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CAPITALI IN SVIZZERA: IL GOVERNO E’ VENUTO A CANOSSA

Il governo è venuto a Canossa. Ricordate la nostra proposta di fare un accordo con la Svizzera per imporre una tassazione sui fondi illecitamente trasferiti nel paese elvetico? Lo avevamo proposto a Monti cinque mesi fa. Italia dei Valori partiva da un dato, diffuso proprio dal Ministero dell’Economia, che Monti dirige ad interim: in Svizzera ci sono tra i 100 e i 150 miliardi di euro di fondi trasferiti in Svizzera da italiani che non hanno pagato le tasse. La risposta del presidente del Consiglio Monti fu un austero diniego. Secondo lui sarebbe stato una sorta di condono.

Non vi era e non vi è dubbio che addivenire ad un accordo con la Svizzera sui fondi illecitamente trasferiti, significava e significa accedere ad una sorta di condono. Fermo restando che, in tutti questi mesi, Monti, pur sostenendo a gran voce la lotta all’evasione fiscale, non ci mai ha spiegato come farla, senza varare un provvedimento che non avesse minimamente la struttura del condono, e una volta appurato che non c’è altro modo per recuperare i capitali evasi, la domanda era ed è: meglio tentare comunque di farlo o lasciare tutti quei soldi lì con buona pace di tutti e soprattutto degli evasori, mentre il paese affoga sotto una crisi economica sempre più soffocante?

Dopo cinque mesi, l’uomo del Monti ha detto sì. Accordo con la Svizzera sia. “I tempi sono maturi. L’Italia è pronta, assieme alla Svizzera, ad affrontare lo spigoloso capitolo della regolarizzazione dei capitali evasi da italiani nei forzieri elvetici” lo ha annunciato il viceministro dell’Economia Grilli. D’altronde, Gran Bretagna e Germania è già un pezzo che lo fanno e, di recente, si è aggiunta anche l’Austria.

Noi l’avevamo detto e suggerito cinque mesi fa. Già si è perso troppo tempo. Ora ci auguriamo che si passi definitivamente dalle parole ai fatti. Soprattutto perché nelle casse dissanguate di questa povera Italia potrebbero affluire fino a 25 miliardi di euro. Senza contare il fatto che si darebbe un duro colpo agli evasori fiscale e si segnerebbe un punto a favore della legalità. E’ troppo poco?

NO A CENSURE SUI BLOG (E MENO AUTO BLU)

Ma l’auto è sempre più blu. Altro che cielo. Ci vorrebbe la verve irriverente e sbarazzina di Rino Gaetano per musicare l’ultima spesa folle del governo: 10 milioni di euro per acquistare nuove auto perché, secondo l’esecutivo, le auto non possono superare 1600 di cilindrata e quindi il parco auto va rinnovato. Bluff. Oltre al danno la beffa. Niente vieta di continuare a usare le auto esistenti. E visto che sono in sovrannumero, basterebbe non rinnovare il parco auto per risparmiare qualche euro.

Certo, dieci milioni di euro non sono moltissimi (neanche pochi però) , ma conta molto il segnale. Significa che il governo chiede sacrifici pesantissimi ai cittadini ma non risparmia sui privilegi e vuol dire anche che l’austero Monti, che taglia con l’accetta il welfare e la spesa sociale, non vuole scontentare i boiardi di Stato cui le nuove vetture sono destinate.

Intanto, proprio in queste ore, al festival del giornalismo di Perugia il ministro Severino ha detto: “il giornale ha una sua consistenza cartacea. Il giornalista e' individuabile e l'editore anche ed e' dunque possibile intervenire. Il blog ha invece una diffusione assolutamente non controllata e non controllabile. E' in grado di provocare dei danni estremamente piu' diffusi. Ecco perche' bisogna vederne anche la parte oscura. E' un fenomeno certamente positivo per certi aspetti ma nel quale si possono annidare anche cose negative (puo' essere un punto criminogeno). Questo mondo va regolamentato e pur nella spontaneita' che ne rappresenta la caratteristica non puo' trasformarsi in arbitrio''.

Non siamo assolutamente d’accordo e non comprendiamo l’ostinazione a voler intervenire contro i blogger. Il web è un patrimonio di tutti, è e deve restare libero. Siamo contrari a qualsiasi forma di censura sui blog, che sono fondamentali per la circolazione delle notizie, del pensiero e della cultura. Non c’è bisogno di leggi restrittive perché le norme attuali già sono sufficienti contro la diffamazione e la circolazione di notizie false. I blog sono un esempio di libertà, un fenomeno culturale e informativo da coltivare e sostenere, non certo da controllare o imbavagliare. I blogger sono una risorsa, i problemi dell’informazione sono ben altri.

GUERRA PER BANDE SU BANKITALIA

 

E così il governo è riuscito a trascinare anche Bankitalia nel gorgo della polemiche politiche. Complimenti. E’ dai tempi dell’increscioso caso Fazio- Fiorani che intorno all’istituto bancario italiano non si respirava un’aria così mefitica. Avvelenata dalla guerra per bande che si è scatenata nel governo. Berlusconi ha il suo candidato, Bini Smaghi. Tremonti ne ha un altro, Grilli, gradito a Bossi. Palazzo Koch gradirebbe l’attuale numero due, Saccomanni, che piace pure alle opposizioni. E, infine, spunta il nome di Tarantola, vicina al mondo cattolico, che Berlusconi potrebbe utilizzare per riacquistare punti agli occhi del Vaticano. L'Idv è l'unica forza politica che si è sottratta al balletto delle nomine per Bankitalia. Questa è la fotografia della situazione. La nomina del successore di Draghi, che il primo novembre andrà a presiedere la Bce, è un fatto troppo importante per farne una questione di partiti, soprattutto perché l’Italia e l’Europa sono attraversate da una grave crisi economica e finanziaria. Bankitalia è una delle (poche) istituzioni italiane che ha mantenuto la propria credibilità anche nel corso del ventennio berlusconiano. Sentire ora polemiche sul nome del presidente che riguardano la sua città natale (Bossi vuole Grilli alla guida perché di Milano) mette infinita tristezza e dà il segno dello scadimento di questa classe dirigente. Fino a qualche anno fa, prima dell’attuale imbarbarimento, non avremmo sentito bassezze del genere sulla nomina del governatore. Se un ministro si fosse azzardato a dire una cosa del genere, si sarebbe dovuto dimettere nel giro di mezz’ora. Ma ormai in Italia non si dimette neanche chi è indagato per fatti di mafia. Questo balletto danneggia Bankitalia innanzitutto, quindi l’Italia intera, offende tutti i candidati, che sono persone di grande spessore e preparazione, squalifica tutti noi. Oggi dovrebbe arrivare la nomina definitiva e ci auguriamo, per il bene di tutti, che si ponga fine a questo balletto indecente che mortifica il Paese e lo rende preda dei venti.