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LA CASTA HA DETTO "NO" AL DIMEZZAMENTO DEI PARLAMENTARI

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Dimezzamento parlamentari: inammissibile. Così la Camera ha deciso solo pochi minuti fa. Il nostro emendamento per dimezzare il numero dei parlamentari non è stato ammesso, non è stato possibile, quindi metterlo ai voti. Come ha giustamente detto il mio collega Antonio Borghesi in Aula è si tratta di una decisione inaccettabile perché in questa legislatura una miriade di emendamenti sono stati infilati nei decreti legge, al punto da fargli cambiare nome. In ogni caso, l’inammissibilità avrà fatto tirare un sospiro di sollievo a molti. Secondo noi è proprio questo il vero motivo per cui è stato dichiarato inammissibile: non vogliono votare una norma sulla quale sono a parole tutti favorevoli, ma che in realtà non vogliono in alcun modo approvare. Il voto, così com’è stato per l’abolizione delle province, farebbe chiarezza su chi dice la verità ai cittadini e chi mente. Oggi il Parlamento ha perso l’opportunità di dare un segnale ai cittadini, che giustamente pretendono dalla classe politica un cambiamento reale e concreto, una riduzione dei costi, una maggiore sobrietà, la possibilità di decidere chi eleggere e da chi farsi governare, competenza, onestà, e un sacco di altre cose che questa classe dirigente sembra aver smarrito. 630 deputati e 315 senatori sono un po’ troppi per l’Italia, soprattutto se paragonati ai 435 deputati e 100 senatori degli Stati Uniti. In compenso, decisione fresca fresca della capigruppo, arriva in Aula alla Camera, la prossima settimana, la legge sulle intercettazioni. Non abbiamo più parole, solo sdegno e sbigottimento di fronte a questa maggioranza che, invece di pensare a provvedimenti per affrontare la grave crisi economica e rilanciare l’economia, porta in Aula la norma sulle intercettazioni. Da non credere, così non si può andare avanti. Rinnoviamo il nostro appello al Presidente della Repubblica affinché faccia sentire la sua autorevole voce per ricreare le condizioni di agibilità democratica che al momento sembrano compromesse.  

75 EMENDAMENTI, BOCCATA D'OSSIGENO

75 emendamenti, con l’obiettivo di ripristinare criteri di equità, equilibrio e crescita nella manovra iniqua, deprimente e depressiva del governo che bocciamo senza se e senza ma”. Ecco le nostre proposte concrete contro la manovra approvata al Senato. “Per cominciare: no all’aumento dell’Iva, che avrà un effetto depressivo sull’economia e che colpirà i ceti meno abbienti; sì alla cancellazione dell’articolo 8, che compie un atto di violenza inaudita nei confronti dei diritti dei lavoratori; no all’aumento dell’età pensionabile delle donne, sulle quali il governo vuole fare cassa, senza riconoscimenti di sorta per le madri-lavoratrici”. Per ognuno di questi no Italia dei Valori propone un sì, alternativo, serio ed efficace, con il quale reperire le risorse necessarie ad evitare le scelte sbagliate di questa manovra, che si accanisce sulle famiglie, sui giovani e sui ceti meno abbienti”.“27 misure per dare una sforbiciata ai costi della politica; 14 misure per ridurre le spese eccessive della pubblica amministrazione; 13 misure per una seria lotta all’evasione fiscale; 11 misure per un serio piano di liberalizzazioni, 10 misure straordinarie per la riduzione dello stock del debito.Costi della politica. Italia dei Valori propone l’eliminazione dei vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali; riduzione dell’indennità dei parlamentari e dei ministri; eliminazione dei rimborsi elettorali ai partiti; abolizione delle province; eliminazione auto e aerei blu; soppressione delle comunità montane, consorzi di bonifica e autorità d’ambito territoriale ottimale; soppressione degli enti inutili; blocco delle consulenze e incarichi; amministratore unico per le società e gli enti partecipati dagli enti territoriali; riduzione dei costi degli apparati amministrativi, etc..Riduzione spese eccessive della pubblica amministrazione. Idv propone l’abolizione dell’autonomia di budget di palazzo Chigi; riduzione delle spese militari e per le missioni; più efficaci controlli in materia di invalidità; unificazione degli enti previdenziali; gestione consorziata di tutti i servizi tra i comuni con meno di 20mila abitanti e altro ancora.Misure fiscali. Idv propone il ripristino di norme per il contrasto all’evasione, volte a colpire davvero i grandi evasori per reinvestire in detrazioni fiscali a favore delle famiglie ed incrementare gli assegni familiari. Infine, Idv propone un serio piano di liberalizzazioni e misure straordinarie per ridurre lo stock del debito.“Con i nostri emendamenti intendiamo correggere una manovra profondamente devastante per la nostra economia e per le famiglie italiane. Tagliare i costi della politica per reinvestire a favore delle famiglie, ridurre le spese eccessive per ridare spazio e speranza ai giovani, perseguire l’evasione fiscale per ridare ossigeno alla nostra economia, liberalizzare per favorire crescita e sviluppo: questi gli obiettivi dei nostri emendamenti”.

