Taggati con: bilancio Idv

Rispondo alle domande sul bilancio

Voglio rispondere ai commenti lasciati sui vari siti e blog del partito e sui social network relativamente alla pubblicazione del bilancio del gruppo Idv alla Camera. Essendo doveroso, dopo aver scelto la linea della trasparenza, dare ogni risposta a chi chiede chiarimenti.

Rispondo innanzitutto a ‘Cives’ che definisce il documento da me pubblicato un semplice rendiconto delle spese sostenute, ma non un bilancio in senso formale. E’ evidente che ha ragione. Ma credo che la cosa importante, visto che il rendiconto pubblicato è talmente analitico da riportare ogni singola voce di spesa, sia il merito e non la forma. In altre parole quello che conta è che i soldi siano stati spesi correttamente anche perché vi posso garantire che, incaricare una società di revisione dei conti di certificare il bilancio, costa un sacco di soldi. In ogni caso appena scoppiata la vicenda Fiorito il gruppo Idv aveva già deciso, a partire dal bilancio del prossimo anno, di incaricare una società di revisione dei conti per far certificare il bilancio. E già avevamo richiesto diversi preventivi alle più importati società di revisione. Nel frattempo la Camera ha approvato, anche su nostra richiesta, che tale adempimento diventasse obbligatorio per tutti i gruppi, per cui, dall’anno prossimo, il bilancio sarà assolutamente formale e certificato.

Rispondo poi ad Alberto De Cristoforo che chiede come mai non vi sia rispondenza tra le somme in entrata a bilancio del gruppo e il finanziamento pubblico al partito Italia dei Valori. La risposta è che le somme son diverse perché si tratta di due cose separate e distinte. All’interno del bilancio della Camera dei Deputati, infatti, vi è uno specifico capitolo che riguarda i fondi dei gruppi parlamentari e che li assegna a ciascun gruppo in proporzione al numero dei deputati. E’ sicuramente un contributo importante ma è un contributo assolutamente indispensabile, come potete riscontrare dal fatto che circa il 90% del nostro bilancio se ne va in stipendi. Per poter funzionare efficacemente ed onorare il mandato degli elettori, infatti, un gruppo parlamentare deve svolgere una mole enorme di lavoro, di studio, di ricerca, specialmente finalizzato alla stesura di testi normativi, spesso su questioni squisitamente tecniche e di estrema complessità. Per questa ragione Italia dei Valori ha assunto poco più di dieci persone, tutte di altissima formazione professionale – avvocati, ricercatori universitari, economisti- che quotidianamente seguono i lavori delle commissioni, assistendo i parlamentari nella stesura di disegni di legge, emendamenti e di ogni altro atto parlamentare o normativo. Oltre che, naturalmente, nelle lunghe e complesse sedute di bilancio nelle manovre finanziarie annuali. Oltre a questo ovviamente il gruppo ha anche una segreteria ed un ufficio stampa con funzioni diverse, ma certamente non meno importanti. Per questi motivi mi sento di dire che questi non sono costi della politica ma costi di funzionamento della democrazia.

A Fulvio Riccio che chiede se è giusto che i cittadini con le loro tasse paghino 818 euro all’onorevole Evangelisti per venire in Aula a votare la sfiducia a Monti rispondo che è stata una mia scelta, in coincidenza con il primo voto di sfiducia di Italia dei Valori al governo, e che ho ritenuto politicamente rilevante che il gruppo Idv fosse presente nel modo più compatto possibile. Per questa ragione ho chiesto all’On. Evangelisti di troncare una vacanza già programmata negli Usa. Mi è sembrato doveroso, avendogli fatto perdere alcuni giorni di vacanza e quindi il prezzo degli alberghi già pagato ed il biglietto di ritorno già acquistato, rimborsargli le spese di ritorno. In ogni caso, essendo stata una mia scelta, me ne assumo le responsabilità.

