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SI VOLTA PAGINA. LA SFIDA CHE CI ATTENDE

 Il tatticismo esasperato è il tratto distintivo della crisi di questa maggioranza, sin dal suo inizio. Un tatticismo davvero intollerabile che ricade interamente sulle spalle di un paese che guarda sfinito e attonito. Uno spettacolo che si è ripetuto anche ieri. Ma non possiamo far finta di non vedere che di questa interminabile partita a scacchi tra Fini e Berlusconi, questa mossa, se non è l’ultima, di certo è la penultima. Il governo cadrà. E presto. Questione di giorni o di alcune settimane al massimo. Fini e Berlusconi non saranno mai più alleati tra di loro. Con ogni probabilità si creeranno le condizioni per un’alleanza elettorale ampia (una sorta di Comitato di Liberazione Nazionale) che sbarrerà per sempre la porta al rischio di un ritorno di Berlusconi al governo. Dopo, nascerà la terza repubblica. Una terza repubblica senza Berlusconi e quindi senza antiberlusconismo. Noi dobbiamo essere pronti a tutte queste sfide. A quella di farci concavi o convessi, se servirà, per dare vita a una breve fase di alleanze, anche innaturali, che servano a spazzare via non solo Berlusconi ma anche la sua vergognosa corte dei miracoli. Ai nostri elettori lo potremo spiegare perché stiamo lavorando per costruire la nuova Italia e l’approdo finale sarà un bipolarismo finalmente sano. L’altra sfida che dovremo accettare è quella di lasciare le sponde sicure della resistenza democratica al despota Berlusconi per trasformare le nostre idee e i nostri valori, che continueremo a difendere con intransigenza ed irriducibilità, in una politica nuova dove il confronto primario sarà di idee e di progetti e sarà giocato sulla capacità di saper proporre e realizzare una vera modernizzazione del Paese. L’unica cosa che ci è preclusa è di stare fermi e di continuare con i toni e i modi del passato. Nel momento in cui tutto cambia e tutto si sposta, e non c’è più Berlusconi dall’altra parte, continuare con la politica della clava contro tutto e tutti rischia di relegarci in un radicalismo minoritario. Dobbiamo aprire una fase nuova, posare la clava e prendere in mano malta e cazzuola, perché l’Italia ora ha bisogno di costruttori e di speranza. E noi dobbiamo avere solo una cosa da temere: la nostra paura di cambiare. Abbiamo un programma, abbiamo un leader, abbiamo idee e proposte che ci consentiranno di essere nelle responsabilità di governo anche più forti ed autorevoli di quanto non lo siamo stati in questa fase di resistenza democratica e costituzionale.