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COL REFERENDUM MANDIAMO A CASA ‘SILVIO PRIMO IL NARCOLETTICO’

Silvio Primo il Narcolettico. Se fosse un sovrano vero, questo sarebbe il suo soprannome. E’ stato capace persino di addormentarsi alla messa di beatificazione di Giovanni Paolo II, seduto tra la alte autorità del pianeta. Una figuraccia in mondovisione. Svegliato da Schifani, ha fatto finta di essere assorto in preghiera. Che attore. Forse stava ripassando il metodo Stanislavskij per entrare in un altro personaggio: il Silvio Furioso, quello tutto pimpante che arringa la folla davanti al tribunale di Milano. Sembra una scena del film ‘Il Caimano’. A proposito, perché la Rai ha acquistato da anni il film ma si rifiuta ostinatamente di mandarlo in onda? Scusate, ma ogni tanto mi piace pormi domande retoriche…Silvio il Narcolettico e Silvio Furioso, dicevo, sono due immagini ugualmente rappresentative ed entrambe svelano l’ipocrisia del personaggio. La prima perché Berlusconi si è posto negli ultimi anni come rappresentante in politica dei valori cattolici, ha supportato al governo e in parlamento le posizioni più conservatrici del Vaticano, il tutto senza crederci minimamente. Tra bestemmie e bunga bunga la sua vita è molto diversa da quella di un uomo profondamente religioso. Questione di marketing politico: l’uomo devoto piace al suo elettorato medio. E lui finge per opportunismo. Ma quel pisolino svela molto più di quanto sembri. Apre uno squarcio di verità sulla persona e sull’uomo politico. Silvio il Furioso, invece, è il Berlusconi autentico, che dimentica anche di essere il presidente del consiglio italiano. Silvio il Furioso che attacca tutti, magistrati, opposizione, Corte Costituzionale, Presidente della Repubblica, è lui: l’uomo braccato dalla legge che carica come un animale inferocito. Pericoloso per le istituzioni che lui stesso dovrebbe rappresentare. Per tornare ad essere una democrazia matura ed un paese moderno, l’Italia deve liberarsi sia del ‘Narcolettico’ che del ‘Furioso’. Con  loro due a Palazzo Chigi non cresceremo mai. Per questo è fondamentale andare a votare ai referendum e mandare a casa Berlusconi e questo governo. Hanno paura del voto popolare, tanto da costringere gli artisti che si sono esibiti sul palco di Piazza San Giovanni al concerto a firmare una liberatoria che vietava loro di parlare di politica e referendum. La loro paura è la consapevolezza della nostra forza.

BISCIONE TV, LA FABBRICA DELLE BUGIE

Ieri Berlusconi si è presentato in Tribunale al processo Mediatrade dove è accusato di frode fiscale e appropriazione indebita. Mossa astuta e furba. L’obiettivo era quello di inviare il seguente messaggio subliminale: non è vero che sfuggo alle aule di giustizia. Peccato che, il furbo e scaltro presidente del Consiglio, sapesse benissimo che, trattandosi di un’udienza preliminare davanti al Gup, non era previsto che parlasse. La sua presenza, dunque, in questa prima fase, era del tutto inutile ma dal forte valore simbolico e con uno scopo ben preciso. Ha usato la sua ipocrita presenza in un’aula di giustizia per ribaltare la verità. Alle prossime udienze non ci sarà: mettiamo sin da ora la mano sul fuoco. Ha parlato, eccome invece, dagli schermi del biscione: sono l’uomo più imputato dell’universo e della storia. Il comunismo in Italia non si è mai concluso, cerca di usare qualsiasi mezzo per annientare l’avversario. Il solito armamentario linguistico per spostare la verità su un altro piano, quello a lui favorevole. Nel frattempo, sempre sugli schermi del biscione è andata in scena una delle pagine più vergognose della televisione italiana. A Forum su Canale 5, una casalinga abruzzese, pagata con 300 euro per mettere in scena la finta separazione da suo marito, si è sperticata in lodi per il presidente del Consiglio per come ha egregiamente ricostruito l’Aquila, negli stessi minuti in cui il premier saliva per la quarta volta sul predellino. La signora, che in realtà non ha perso nessuna attività commerciale a causa del terremoto, ma aiuta il vero marito in un’impresa di pompe funebri, si è prodigata anche nell’insultare i suoi conterranei che si lamentano: lo fanno solo per mangiare e dormire gratis. L’azienda del biscione, ma guarda un po’ il caso, ha difeso la conduttrice di Forum: lo scontro politico per quanto aspro non può arrivare a spargere veleni su una conduttrice e un programma che ogni giorno, in diretta, danno spazio alle ragioni, alle amarezze e alle speranze della gente comune. Terzo e ultimo atto di questa giornata di ordinaria follia mediatica, dove l’informazione gestita a tavolino da palazzo Chigi ha raggiunto il suo apice, con un piano di attacco architettato a tavolino che ha raggiunto il suo scopo: distrarre i telespettatori dalla verità e consegnarne loro un’altra, reinventata e ricostruita. Come ha suggerito una brillante giornalista su Facebook sarebbe giusto fare un bel "forum" pubblico.... in piazza, tra i terremotati veri.... e vedere, democraticamente, "l'effetto che fa”.