PARLAMENTO, IL LAVORO PREMIA IDV

C’è gruppo e gruppo. Deputato e deputato. Openpolis è un gruppo di ricerca che monitora l’attività parlamentare valutando la produttività dei gruppi parlamentari e dei singoli deputati. Ebbene, oggi il rapporto di Openpolis, diche che i gruppi parlamentari di Camera e Senato dell’Italia dei Valori sono i più produttivi del Parlamento. Alla Camera dei Deputati il nostro indice è 224,3, seconda la Lega, ferma a 142,7. Al Senato 257,2, segue l’Udc, con 190,6. Lungi da me voler celebrare qui oggi, sul mio blog, i fasti dell’Italia dei Valori. Traggo spunto da questa classifica, che non nascondo mi inorgoglisce e non poco, per fare alcune considerazioni. Non c’è solo il riconoscimento al nostro lavoro svolto, sia alla Camera come al Senato. Questi dati indicano, con ragionevole equilibrio, non solo la quantità ma anche la qualità del lavoro svolto dall’Italia dei Valori nei due rami del Parlamento. I dati di Openpolis non vanno presi per verità assoluta, certo, non sono una classifica esatta, va bene, ma senz’altro un indicatore attendibile di quanto lavoro si fa. E in un Parlamento bloccato dall’immobilismo del governo e della maggioranza il nostro risultato brilla ancor di più per eccellenza ma non solo. I dati di Openpolis smentiscono clamorosamente tutte quelle voci, e sono tante, che da sempre ci accusano di essere una forza di opposizione che sa solo protestare in piazza. Nelle condizioni date, Italia dei Valori, invece, si attesta come forza politica che lavora sodo nelle istituzioni. Ricordo qui, a voi e non solo, che Italia dei Valori è stata l’unica forza di opposizione in Parlamento, che si è presa la briga di presentare una controrelazione di minoranza alla Finanziaria. Ogni volta che abbiamo criticato una legge, infatti, non ci siamo limitati alla parte destruens, ma abbiamo proposto l’alternativa, la pars costruens, ovviamente puntualmente ignorata dalla maggioranza. Il Pdl vorrebbe metterci all’angolo, a noi più di tutti, facendo credere alla gente che siamo quelli dell’opposizione fine a se stessa. Non è così, e Openpolis lo dimostra. Un plauso speciale al collega ed amico Antonio Borghesi, vicepresidente del nostro gruppo parlamentare, che vince la palma d’oro di Montecitorio con uno score di 780. E’ il parlamentare con l’indice di produttività più elevato. Merita un plauso, perché insieme a tutto il gruppo ha coniugato quantità e qualità. Orgogliosi di questo risultato, stimolo ad andare avanti e a fare di più e meglio. A cominciare dalla battaglia referendaria che ci ha visto soli protagonisti assoluti e chi ci impegnerà, anima e corpo, in questa primavera di rinascita. 

ONESTI SEMPRE, FESSI MAI

Luigi De MagistrisLuigi De MagistrisIl rinvio a giudizio di Luigi De Magistris per omissione di atti d’ufficio  da parte del tribunale di Salerno e il conseguente dibattito apertosi tra lui ed il collega ed amico Antonio Borghesi, credo impongano una seria riflessione sul nostro codice etico e sulla sua applicazione. Io l’ho fatto, ho riflettuto a lungo in questi giorni. Il punto è questo e credo vada affrontato apertamente: il codice etico di Italia dei Valori va tenuto così come è oppure va modificato? E ancora, va applicato con intransigenza o ci sono situazioni che meritano una riflessione in più? Ebbene, pronto anche a confrontarmi con le critiche che mi dovessero piovere addosso, ma assolutamente convinto, in piena onestà intellettuale, delle conclusioni cui sono giunto, ve le voglio illustrare. Sono innanzitutto convinto che il codice etico di IDV sia sacro e vada applicato alla lettera. L’errore peggiore che potremmo fare, a fronte di un caso come quello di Luigi, che ci fa sentire nella sua particolarità tutti i limiti di una norma così rigorosa ed inflessibile, è quello di abbassare l’asticella, e cioè di cambiare la regola e di darci uno standard etico meno forte ed incisivo. La seconda possibilità è quella di limitarci, puramente e semplicemente, così come chiede l’amico Borghesi, ad applicare la norma del codice etico, chiedendo a Luigi, in quanto rinviato a giudizio, di sospendersi dal partito e dal gruppo all’Europarlamento. Si tratta di una scelta che, evidentemente, dal punto di vista logico è ineccepibile ma, credo, in questo caso dietro alla logica si annidi una sostanziale ingiustizia. E spiego subito il perché. Se avessimo ragionato così dall’inizio, Di Pietro non avrebbe potuto fondare l’Idv per gli strascichi di Mani pulite, ovvero la gragnola di procedimenti penali cui è stato sottoposto e da cui poi è stato completamente scagionato. E’ per questo che la conclusione cui sono giunto è che per tutti coloro i quali, nel loro percorso professionale e pre-politico hanno combattuto in trincea per scardinare il sistema di connivenze e malaffare tra politica, mondo della finanza e criminalità organizzata, sia necessario un approfondimento in più. E’ evidente, infatti, che quando si lascia una trincea rovente per dedicarsi all’impegno politico ci può essere chi ha interesse a gettare schizzi di fango addosso. Proprio per avere tempo e modo di apprezzare la verità dei fatti, credo sia una questione di vera e propria giustizia sostanziale, limitatamente a questi casi, attendere l’esito della sentenza di primo grado. Non dico di quella sentenza definitiva che in Italia o non arriva mai o arriva dopo dieci anni ma certamente almeno quella di primo grado. Tanto più che chi come De Magistris non ha nulla da nascondere ha tutto l’interesse di correre dal suo giudice per definire quanto prima la propria totale estraneità ai fatti. Non si tratta di fare due pesi e due misure, ma di affermare, di fronte ai mille attacchi strumentali che, ogni giorno arrivano contro di noi da avversari politici e da una stampa di regime, una regola semplice semplice: onesti sempre, fessi mai.

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