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SQUADRISMO FASCISTA "A MEZZO STAMPA"

 E' quello che è stato definito il metodo Boffo. Per il quotidiano Il Giornale, fare giornalismo è mettersi al servizio del padrone e pubblicare articoli frutto di dossieraggi squallidi, commissionati e appositamente tenuti nel cassetto, fino a che i tempi per la loro pubblicazione non si fanno maturi. E' squadrismo fascista a mezzo stampa, con l'obiettivo di denigrare il nemico fino a distruggerlo. Il metodo è sempre lo stesso. Prima vengono le minacce, per costringere l'avversario a più miti consigli, poi comincia una campagna infamante, a colpi di titoli a caratteri cubitali, che infangano e trascinano tutto con sè, non solo gli ideali e la storia politica, ma anche quella privata e personale. Il presidente del Consiglio non guarda in faccia a nessuno quando l'obiettivo è la distruzione dell'avversario. Il grande manovratore dei gioielli d'informazione di famiglia, Silvio Berlusconi, usa a suo piacimento i giornali di sua proprietà e le tv, quelle che possiede e quelle che comanda come presidente del Consiglio. E' l'unico oligopolista televiso al mondo a controllare, in qualità di politico, l'altro oligopolista. Con i media di sua proprietà racconta al mondo le malefatte del nemico, con quelle che comanda (la Rai, ndr), invece, racconta agli italiani le cose buone e belle fatte in due anni e mezzo di governo, tra cui da ultimo l'indispensabile e prestigioso nuovo codice della strada. Dopo mesi e mesi di copertine ed intere paginate dedicate a inchieste inesistenti, piene zeppe di balle spaziali su Antonio Di Pietro ed il nostro partito - puntualmente smentite dalle procure della repubblica di tutt'Italia, con tanto di condanna al risarcimento dei danni per il quotidiano della famiglia Berlusconi e dei pseudo-accusatori- ora è il turno dei finiani, i grandi traditori, quelli che non ci stanno ad abbassare il capo e mandare giù il verbo berlusconiano. Bocchino per primo, poi Chiara Moroni, sbertucciati, umiliati e messi alla berlina. Man mano seguiranno tutti gli altri. Questo è quanto comanda il padrone, Silvio Berlusconi, e questo è quanto esegue il direttore Feltri, lontano anni luce dal rigore morale e professionale di Indro Montanelli. Oggi il nemico numero uno da abbattere, quello su cui concentrare tutte le mitragliatrici mediatiche di famiglia, è Gianfranco Fini e tutto quello che ruota intorno a lui, al suo passato e al suo presente, anche familiare. Bene ha fatto il presidente della Camera a dirsi sereno auspicando che sia fatta luce al più presto. E' quello che abbiamo sempre fatto noi, di fronte anche alle più infamanti ed astruse delle accuse. Ma quello che serve a questo paese per la vera svolta è cancellare questa anomalia tutta italiana, rappresentata dal gigantesco conflitto di interessi di Silvio Berlusconi, che pesa come un macigno sull'informazione, la democrazia e la libertà in questo paese. "Immaginate un paese dove un solo uomo unisce il potere politico del presidente Bush, l'influenza sui media di Rupert Mardoch e la ricchezza e l'ambizione di Ross Perot e Steve Forbes. Quel Paese è l'Italia e quell'uomo è il primo ministro Silvio Berlusconi" (Wnet Thirteen tv, New York). Per questo, prima se ne andrà a casa, prima questo Paese tornerà a respirare aria di libertà.