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QUANDO IL FANGO COLPISCE DI PIETRO

Antonio Di PietroAntonio Di PietroL’Italia sta diventando il paese del fango. Palate di fango da gettare addosso agli avversari politici con la poderosa macchina del discredito costruita dagli sgherri di Berlusconi. E Di Pietro è, nella speciale classifica dei nemici del Cavaliere di Hardcore (come lo chiama Travaglio) il primo della lista. Libero (di denigrare) ieri gli ha dedicato la prima pagina. Quale onore. Il titolo è ‘Ombre sull’ex Pm. 'Di Pietro: un libro svela i suoi segreti’. E poi: i servizi, le foto americane e una misteriosa valigetta a Hong Kong, ecco il racconto che Tonino ha cercato di fermare in tutti i modi. Oggi, invece, il presidente di Italia dei Valori, è finito soltanto a pag.14 con l’articolo ‘Il libro su Di Pietro è già finito in tribunale’. A Libero (d’infangare) sembra addirittura strano che Di Pietro quereli l’autore del libro. Già, avrebbe dovuto accettare di farsi diffamare senza battere ciglio. Sono anni che questa campagna diffamatoria va avanti. Si attaccano a tutto pur di scrivere male di Di Pietro e di infangare l’Idv. Tonino spia dei servizi segreti, della Cia, uomo del Vaticano, che frequenta criminali internazionali e mafiosi. Uno 007 scaltro e inafferrabile. Ve l’immaginate? My name is Di Pietro, Antonio Di Pietro...E questi articoli sono solo gli ultimi di un’interminabile serie. Ormai scrivono sempre le stesse cose (utilizzo la parola ‘cose’ per non essere volgare), aria fritta e rifritta. E’ la macchina del fango. Una delle tecniche è ripetere sino alla nausea delle bugie, che, nel corso del tempo, si sedimentano nella coscienza popolare, diventano una sorta di sfondo a talvolta persino delle verità per molti. ‘Una bugia ripetuta un milione di volte diventa una verità’. Lo diceva quel criminale di Goebbels. E lo mettono in pratica i rimestatori di fango prezzolati. C’è un’altra considerazione, purtroppo dolorosa. La macchina del fango colpisce bersagli sempre diversi, accomunati da un unico elemento: l’essere nemici di Silvio Berlusconi. Quando toccò a Gianfranco Fini furono in molti, anche fuori dalla politica, ad indignarsi per le tonnellate di fango sparse sulla sua persona e sui suoi familiari. A torto o a ragione, il presidente della Camera ed il suo entourage, finirono nel tritacarne. Tutto il mondo politico (berlusconiani a parte) s’indignò ed espresse solidarietà. Quando il fango è gettato, ingiustamente, su Di Pietro e sull’Italia dei Valori, però, nessuno, o quasi, s’indigna. Come se insultare la seconda forza dell’opposizione fosse uno sport lecito. Non è difficile capire il perché: siamo una forza scomoda, non partecipiamo alle spartizioni del sistema, non scendiamo a bassi compromessi. I motivi per cui le altre forze politiche non s’indignano è anche la ragione della nostra identità, della nostra diversità, della nostra forza. Il fango si toglie con l’acqua pulita.