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IL PIANO PER IL SUD E' UNA BUFALA SENZA UN EURO. ECCO LE PROVE

 

Il ministro Raffaele Fitto, martedì scorso, durante la trasmissione Ballarò, lo ha annunciato in pompa magna: per il Sud il governo varerà a giorni un nuovo piano di 100 miliardi di euro. La campagna elettorale si avvicina e il Sud, si sa, è uno straordinario bacino di voti, così arrivano puntuali le promesse da marinaio di Berlusconi, strombazzate dai suoi adepti. Ma siccome poi ci accusano di essere la solita opposizione malfidata e menagrama, abbiamo atteso con pazienza la carta, quella che, dice un vecchio adagio, canta. E così oggi, in anteprima, vi mostriamo il decreto legislativo strombazzato dal ministro Fitto, varato proprio ieri dal Consiglio dei Ministri. Abracadabra, ecco il piano dei miracoli. La Campania soffoca sotto un mare di rifiuti? L'Abruzzo ancora piange le sue macerie? La Sicilia, la Sardegna, la Puglia, la Basilicata ed il Molise annaspano? Niente paura. Mago Merlino Berlusconi e Raffaele Fitto Perceval hanno preparato nel pentolone presidenziale, dove tutto entra e nulla esce, la pozione magica: un pizzico di infrastutture, un po' di giustizia, una manciata di talento, una spruzzatina di università e ricerca e la fregatura per il Sud è servita, con gioia e giubilo di Umberto Bossi Maga Magò. Fuor di metafora favolistica, lasciamo la parola alla carta. Cosa c'è dentro il nuovo Piano per il Sud varato oggi dal Consiglio dei Ministri? 100 miliardi di euro per finanziare nuovi investimenti per il Mezzogiorno? No, ed era prevedibile. Nello "Schema di attuazione del Piano nazionale per il Sud" si parla, di tante iniziative: infrastrutture per lo sviluppo, scelta di qualità e formazione professionale per la valorizzazione dei talenti, università e ricerca - e dire che già nel ddl Gelmini avevano dato in quanto a balle su questo - servizi pubblici locali, sicurezza e giustizia, riforma degli incentivi all’investiment e persino di Banca del Mezzogiorno. Insomma un bel libro di favole per il Sud, un entusiasmante ed esilarante libro dei sogni, ma delle risorse che dovrebbero finanziare tutto questo non c'è traccia alcuna, non un numero, non una parola, se non che la costruzione dei nuovi edifici scolastici dovrà essere finanziata con le risorse messe a disposizione dagli enti di previdenza ed assistenza. Robe da pazzi. Sulla costruzione dei nuovi edifici scolastici scorre un fiume di parole. Su questo punto, il documento parla chiaro, anzi chiarissimo, recita testuale: "le risorse necessarie alla realizzazione dei nuovi interventi (i nuovi edifici scolastici, ndr) potranno essere assicurate dagli investimenti coordinati degli enti di previdenza e di assistenza sociale, che individueranno le risorse necessarie allo scopo". Insomma, l'unico punto del documento dove si indica chiaro e tondo dove e come si dovranno reperiranno le risorse è quando si rimanda ad altri di reperirle. Favoloso. Abbiamo cercato come cani da tartufo soldi, sghei, cifre, stanziamenti, insomma quel denaro che sarà pure vile ma fa girare il mondo e l'economia. Abbiamo spulciato, letto e riletto riga per riga ma niente, nada, nisba. Di altri soldi non c'è traccia ed anche se, nella nota informativa di cui siamo entrati in possesso sulla delibera di programmazione del Cipe si legge che dovrà definire i criteri di riprogrammazione delle future risorse, l'unica cosa che si capisce è che si continuerà ad attingere ai già attinti e strattinti Fondi Fas, i famigerati fondi per le aree sottoutilizzate. Una vera novità strabiliante ed innovativa per questo Governo, non c'è che dire. Nella nota informativa si legge, infatti, "Riduzioni delle assegnazioni FAS 2007-2013. Vi risparmiamo, per carità cristiana, l'inutile tabella. Degli altri 95 miliardi e rotti di cui si parla non c’è traccia. Si blatera di una serie di interventi di carattere procedurale che non sappiamo se, come e quando saranno fatti. Aspettiamo di vedere cosa accadrà in seguito, ma il piano per il Sud strombazzato da Berlusconi rischia di non esistere o di esistere come l’ennesima bufala fatta da un governo inutile ormai arrivato, con tutta evidenza, alla fine dei suoi giorni.