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LIAM FOX, UN ESEMPIO. PER FRATTINI…
Liam Fox, un esempio. Per Frattini. Il nostro ministro degli Esteri si è presentato ad un incontro istituzionale con il vicepresidente albanese Meta accompagnato dall’ex direttore dell’Avanti. Tante analogie con il caso del ministro della difesa inglese, che è stato costretto alle dimissioni dopo essere stato beccato ad un incontro istituzionale accompagnato da un suo amico, spacciato per assistente. A scoprirlo fu un blogger italiano, Filippo Sensi sul suo sito. Noi abbiamo chiesto le dimissioni del ministro Frattini, per due motivi: si è presentato ad un incontro internazionale accompagnato da uno che attualmente è latitante e perché ha mentito agli italiani sulla vicenda. Frattini, infatti, ha prima dichiarato in tv che Lavitola non era presente all’incontro, poi ha taciuto quando è stato sbugiardato dai video e dalle immagini della tv albanese. Insieme a noi, anche le altre opposizioni hanno chiesto le dimissioni, ma non è servito a nulla. Il silenzio del ministro Frattini sui suoi rapporti con Lavitola e sugli incontri istituzionali ai quali era presente l’ex direttore dell’Avanti è molto grave. Comprendiamo che si tratti di una vicenda imbarazzante per il ministro, ma i cittadini hanno il diritto di conoscere la verità e l’atteggiamento del titolare della Farnesina è tutt’altro che trasparente. D’altronde non ci si può aspettare molto di più da un esponente di questo governo. Per questi motivi riteniamo che Frattini dovrebbe prendere esempio da Liam Fox, il ministro della Difesa inglese che, per una vicenda simile, si è dimesso. Ma in Gran Bretagna non c’è Berlusconi primo ministro.
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MINISTRI? NO, SOLDATINI DI SILVIO!
Processo breve, 15 mila processi per truffa, omicidio colposo e corruzione che rischiano di andare in fumo. Pur di chiudere subito il processo di Berlusconi il governo e la maggioranza è pronta a varare la più grande amnistia mascherata della storia. Ladri, corrotti, stupratori, evasori ringraziano. E c’è pure chi nel Pdl, con incredibile faccia tosta per non dire di peggio, chiama a testimonial di questo scempio Aldo Moro, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sacrilegio puro nel tempo di Lele Mora. Di fronte a questo scempio della giustizia è imperativo categorico per noi dell’opposizione fare ostruzionismo. Provare a fermare questa porcata è un dovere morale. Lo abbiamo detto per primi, lo diciamo da sempre. La maggioranza terrà? Probabilmente sì ma la corazzata berlusconiana scricchiola da più parti e noi saremo pronti ad approfittarne, non gli daremo tregua, pronti a farli cadere al primo cedimento. Sarà una battaglia parlamentare all’ultimo sangue. L’opposizione c’è e può fare male. Sappiamo come mettergli i bastoni tra le ruote e lo abbiamo ampliamente dimostrato in questa settimana. Ieri, padron Berlusconi, dopo le incursioni di Corsaro, ha impartito severo e intransigente gli ordini ai suoi soldatini di latta: tornate in Aula! Mantenete la calma! E i soldatini hanno prontamente seguito. Come marionette guidate dal grande burattinaio sono rientrati a servire il loro signore e padrone. Che triste spettacolo vedere in Aula ministri e sottosegretari massicciamente schierati per votare il processo breve di Silvio Berlusconi. Pur di garantirgli l’impunità, hanno toccato il fondo, arrivando a fare consigli dei ministri in fretta e furia all’ora di pranzo per non perdere una votazione. E in questo panorama governativo desolante, brilla per servilismo la Lega, quella che in Padania fa la faccia feroce contro la criminalità e a Roma vara le amnistie rimettendo in libertà migliaia di criminali. Ma le elezioni prima o poi arriveranno. Il conto sarà presto servito.



WIKILEAKS E GLI ALIBI DELL’OPPOSIZIONE
WikiLeaks“Incapace, vanitoso, inefficace”. E poi: “stanco per le feste selvagge, non dorme a sufficienza”. E ancora: “un leader politicamente e fisicamente debole”. Sono i giudizi tranchant su Silvio Berlusconi, che WikiLeaks ha messo in rete. Vado un po’ controcorrente rispetto al clima di queste ore, anzi di questi giorni. Non c’è nessuna rivelazione clamorosa, a mio avviso, solo ciò che è sotto gli occhi di tutti. Per arrivare a quelle conclusioni bastava un po’ di buonsenso, nulla più. In molti hanno atteso quasi messianicamente la pubblicazione dei documenti di WikiLeaks, nella speranza che fossero così scandalose da costringere Berlusconi alle dimissioni. Errore. Non dall’esterno, ma al proprio interno le forze dell’opposizione devono trovare la forza per far cadere politicamente Berlusconi. Altrimenti non saremmo molto diversi da lui e dal suo governo, che per tirarsi fuori dai guai ha avuto il coraggio di evocare un complotto internazionale ai suoi danni. Hanno messo sullo stesso piano il crollo di Pompei, l’emergenza rifiuti in Campania, l’inchiesta Finmeccanica e WikiLeaks. Roba da non credere. Può anche darsi che nei prossimi giorni su WikiLeaks esca di più e di peggio, ma non è questo il punto politico. Non oggi. Se in Italia ancora governa questo imbonitore televisivo nonostante i ripetuti fallimenti dobbiamo farci delle domande. E assumerci delle responsabilità. Non possiamo più continuare a dire che governa perché controllale tv e l’informazione. E’ senz’altro vero, ma è un’analisi incompleta. Ci sono anche altri fattori. Crogiolarsi nell’impossibilità di scalfire il suo controllo sui media è diventata un’abitudine, un alibi, un modo per deresponsabilizzarsi. Invece no, dobbiamo essere coraggiosi e dire la verità: il centrosinistra non ha saputo proporre ai cittadini un programma alternativo serio e credibile. E di certo non aiuta avanzare ogni giorno formule sempre più ardite di alleanza. Per spodestare il satrapo e tornare al governo, non si deve far contro sull’alchimia dei numeri, che non è una scienza esatta, ma su una proposta politica e programmatica seria e credibile. Continuare a sperare ancora in fattori esterni, in nuovi scandali, in altre rivelazioni sarebbe l’ennesimo errore.



IDV STA CON EMERGENCY E GINO STRADA




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