Taggati con: Cei

CATTOLICI DEL PDL, CUOR DI CONIGLI

Ieri Bagnasco ha pronunciato parole chiare e inequivocabili. Solo i cattolici del Pdl sembrano non averle capite. Come si dice, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Eppure, lasciando da parte la fede di ciascuno per cui nutro profondo rispetto, basterebbe un minimo di onestà intellettuale e forse un pizzico di coraggio in più per comprendere. Ma chi il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare diceva qualcuno. Piccola carrellata breve ma intensa. Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute, è la più dura di comprendonio, si fa per dire, e provoca un misto di tenerezza e rabbia. Encomiabile il tentativo di difendere il presidente del Consiglio e di rilanciare, come si dice in termini calcistici, la palla in tribuna. “Le parole del cardinal Bagnasco non hanno nulla a che fare con un passo indietro di Berlusconi”. E poi continua imperterrita brandendo lo scudo del testamento biologico, una legge voluta, trainata dal nostro governo e in particolare dal presidente Berlusconi. Peccato che non la voglia il Paese. Continua la carrellata. Maurizio Sacconi: “il suo è stato un invito a tutti a riflettere sulle condizioni delle istituzioni, economia e società d’affari”. Altro giro altra corsa. Gaetano Quagliariello, ex radicale: “Nel testo non c’è il nome di Berlusconi, né quello di Penati quando Bagnasco fa riferimento ai comitati d’affari”. Insomma, non proprio cuor di leoni. Il ministro Rotondi la butta sul comico, definendo Berlusconi “un santo puttaniere” ma c’è davvero poco da ridere. E infine l’onorevole Leone che si lancia insensatamente: “Bagnasco potrebbe riferirsi anche ad altri, tipo ai cattolici divorziati che convivono. Appunto. Ovvero sempre Silvio, prima che Veronica mandasse il matrimonio all’aria. Giuro che pago la cena a colui che, cattolico di centrodestra patentato e universalmente riconosciuto, mostri il coraggio di dire “sì”, Bagnasco si riferiva al presidente del Consiglio. Se non altro perché, come ha detto lo stesso Bagnasco “Chiunque sceglie la militanza politica, sia consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’onore che comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda”. Lo dice la Costituzione, non il Vangelo.

BIOTESTAMENTO, ILLIBERALE E INCOSTITUZIONALE

video: 
Ieri, il cardinal Bagnasco, presidente della Cei, è tornato a pronunciarsi sul fine vita, il giorno dopo che Montecitorio aveva finito di avviare la discussione della legge sul biotestamento, sulla quale il Parlamento si pronuncerà ad aprile. La smania di dominare e manipolare fino all’estremo della vita umana, nel sacrario del suo principio e nel mistero del suo concludersi, alimenta un atteggiamento strumentale che, mentre non rispetta correttamente la natura, umilia anche se stessa: queste le parole del cardinale. Rispetto le parole del presidente della Cei che mi hanno fatto molto riflettere. Ma la mia memoria va agli ultimi giorni di Giovanni Paolo II quando, nell’atto estremo della sua vita, disse: “lasciatemi andare alla casa del padre”. Lungi da me l’idea di manipolare o usare le parole o i gesti dell’uno o dell’altro, in un senso o nell’altro. Ho troppo rispetto delle sensibilità altrui per farlo. Quello che mi preme dire è se sia possibile che, in questo Paese, si possa arrivare mai ad una legge condivisa che garantisca allo stesso tempo sia chi per proprie convinzioni religiose sceglie di essere sottoposto a trattamenti medici fino all’ultimo secondo di vita, sia chi la pensa nella maniera opposta e tramite le dichiarazioni anticipate di trattamento manifesti la volontà di non ricevere più cure oltre una certa soglia, in caso di malattia irreversibile. Con questa legge che la maggioranza ha portato in Parlamento certamente no. Sono molte, troppe, le contraddizioni di questo testo e le palesi violazioni della nostra Carta costituzionale. A cominciare dall’articolo 32 della Costituzione che vieta la terapia obbligatoria, mentre questa legge impone idratazione e nutrizione; l’articolo 3 della Costituzione che dice che i cittadini sono tutti uguali e hanno pari dignità, ma questa legge dice che valgono solo le dichiarazioni rese da chi è cosciente. Per questo, come persone chiamate a svolgere il ruolo di legislatori, al di là del nostri personali credi religiosi o etici, in nome e per conto di tutti i cittadini, al di là dei loro personali credi religiosi o etici, abbiamo sentito il dovere di pronunciarci chiaramente e di presentare sul testo della maggioranza una pregiudiziale di costituzionalità e una relazione di minoranza, elaborata da Antonio Palagiano, nostro capogruppo in Commissione Affari sociali e Responsabile sanità del partito. Una pregiudiziale di costituzionalità e una relazione di minoranza per denunciare il carattere fortemente illiberale di questo testo e le sue numerose contraddizioni. Da qui e su questo parte la nostra sfida: i partiti gettino la maschera ed esprimano un parere sulla costituzionalità. Questa legge è priva delle premesse scientifiche necessarie per portare avanti un confronto accettabile, denota mancanza di buon senso, di rispetto della persona e della Costituzione. Riscriviamola insieme.