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VATICANO CONDANNI NUOVA SODOMA E GOMORRA

Bertone - Papa Benedetto XVI - BerlusconiBertone - Papa Benedetto XVI - BerlusconiScenari desolanti, squallidi, su cui molti hanno detto e scritto più e meglio di quanto potrei fare io. Commentare questa marea nera di umana desolazione e di comportamenti abietti del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, rischierebbe di dar vita ad una inutile cacofonia per di più in stereo. C’è una cosa, però, che oggi mi colpisce come un pugno nello stomaco, ed è il silenzio assordante di queste ore dei più alti rappresentanti della Chiesa. Rumors annunciano una presa di distanza del Vaticano da Palazzo Chigi. Io credo, però, che mai come oggi una presa di distanza, seppur lodevole, sia poca cosa di fronte a questa marea nera. Oggi, più che mai, credo serva che la Chiesa, attraverso un suo insigne rappresentante, condanni con forza ed inequivocabile fermezza, i comportamenti e la condotta morale di un presidente del Consiglio degno del miglior Caligola, che sta trascinando un paese intero nella marea nera in cui ha scelto di vivere. Ho sempre nutrito il massimo rispetto per l’alto magistero della Chiesa, pur essendo animato da profondo spirito laico che mi ha portato più volte ad argomentare su questo blog posizioni diverse e distanti dal Vaticano. Mi riferisco al testamento biologico, alla procreazione assistita, all’aborto, all’eutanasia. Ho ascoltato con rispetto, così come si deve, come chi investito dai cittadini dal ruolo di parlamentare deve fare, per poi agire laicamente e nel rispetto di tutto i valori in campo. Ma oggi, le prese di distanza non bastano. Servono parole dure di condanna e, per quanto insignificante possa essere il mio appello, lo chiedo con forza ed insistenza, proprio perché da laico sono fermamente convinto che il mondo, come ha detto Papa Benedetto XVI qualche giorno fa, ha bisogno della parola di Dio di fronte al disfacimento morale. Se non è disfacimento morale questo, chiedo alla Chiesa con rispetto, cosa è? Per questo, oggi e non domani, credo che l’intera comunità, quella cattolica e non, abbia bisogno di un atto di coraggio, come quello di Gesù, quando osò sfidare i potenti cacciando i mercanti dal tempio. Se il Papa, qualche giorno fa, ha sentito il bisogno e l’urgenza di condannare l’educazione sessuale nelle scuole come minaccia alla libertà religiosa delle famiglie, poiché trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, non sente oggi il bisogno di pronunciare le sue parole di alto magistero nei confronti di comportamenti che tradiscono i valori della Chiesa, quei valori che Papa Benedetto XVI ogni giorno giustamente ci rammenta, come il valore della famiglia e del matrimonio? Non ritiene egli che i comportamenti del presidente del Consiglio trasmettano ai giovani e alle future famiglie valori sbagliati, errati, in una concezione di mercimonio della sessualità e dell’amore? Chi, come Silvio Berlusconi, alla vigilia di Natale, negli scambi augurali con il cardinal Bertone, proclamava e vantava i valori della Chiesa al centro della sua azione di governo, non umilia quell’ethos cristiano, base essenziale e permanente dell’agire morale, che proprio il Santo Padre ha ricordato alla vigilia del Santo Natale? Con rispetto ed umiltà, credo che quanto emerge oggi a carico di Silvio Berlusconi ferisca i diritti umani e la morale cattolica in modo incomparabilmente maggiore rispetto a quello che quotidianamente la Chiesa stessa condanna, come le tecniche artificiali di procreazione, l’eutanasia legalizzata, l’aborto, l’omosessualità. Come può, mi domando, la Chiesa, avere parole nette su questi temi e rimanere in silenzio di fronte a tale, agghiacciante e disarmante degrado morale?