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ECOBALLE, FUFFA E CAMORRA

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Emergenza rifiuti? ‘Ghe pensi mi’. No, presidente, lasci perdere. Se questi sono i risultati non se ne occupi, per carità. L’Unione Europea è stata impietosa: ‘dopo due anni la situazione non e' molto diversa. I rifiuti sono per le strade, non c'e' ancora un piano di trattamento e gestione della
differenziata’. Le roboanti dichiarazioni di Berlusconi, che per due anni ha menato vanto di aver risolto l’emergenza, si sono rivelate per quel che sono: fuffa. Per chi non lo sapesse, al di là del significato metaforico, la parola fuffa indica quella specie di lanetta che si forma sui tessuti. Molto diversa dalla corposa sostanza dei rifiuti campani. Saviano scrive che i rifiuti illegali accumulati l’uno sull’altro, formerebbero una montagna alta 15mila metri, quasi due volte l’Everest, con una base di tre ettari.  La ‘monnezza’ è un problema ormai cronico in Campania, visto che l’emergenza inizia formalmente l’11 febbraio del 1994 e nessuno si aspetta che un colpo di bacchetta magica risolva il problema in una settimana. La colpa del governo è aver, anche in questo caso, fatto facile propaganda sulla pelle dei cittadini. Berlusconi non risolve i problemi, li nasconde, li occulta alle telecamere, nasconde, insomma, le ecoballe sotto il tappeto. Tutto rimane uguale, ma a sentir lui tutto cambia in meglio. Balle, anzi, eco-balle. Ieri il presidente della Repubblica è intervenuto sulla questione, affermando che non aveva ancora ricevuto il decreto  sulla raccolta dei rifiuti e i termovalorizzatori. Non solo chiacchiere, ma anche scorrettezza istituzionale. Dovuta forse alla guerra intestina al Pdl campano, che vede nella gestione dei termovalorizzatori un’occasione di lucro. C’è in ballo un affare da un miliardo di euro. Ed infatti litigano ferocemente. L’asse Carfagna – Caldoro vs Cosentino – Cirielli. I primi vorrebbero che la competenza sui termovalorizzatori fosse affidata alla regione, i secondi alle province. Una guerra tra bande che danneggia i cittadini, esposti a rischi sanitari enormi. Ed intanto la camorra continua a fare affari. Come sempre. La relazione conclusiva della commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, presidente il fisico Massimo Scalia, già nel 1998 affermava: La criminalità organizzata di stampo camorristico continua ad intervenire in maniera diretta sui traffici illeciti di rifiuti, lucrando notevoli somme di denaro: si tratta di  un'affermazione che ha avuto una corale evidenza nel corso delle audizioni e che quindi va assunta in questa relazione. Del resto, sono stati anche i collaboratori di giustizia a illustrare a questa
Commissione lo schema di intervento della camorra, nonché una versione storicizzata dei fatti. La criminalità organizzata si pone come terminale del traffico, nel senso che assicura il territorio ove smaltire illecitamente i rifiuti: può fare ciò perché è la camorra stessa a controllare e gestire ogni
metro quadro di ampie aree del territorio campano. In particolare la provincia di Caserta presenta zone controllate manu militari dalla criminalità organizzata, che addirittura organizza staffette per pattugliare le strade e attua attività di controllo sulle macchine non conosciute che transitano per
quelle vie. Oggi non è cambiato nulla.