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ULTIMA CHIAMATA PER IL CENTROSINISTRA

 Il centrodestra è ormai in un avanzato stato di decomposizione e la monnezza che torna a sommergere il centro di Napoli ne è una sorta di rappresentazione plastica. Credo che presto Berlusconi e Fini verranno travolti dall’onda anomala della loro intollerabile ipocrisia. L’uno passa la mattina a corrompere (ovviamente per interposta persona) parlamentari dell’opposizione per rafforzare la sua malandata maggioranza, il pomeriggio a garantire al sottosegretario Cosentino l’impunità dall’accusa di camorra, e nottetempo lavora a garantire la propria di impunità. L’altro lo accusa di ogni nefandezza possibile, ultima quella di aver usato agenti dei servizi segreti deviati per confezionare attività di dossieraggio contro di lui. Ma poi, come nulla fosse, manda avanti  i vari Della Vedova, Bocchino e Briguglio a dire che, ci mancherebbe altro, loro alla maggioranza sono fedeli, e che voteranno tutto quello che gli verrà proposto, a partire dalla fiducia che Berlusconi forse chiederà in aula la prossima settimana. L’unica cosa che consente a questa parodia della politica, anzi, a questo spettacolo da postribolo di continuare a reggersi in piedi è la latitanza dell’opposizione. E, lo voglio dire subito, nessuno di noi è totalmente esente da colpe. Non certo  il PD, che nel momento in cui il paese si aspetta una proposta alternativa di governo, appare paralizzato da lotte intestine che risultano  incomprensibili per chi vi assiste attonito, e che fino a qui non ha ancora riorganizzato il fronte dell’opposizione solo perché al suo interno si confrontano, senza che alcuna abbia ancora prevalso, idee opposte sul come riorganizzarlo e con quali alleati. Neppure mi paiono esenti da responsabilità i tanti candidati leader  del centrosinistra, a partire da Vendola e Chiamparino - tacendo dei minori - per i quali è sembrato talora che azioni, tempi e scelte della loro discesa in campo  coincidessero più con la promozione della propria persona che non dell’interesse collettivo della coalizione. Su Grillo sospendo il giudizio, come ho già detto, ma non nascondo la mano, e ribadisco che se, in nome di un purismo più puro degli altri, sceglierà la corsa solitaria, contribuirà anche lui a riconsegnare l’Italia a Berlusconi. Ad IDV, che pure ha l’incommensurabile merito di essere stata l’unica, in questi anni, ad avere sempre tenuto la barra dritta sulla difesa dei valori costituzionali e di legalità, anche quando a tutti gli altri faceva comodo fare gli struzzi, mi permetto di dire (e lo dico a me per primo) che questo oggi non basta più.  IDV non è più un piccolo partito, che deve pensare soltanto alla propria sopravvivenza e per il quale è inevitabile pensare solo a coltivare il proprio orticello. Oggi abbiamo il consenso di un partito di medie dimensioni e questo ci impone di farci carico di un ruolo di responsabilità più ampio e generale. Non dobbiamo cadere nel tranello di sembrare tesi più a lucrare sulle disgrazie del PD che non a sostenerne le forze più propositive. Insieme a queste forze dobbiamo lavorare per realizzare un obiettivo comune fatto di progetti, riforme e di un’idea di modernizzazione del paese. Mi dispiace, ma sul centrosinistra, oggi, non posso dare un giudizio diverso. Perché, anche a causa dell’attuale malgoverno, un giovane su tre ha perso o non ha mai avuto un posto di lavoro; stipendi e pensioni sono i più bassi d’Europa ma la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese è la più alta; siamo schiacciati dalla burocrazia e vessati da caste e lobby che odiano la meritocrazia. Frenati da un debito pubblico immenso e senza risorse per sanarlo. E, anche se so perfettamente che così non è, l’impressione che come centrosinistra tutti insieme stiamo dando, purtroppo, è che a tutto questo non ci pensi nessuno.