e delle buone intenzioni. Ogni canale di comunicazione sarà inesorabilmente chiuso. Stiamo per diventare il primo e l’unico Paese al mondo nel quale un blogger rischia più di un giornalista ma ha meno libertà. Pretendere che un blogger proceda alla rettifica entro 48 ore dalla richiesta, esattamente come se fosse un giornalista,  sotto la minaccia di una pesantissima sanzione pecunaria, significa infatti dissuaderlo dall’occuparsi di temi suscettibili che sputtanano i poteri forti, politici ed economici. Di cosa, dunque, dovrei gioire o essere soddisfatto proprio non lo capisco. Dovrei forse gioire del fatto che la criminalità potrà continuare a compiere crimini? Oppure che questo governo di irresponsabili ha deciso di farsi beffa della sicurezza degli italiani? O del fatto che stanno compiendo un vero e proprio scempio, che imbavaglierà per sempre le nostre bocche, fino ad addormentare le nostre coscienze? Per questo, appoggio la lettera appello che alcuni dei più importanti giornalisti operanti anche su internet hanno rivolto alla presidente Giulia Bongiorno. L’accesso alla Rete sta diventando in centinaia di paesi al mondo un diritto fondamentale dell’uomo. Sarebbe paradossale che proprio l’Italia debba rinunciarvi per sempre. 

INTERCETTAZIONI: MAGGIORANZA SENZA VERGOGNA

Manifestazione contro il ddl intercettazioniManifestazione contro il ddl intercettazioni

Il presidente del Consiglio e la sua maggioranza sono senza vergogna. Proseguono a tappe forzate verso il loro obiettivo finale, noncurante di tutti i rilievi che sul ddl intercettazioni arrivano da ogni parte. Da ultimo, quello di oggi  del presidente dell’Autorità garante per la privacy, Francesco Pizzetti che, nella relazione annuale al Parlamento, ha detto che l’allarme sulla libertà di stampa è giustificato. Un modo come un altro per dire, e va letto tra le righe, che la tutela della privacy non c’entra nulla con questo provvedimento che serve solo e soltanto a Silvio Berlusconi e non a Mario Rossi o Luca Bianchi. Il premier vuole mettere il bavaglio alla stampa e i suoi fidi scudieri sono già all’opera. Non gliene frega niente se questo ddl è una resa incondizionata alla criminalità, se con questo provvedimento si celebrerà la morte della giustizia e della legalità in questo Paese. Oggi, nonostante i rilievi di inopportunità del presidente della Camera Gianfranco Fini, e nonostante le denunce di Italia dei Valori e di tutta l’opposizione, è stata compiuta una forzatura sui tempi del dibattito del ddl intercettazioni senza precedenti. La maggioranza ha imposto al Parlamento che la discussione del provvedimento inizi l’ultima settimana di luglio, in contemporanea alla discussione e l’approvazione della manovra finanziaria. La maggioranza vuole concludere il tutto e approvare il ddl entro la prima settimana d’agosto, sperando che gli italiani in vacanza non si accorgano della vergogna che stanno propinando loro. Sperando che gli italiani, distratti dagli ombrelloni e complice la disinformazione del tg1 di Minzolini, che anche ieri ha superato se stessa nascondendo nell’edizione delle 13.30 che Dell’Utri è stato condannato, non si accorgano di nulla. Stiano sereni e tranquilli quelli della maggioranza. Stia sereno e tranquillo anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ci penseremo noi di Italia dei Valori a urlare a squarciagola in piazza lo scandalo di questo ddl. Cominceremo già da domani, in piazza Navona a Roma, insieme alla Federazione nazionale della stampa e del popolo viola. Continueremo in Parlamento, con un’opposizione senza esclusione di colpi. Ne vedremo e ne vedrete delle belle. E’ una promessa.

Arrestateci tutti!

Arrestateci tutti!Arrestateci tutti!

