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PARTITI E RIMBORSI, UN GIORNO DA PECORE

La richiesta di arresto per Lusi. Il rinvio della riforma sul finanziamento ai partiti. Un uomo che, a causa dei debiti, armato, prende ostaggi in un’agenzia delle Entrate e poi si consegna. Un ministro della Repubblica che ci accusa, sottovoce e lontano dai microfoni, di “sgradevolezza” perché ci permettiamo di far notare al governo che ha commesso alcuni errori di sottovalutazione, e non solo, nella questione, gravissima, dei cosiddetti esodati.

Tre di queste notizie sono titoli di prima pagina di oggi. L’ultima è un’indiscrezione che vi do perché chiude egregiamente un quadro desolante di crollo catastrofico di democrazia. A tutti i livelli. Non credo di cadere nel populismo se collego la gravità di ciò che continua a venir fuori dall’inchiesta sulla Margherita all’abissale caduta verticale della credibilità di un Parlamento in cui i partiti rifiutano di ridursi i contributi. Le due cose, neanche a farlo apposta, nella stessa giornata. E, sempre nello stesso giorno, Italia dei Valori viene accusata di essere “sgradevole” – testuali parole del ministro Fornero – perché, durante il question time, per bocca del collega Borghesi, ha semplicemente messo all’attenzione del governo la gravità di una situazione oggettivamente, socialmente preoccupante.

E allora, perdonatemi, ma in questo Paese c’è davvero qualcosa che non funziona. E riconoscerlo, più che demagogico o populista, è solo un atto di onestà. Mentre dal Capo dello Stato provengono esortazioni ad avere fiducia contro la crisi, io mi domando come ciò sia possibile, per il cittadino medio, quando continua a ricevere schiaffi in faccia e calci alle spalle anche da quei partiti che non si degnano, neanche in un momento così drammatico, di rinunciare ai rimborsi.

A questo punto credo sia necessario riavvolgere il nastro. Bisogna fare qualche passo indietro e correggere il tiro, perché, proseguendo su questa strada, non si arriva a nessuna buona destinazione. Da parte del governo è necessaria umiltà e autocritica, quelle che fino al momento si son viste troppo poco. In un momento in cui la democrazia è malata (e i sintomi del male sono sotto gli occhi di tutti), è necessario agire in modo diametralmente opposto a ciò che rischia di sembrare un abuso.

Quanto ai partiti, ciò che serve non si differenzia poi tanto. Perché il rifiuto di rinunciare, o quanto meno, ridurre i finanziamenti, io lo chiamo abuso e credo, senza presunzione, di aver ragione. Italia dei Valori continuerà con la propria battaglia contro il finanziamento ai partiti e proseguirà sulla strada dell’onestà e della trasparenza, senza lasciarsi intimidire da un governo incapace di accettare critiche e suggerimenti. Restiamo fedeli alla democrazia e questa è la strada giusta per risanarla.

UNA LEGGE CONTRO LA BANDA DEL BUCO

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= CASO LUSI: EX TESORIERE, SE PARLO SUCCEDE UN CASINO

ESEGUIVO CIO' CHE MI VENIVA DETTO, SONO VITTIMA DI FUOCO AMICO

(ANSA) - ROMA, 09 MAR - ''Questa partita e' molto piu' grande, questa partita fa saltare il centrosinistra. E quando su di me uscira' fuori ulteriore merda che servira' a screditarmi definitivamente non ci sara' piu' una domanda da porsi''. E' un passaggio dell'intervista all'ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, accusato di aver sottratto 13 milioni di euro dal capitale del partito, a Servizio Pubblico, ripresa dal Fatto Quotidiano. ''Io ho gestito 214 milioni di euro, ne ho lasciati 20 in cassa. Facciamo finta che ne abbia presi 7 poi ho pagato 6 milioni di tasse e arriviamo a questi famosi 13 milioni. Ne rimangono altri 181. Li abbiamo usati tutti per pagare il personale e i telefonini?'', si chiede Lusi. ''Perche' i revisori dei conti e il comitato di tesoreria hanno sempre fatto relazioni positive sui miei bilanci? - aggiunge - E' evidente che andavano bene altre cose, no?''. Inoltre Lusi afferma di aver finanziato l'attuale sindaco di Firenze, Matteo Renzi ma ''e' evidente che queste informazioni sono uscite da chi sta facendo le indagini o, piu' probabilmente, dalla guerra interna al Partito Democratico. E' cosi'. Nessuno e' interessato a che io parli''. ''Io eseguivo cio' che mi veniva detto - aggiunge - ed evidentemente per loro ero affidabile''. Le cose che Lusi eseguiva ''rientrano nel border line del finanziamento alla politica. Formalmente e' tutto lecito'', precisa. Lo scandalo delle risorse sottratte della Margherita, secondo Lusi, nascerebbe da ''un fuoco amico, figlio di una guerra vecchia, prima contro Rutelli e poi contro il Pd'', non da un warning della Banca d'Italia. ''Noi abbiamo sempre risposto alle segnalazioni di Unicredit - precisa Lusi - e Unicredit ha rimandato indietro le nostre risposte perche' in realta' inciuciava. Ma perche' inciuciava? Perche' qualcuno gli ha detto di inciuciare''. (ANSA).

Di fronte a questi passaggi troppi commenti non servono. Le parole di Lusi sono sconcertanti e le accuse che lancia non possono cadere nel vuoto, la politica non può far finta che nulla sia accaduto. Il senatore del Pd dice che la questione non è tanto quella dei venti milioni che ha preso lui, ma i circa duecento che ha preso qualcun altro. Chi è chiamato in causa si discolpi e vada a chiarire la sua posizione. Ma a questo punto ogni commento è solo aria fritta. Dobbiamo agire. I presidenti di Camera e Senato non possono restare inerti. A nome di Italia dei Valori chiedo che Fini e Schifani calendarizzino immediatamente in Aula il Ddl sul finanziamento dei partiti. Italia dei Valori ha già presentato una proposta dei legge per rendere trasparente il meccanismo ed evitare illeciti. Si deve impedire che i fondi pubblici diventino privati. Queste vergogne politiche non devono più ripetersi.