IL PERSEGUITATO CHE OSCURA ANNOZERO E BALLARO'

“Sono il più perseguitato della storia”. Una frase così fa venire in mente personaggi del calibro di Nelson Mandela, Aung San Su KI, per non parlare di chi, come Anna Politkovskaja, ha pagato con la vita il dissenso. Capirete che se a pronunciare questa frase è il capo del governo italiano, Silvio Berlusconi, essa diventa improvvisamente ridicola. Come chi l’ha detta. Berlusconi si è presentato poco fa nell’aula del palazzo di giustizia dove si celebra il processo Mediatrade, ad accoglierlo una claque convocata dal senatore Mario Mantovano, coordinatore del Pdl lombardo. C’è stato qualche attimo di tensione con chi, invece, contestava il premier. Piccolo inciso: le contestazioni si fanno sempre più numerose e insistenti, qualcosa vorrà dire… Prima di presentarsi in tribunale, Berlusconi è passato in televisione. Caffè e telefonata all’amico direttore Belpietro in diretta sulla sua ammiraglia, Canale 5, per dire che è l’uomo più imputato dell’universo e della storia, che sono i comunisti a manovrare i giudici, che si tratta di accuse ridicole. Soporifero, a quell’ora poi…Aria fritta, le solite cose trite e ritrite che ormai ripete come un disco rotto. Berlusconi è l’unico politico al mondo capace di evocare il pericolo comunista a più di vent’anni dalla caduta del Muro, in un paese in cui i partiti comunisti raccolgono alle elezioni cifre da prefisso telefonico. Siamo veramente al ridicolo. Questa però, è solo una delle sue facce. Berlusconi non è uno sciocco, sa benissimo che evocare il pericolo comunista fa presa su un certo tipo del suo elettorato, in particolare su quello di età avanzata, a basso livello di scolarizzazione che si espone solo all’informazione della tv generalista. Ha parlato a loro. Lui che può parlare a tutti come meglio crede. Controlla l’informazione pubblica e privata, ha tv e giornali ed è capace di condizionare l’opinione pubblica. Come se non bastasse, ora vuole chiudere, come fece lo scorso anno, i programma di approfondimento, Annozero, Ballarò. Con la scusa delle prossime amministrative, i suoi sgherri in Vigilanza stanno preparando una direttiva per chiudere i programmi sgraditi. I talk show proprio non gli piacciono. Si corre sempre il rischio di non poterli controllare, che si parli di cose sgradite, che qualcuno preparato metta sotto uno dei suoi figuranti. L’uomo più perseguitato del mondo, insomma, innesca la tagliola della censura per imbavagliare l’informazione. L’uomo più perseguitato della storia, però, non s’illuda. Oltre alle amministrative ci sono i referendum e non gli permetteremo di oscurare l’informazione su temi strategici per il futuro del Paese.