E’ emergenza democratica. Non c’è un solo istante da perdere. Dobbiamo organizzarci, scendere in piazza, urlare contro questo regime che marcia verso l’obiettivo finale: il buio della democrazia. I cittadini devono sapere cosa succederà da domani. E’ la fine della giustizia, la morte del diritto, la ghigliottina al diritto ad essere informati. Da domani voto di scambio, delitti di mafia saranno intercettabili solo per 75 giorni, delitti abominevoli come la pedopornografia solo per due mesi. Le vittime di stalking, invece, dovranno pensarci da sole a farsi giustizia mentre chi compirà registrazioni fraudolente sarà punito con il carcere fino a quattro anni. Da domani, nessun giornale potrà più scrivere o pubblicare mezza riga su inchieste come quella che degli sciacalli dell’Aquila, della casa di Scajola vista Colosseo, delle telefonate tra i boss della mafia con il senatore del Pdl Di Girolamo, della cricca degli appalti: pena minima prevista mezzo milione di euro per gli editori che trasgrediranno gli ordini del Re. Significa la morte del giornalismo d’inchiesta, la morte della verità, la fine del diritto ad essere informati. L’opposizione è sparita dai tg di stato. Basta guardare la presenza dei partiti e dei politici nei tg nazionali di prima serata nel mese di aprile, rilevati dall’Osservatorio di Pavia, per farsi un’idea. Tg2 dà qualche spazio in più all’opposizione: 24.5% in totale a Pd, Idv, Udc e Api. Il Tg3 riduce il tempo del governo ma da più spazio ai partiti di maggioranza, con l’opposizione al 34%, ma per opposizione spesso ha il vizio di intendere solo il Pd. Nel tg1 di Minzolini Silvio Berlusconi parla in prima persona per 667 secondi ininterrottamente. All’opposizione le briciole, ad IdV percentuali da prefisso telefonico. A partire da settembre non ci sarà più Santoro ed Annozero. Il direttore generale della Rai Masi lo ha liquidato con 10 milioni di euro. Questa sera il giornalista, durante la puntata, immagino chiarirà i termini della vicenda che lo riguarda. Resta il fatto che, con una mossa astuta, il governo senza ricorrere alla censura ha messo il bavaglio ad una delle ultime voci libere rimaste su piazza e che per farlo ha buttato nel cesso 10 milioni di euro, una cifra enorme, esagerata, incomprensibile, soprattutto in un momento di crisi economica come questa per cui l’Italia si ritroverà a pagare con una finanziaria che si annuncia di lacrime e sangue. Domani Italia dei Valori sarà in piazza. Grideremo “Arrestateci tutti!”. “Siamo tutti giornalisti!”.

INTERCETTAZIONI: IL GOVERNO VUOLE L’OMERTA’

Idv contro ddl intercettazioneIdv contro ddl intercettazione

Diritto alla giustizia, addio. Diritto di cronaca, addio. Diritto alla verità, addio. E’ questo l’obiettivo dichiarato della maggioranza con il disegno di legge sulle intercettazioni, che comincia oggi il suo iter in Senato, dopo l’approvazione alla Camera. Non volano colombe, solo avvoltoi e corvi neri. Niente ripensamenti operosi da parte del Governo, anzi. La maggioranza compatta, almeno in questo caso, non retrocede di un passo. I giornalisti non potranno più pubblicare una riga delle intercettazioni sbobinate, neppure per riassunto. Cosa vuol dire questo? Che di una notizia di reato, e di chi lo ha commesso, non si potrà più dare notizia. E’ questo quello che più di tutto preme al governo: mettere il bavaglio alla stampa, non vedere più il nome di chi ha rubato o truffato lo stato inchiostrato sui giornali. Sul resto, paradosso dei paradossi, è disposto pure a cedere. Pare, infatti, che la formula “evidenti indizi di colpevolezza”, che avrebbe bloccato sul nascere qualsiasi indagine, sia stata superata e che si stia tornando ai “gravi indizi di reato”. Almeno, si limita il danno. Per il resto si peggiora: per i processi attuali si avranno solo tre mesi per mettersi in regola, rimane a 60 giorni la durata massima per le intercettazioni e toccherà ad un tribunale di tre persone autorizzare quello che prima passava per le mani di un solo giudice. E per quanto riguarda la pubblicazione sui giornali, o recitate in tv, via al capolavoro assoluto: nessuno osi pubblicarne neanche una riga o uno stralcio, pena 500 mila euro di multa per l’editore e carcere fino ad un anno se si pubblicano ascolti destinati al macero. C’è tutto Berlusconi in questa marcia forsennata verso il bavaglio finale alla stampa, un presidente del Consiglio che se ne frega bellamente dei problemi veri della gente ed è spasmodicamente e maniacalmente impegnato a preservare intatta la sua immagine di leader perfetto, senza rughe e senza grinze, a conservare intatto il suo mondo di plastica fatto di “cieli azzurri, bambini felici e famiglie serene”. C’è tutta la sua volontà a tenere lontani gli “odiati giornalisti”, almeno quelli non asserviti, dal disegno “comunista”, dipietrista” e “sfascista” di voler squarciare la tela della sua favola italiana con la quale incanta ormai da più di vent’anni gli italiani. Italia dei Valori si opporrà dentro e fuori il Parlamento a questa orrenda legge sulle intercettazioni che scrivono la parola fine alla libertà di stampa. Il giorno dopo l’approvazione di questa altra vergognosa legge vergogna, Idv lancerà il referendum, il quarto, dopo quello sul nucleare, il legittimo impedimento e la privatizzazione dell’acqua.