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NEANCHE LE FUCILATE ARRESTANO LA FUGA

Onore e gloria, ricompense e prebende a chi passa in maggioranza. Fucilate alla schiena invece per chi, compiendo un gesto di vera responsabilità, passa all’opposizione perché conscio che la salvezza dell’Italia passa per la caduta di questo sciagurato esecutivo. A invocare la fucilazione alla schiena è stato ieri Storace, un residuato storico che solo Berlusconi avrebbe potuto recuperare nella sua maggioranza sgangherata. Il nostalgico del fascismo Francesco Storace si dovrebbe vergognare di quelle parole. E anche rasserenare, non ci sarà un 8 settembre o una guerra civile. Nessuna Salò. Ci sarà un voto parlamentare a certificare la fine di questo governo. Non un fucile, ma un pulsante in Aula per mandare a casa Berlusconi e restituire all’Italia un governo degno di questo nome.

L’ex governatore del Lazio si sarà reso conto dell’emorragia di deputati che sta colpendo il Pdl. Ricordate i bei tempi (per Berlusconi) di Capezzone che passò al centrodestra? Quella bellissima satira di Marcorè in cui l’ex radicale diceva ‘dai salta anche tu, si sta bene al governo’? Ora a zompare sono quelli della ormai ex maggioranza. Ex perché i numeri sono impietosi e certificano la fine di un ciclo. Politicamente la maggioranza non esisteva più da molto tempo, ma i numeri in Parlamento fino a qualche giorno fa, c’erano ancora. Grazie anche ad un vergognoso mercimonio. E quei numeri risicati hanno consentito a Berlusconi di sopravvivere un altro anno e di procurare altri gravi danni al sistema economico e sociale del Paese. Ora è giunto al capolinea e si apre un periodo difficile, certo, ma anche pieno di speranza e di opportunità di rilancio.