A Guido Gentili che si lamenta per l’eccessiva spesa per i caffè, faccio notare che tale spesa è nell’ordine dei cento o duecento euro in un anno e non riguarda parlamentari e dipendenti, ma riunioni che quotidianamente avvengono presso i gruppi parlamentari con parti sociali, rappresentanze di ambasciate, associazioni, enti, istituzioni con i quali un gruppo parlamentare deve intrattenere relazioni e ai quali, spero concorderete con me, non possiamo chiedere di pagarsi il caffè che offriamo. I parlamentari e i dipendenti il caffè se lo pagano, come fa lei. Spendiamo invece, ed è vero, più di mille euro d’acqua per un paio di boccioni collocati negli uffici del gruppo, a disposizione dei dipendenti e della presidenza del gruppo parlamentare, ma, sinceramente, non me la sento di chiedere di bere di meno.

A Giuseppe N., che si lamenta perché abbiamo speso in un anno 4500 euro di cene, mi limito a rispondere la legittimità di questa spesa, visto che in un anno abbiamo fatto in tutto tre cene con i parlamentari (sono anche occasioni per creare spirito di gruppo tra i colleghi) oltre ad una cena di Natale con i dipendenti e ad un pranzo di lavoro con l’ufficio stampa. A me sinceramente non sembra molto. Quanto ai 49.000 euro di parcella pagata al Prof Pace per un parere sull’ammissibilità dei tre quesiti referendari dello scorso anno faccio osservare che stiamo parlando di uno dei più autorevoli costituzionalisti italiani e che il parere era assolutamente indispensabile per non rischiare di raccogliere inutilmente milioni di firme su quesiti che poi potevano essere dichiarati inammissibili. Dovete infatti considerare che tanto il quesito sull’acqua pubblica, quanto quello sul nucleare, riguardavano l’abrogazione di una pluralità di leggi che si erano succedute nel corso degli anni, creando così un’enorme difficoltà nello scegliere tra le norme da abrogare e quelle da tenere in vita.

Lasciatemi chiudere con la frase finale del commento di Giuseppe N. “sfido qualunque altro partito a produrre un rendiconto in modo così analitico”.

Il nostro bilancio, voce per voce

Nelle scorse settimane ho deciso di rendere pubblico il bilancio 2011 (lo trovate in allegato) del gruppo di Italia dei Valori alla Camera, per sottoporlo al giudizio dell’opinione pubblica e dell’informazione. Non stiamo parlando del bilancio fatto di cinque o sei voci generali all’interno delle quali ci può stare tutto e il contrario di tutto, ma di un bilancio analitico al centesimo di euro, dettagliato al singolo scontrino, alla singola ricevuta, alla singola fattura pagata, fosse anche l’acquisto di un toner della stampante o il francobollo per spedire una busta.

Voleva essere l’assunzione di responsabilità di un gruppo che sa di aver gestito con scrupolo e parsimonia il denaro pubblico e, al tempo stesso, un tentativo di riavvicinarsi ai cittadini accettando il confronto e il giudizio su ogni singola spesa fatta. Per redigere il bilancio in modo così analitico, tuttavia, c’è voluto del tempo e, frattanto, è arrivato il caso Lazio che ci ha ferito tutti nel profondo.

Ho riflettuto a lungo se avesse ancora senso procedere con la pubblicazione del bilancio del gruppo di Italia dei Valori alla Camera. Mi sono convinto che oggi ha più senso che mai, perché rappresenta una sfida e, al tempo stesso, un auspicio. La sfida rappresentata dalla trasparenza totale e l’auspicio che spontaneamente, come sta facendo il gruppo parlamentare al Senato che pubblicherà il proprio bilancio nei prossimi giorni, o come hanno già fatto alcuni gruppi consiliari, questa trasparenza diventi un modello per i gruppi dell’Idv in tutte le regioni. Là dove, invece, non ci dovesse essere una risposta spontanea ci sia, per dirla alla Di Pietro, una risposta “spintanea” fatta di controlli puntuali e richieste.

Allontanare su due piedi chi è accusato di aver già commesso fatti gravi, infatti, è senz’altro un segnale positivo ma, ancora meglio, è prevenire imponendo regole rigorose. Qualora risultasse che tali regole non vengono rispettate, è nostro dovere fare pulizia senza guardare in faccia a nessuno.