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2 GIUGNO, FESTA DI LIBERTA' E DEMOCRAZIA

2 Giugno, festa della Repubblica. Festa della democrazia e della libertà dei cittadini, di tutti gli italiani, del Nord e del Sud. Dalla Milano di Pisapia alla Napoli di De Magistris. Dell’Italia unita che il 29 e 30 maggio ha dato un chiaro segnale di cambiamento e che, spero, andrà a votare  il 12 e 13 giugno per le energie sicure, pulite e rinnovabili, contro il nucleare, per l’acqua pubblica, contro le speculazioni su questo bene comune, per la legalità e l’uguaglianza davanti alla legge e contro le prevaricazioni di chi vuole l’immunità per le proprie malefatte. E’ la festa di tutti e ci auguriamo che alle celebrazioni partecipi tutto il governo, compresi i leghisti e certi rottami storici che hanno nostalgia del fascismo. Una giornata simbolica che unisce tutti. O almeno dovrebbe. Non è retorica da quattro soldi la mia, purtroppo. Ci sono iniziative legislative preoccupanti, che vanno al di là delle semplici provocazioni. Due giorni fa il Pdl ha presentato una proposta di legge per riconoscere i combattenti di Salò, ieri un’altra per istituire la giornata della memoria delle vittime del sistema giudiziario. Il tentativo di equiparare partigiani e nazifascisti è vergognoso. Non si può mettere sullo stesso piano chi ha combattuto per la libertà con chi si è schierato per l’oppressore. Né si può istituire una giornata per le vittime della magistratura. Il perché è talmente ovvio che non serve spiegarlo. E’ avvilente che vogliano indire questa giornata ‘ad personam’ per Berlusconi, che non è certo vittima di errori giudiziari. Per non essere da meno noi domani dovremmo presentare una proposta di legge per istituire la giornata delle sciocchezze proposte dal Pdl. Battute a parte, è chiaro che il confronto con il Pdl in questo momento non è solo politico, ma soprattutto culturale. Dobbiamo impedire che il loro crollo politico coincida con una deriva culturale alimentata proprio dalle istituzioni. Berlusconi è alla fine del ciclo politico, ma, come un animale ferito, può ancora provocare molti danni. Partiti, movimenti, società civile, sono tutti impegnati ora per difendere la democrazia e le istituzioni dalla barbarie. E per guidare il cambiamento. In meglio