Taggati con: ministro della gioventù

GIORGIA E’ LENTA. I GIOVANI SONO ROCK

Ministro MeloniMinistro Meloni

Torno a parlare del ministro Meloni. Non perché il ministro dei giovani sia diventata la mia ossessione del weekend ma perché di nuovo le sue iniziative offrono spunto ad alcune riflessioni sul mondo giovanile, argomento che mi sta molto a cuore. Che ciò accada per la seconda volta di sabato, giuro, è una banale coincidenza. In un’intervista a “La Stampa” di mercoledì scorso, il ministro Meloni critica fortemente il sì del Comune di Torino al riconoscimento delle coppie di fatto. Non usa mezzi termini la presidente di Azione Giovani. Inutile, illogico, ideologico: sono questi gli aggettivi che sceglie. Dice ancora. Lo Stato non norma l’amicizia ma la famiglia. La famiglia naturale è quella che tiene in piedi l’organizzazione sociale e permette la prosecuzione della specie. La famiglia è utile, i vincoli affettivi no. Chi si sposa si assume responsabilità e quindi ha diritto ai benefici dello Stato. Al di là del singolare concetto che esprime il ministro su cosa sia utile o meno, sul matrimonio  e sulla prosecuzione della specie - concetto per la verità che mi provoca un brivido freddo lungo la schiena - credo che il ministro parli un po’ troppo a titolo personale. Mi spiego. Nel giudizio spietato e duro del ministro sul riconoscimento delle coppie di fatto non trovo il minimo cenno a quella laicità ed aperture alle varie istanze della società che deve necessariamente ispirare l’azione di un ministro. Giorgia Meloni è il ministro dei giovani ma dalle sue parole, è evidente che, al di là del mondo dell’associazionismo di destra che conosce bene per le sue lunghe frequentazioni, conosce poco o finge di non conoscere la realtà giovanile ed i suoi profondi cambiamenti. Fornisco alcuni dati utili al mio ragionamento. Non li ha elaborati Italia dei Valori ma l’Istat. Le coppie di fatto sono un fenomeno in espansione soprattutto tra i giovani: più di 500 mila a fronte di 250 mila matrimoni. La convivenza come nuova modalità di formazione della famiglia è testimoniata dal numero di bambini nati fuori dal matrimonio, 80 mila l’anno, il doppio rispetto a dieci anni fa. Ci si sposa sempre più tardi. E non per mancanza di senso di responsabilità, come dice il ministro, ma perché il lavoro se arriva, arriva sempre più tardi. Con la crisi, le cose sono peggiorate ulteriormente. Il tasso di disoccupazione giovanile in Italia è passato a maggio al 29,2% dal 29,1% registrato ad aprile. E' il dato più elevato dal 2004, ovvero dall'inizio delle serie storiche. Rispetto al maggio 2009, il numero di giovani tra i 15 e i 24 anni in cerca di lavoro è salito di 4,7 punti percentuali. Mi domando se il ministro Meloni abbia un’idea di quello che sta succedendo nel nostro Paese e se davvero abbia compreso i profondi mutamenti della nostra società. Ho come l’impressione che il ministro Meloni sia una giovane vecchia, abbarbicata a istituti d’antan ideologici e di maniera. Non sto inneggiando all’amore libero né disprezzo chi sceglie la via del matrimonio. Dico solo che c’è un mondo la fuori, di giovani coppie in difficoltà economiche, di nuove famiglie atipiche ma fatte di carne ed ossa, di bambini che nascono e che, al di là dei personali convincimenti e stili di vita, hanno bisogno di essere aiutate, tutelate e beneficiate dallo Stato. Lancio il sasso ma non nascondo la mano: e se i fondi che il ministro Meloni intende distribuire alle comunità giovanili, in modo peraltro abbastanza discutibile e tutto da chiarire, fossero invece destinate alle giovani coppie conviventi con prole in arrivo e lavori atipici? Allora sì che Giorgia diventerebbe rock.