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SUBITO LA NOSTRA LEGGE SULL’OMOFOBIA

GAY: STRISCIONE FORZA NUOVA AL CASSERO, PERVERSIONI DA CURARE PRESO DI MIRA FESTIVAL IDENTITA' SESSUALI GENDER BENDERE BOLOGNA (ANSA) - BOLOGNA, 26 OTT - "Le perversioni vanno curate. La città che vide, nove secoli fa, la rinascita e lo studio del diritto romano e dove furono inaugurate la scuola dei glossatori e una università che estese l'opera e il pensiero giuridico in tutta Europa, ponendo le basi del diritto vigente, oggi si ritrova assessorati comunali, provinciali e regionali che confondono il significato del termine cultura (da loro ridicolmente rappresentata) con un'altra parola che con la prima condivide solo le prime tre lettere. In questo clima tragicomico, Forza Nuova invita tutte le persone sane ed oneste a far sentire la propria voce di indignazione contro quest'ennesima offesa. E soprattutto invita le autorità ecclesiastiche, sempre attente a non urtare la suscettibilità delle comunità ebraiche e dei suoi esponenti, a chiedersi perché l'ambasciata d'Israele -se la notizia riportata dal sito della manifestazione e' vera - abbia ufficialmente appoggiato questa kermesse".

Questo è il manifesto choc che Forza Nuova ha affisso questa notte all’ingresso del Cassero di Bologna che in questi giorni ospita la manifestazione Gender Bender sulle identità sessuali.

Tralascio ogni considerazione su tali irresponsabili, volgari ed infami affermazioni. Chi ha buon senso, di civiltà e intimo, sa bene chi e per cosa, eventualmente, deve essere sottoposto a cura.

Dico solo che è sempre più urgente, in questo Paese, approvare la legge sull’omofobia e transfobia presentata da Italia dei Valori. Siamo già a buon punto. Questa settimana, in commissione giustizia alla Camera, è stato approvato il nostro testo base, che porta la firma di Antonio Di Pietro e Federico Palomba, sul più duro contrasto a comportamenti dettati da omofobia e transfobia. Una proposta di legge che persegue il suo obiettivo di estendere la legge Mancino anche a tali tipi di reato.

Faremo di tutto perché il nostro testo base vada in Aula il prima possibile. E’ questa la risposta che la politica ha il dovere di dare.

E' ORA DI FINIRLA!

Ancora un’aggressione contro un attivista gay. Succede a Roma, nella capitale d’Italia. Nella città in cui i post fascisti sono arrivati al governo, e con loro il vento dell’intolleranza. Non voglio gettare la croce (celtica) addosso al sindaco Alemanno, sarebbe troppo banale, ma non può essere un caso se il cambio di colore al Comune sia coinciso con un aumento degli episodi di violenza omofoba, discriminazione e intolleranza. D’altronde sono moltissimi gli esponenti dell’estrema destra piazzati in posti chiave nella pubblica amministrazione capitolina. Ma questo non basta a giustificare quanto sta avvenendo in Italia.Negli utlimi anni, fomentata anche da un clima politico favorevole si è insinuata come un veleno in alcune fasce della popolazione una subcultura intollerante e violenta. Discriminatoria verso le minoranze.
Tutte le minoranza: etniche, religiose, identitarie. La politica deve intervenire e agire, perché si tratta di una questione di civiltà. E qui riprendo una frase di Franco Grillini, responsabile Idv per i diritti civili.
È ora di finirla: dobbiamo dirci con chiarezza che l`assenza di una legge specifica, come quella proposta da tempo dall`IdV, contro i reati motivati da orientamento sessuale, rappresenta una sorta di via libera per i violenti di ogni tipo. Tuttavia, sono le istituzioni che devono intervenire con la massima urgenza per garantire campagne contro l`omofobia non episodiche e saltuarie.
Occorre un`azione costante d`intervento, come suggeriva la circolare ministeriale che chiedeva a tutti gli istituti scolastici un`iniziativa contro l`omofobia
”.

Son anni che ci battiamo in Parlamento per una legge contro le discriminazioni, ma la passata maggioranza di centrodestra ha bloccato qualsiasi passo in aventi sulla strada dei diritti e della civiltà. Noi continueremo, vediamo se questa ‘maggioranza’ è più civile.

OMOFOBIA, PARLAMENTO APPROVI LEGGE IDV

Oggi è la giornata Internazionale contro l’omofobia, in rispetto dei principi sanciti dalla nostra Carta costituzionale e dall’Unione europea.

Non è una di quelle giornata così, tanto per celebrare qualcosa. Ogni giorno, anche in Italia, si registrano episodi odiosi di stampo omofobo a danno di nostri connazionali. Ciò vuol dire che, al di là delle belle parole, l’omofobia è una serpe che striscia ancora in molti. E’ capitato spesso che anche rappresentanti delle istituzioni, abbiano pronunciato offensive e spregevoli frasi di tale fatta, non degne del ruolo a loro affidato.

Ebbene, io credo che il Parlamento, soprattutto il Parlamento, abbia grandi responsabilità e colpe, perché ancora non è riuscito ad approvare una legge che tuteli le persone offese da reati di stampo omofobo. Se ne fa un gran parlare, si è discusso fino allo spasmo, ma alla prova dei fatti, una rete trasversale ha puntualmente cassato il provvedimento.

Italia dei Valori ha presentato una proposta di legge chiara, seria ed inequivocabile. Porta la firma del nostro capogruppo in commissione Giustizia, Federico Palomba, e di quella del presidente Antonio Di Pietro. E’ una legge semplice e chiara, che non costerebbe nessuna fatica. La nostra proposta chiede semplicemente l’estensione della legge Mancino, che condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici o religiosi, ai reati di stampo omofobo. La nostra proposta non contiene una semplice aggravante, dunque, ma estende la più severa pena prevista dalla legge Mancino. Basterebbe poco. E sarebbe una risposta concreta al tanto parlare che si fa.

Le celebrazioni non bastano. L’intolleranza omofoba è un problema sociale e il Parlamento ha il dovere di intervenire per contrastare questo fenomeno odioso e intollerabile. Subito dopo il falso in bilancio, l’Italia dei Valori chiederà che sia ripresa con urgenza la discussione sulla proposta di legge sul contrasto all’omofobia ed alla transfobia.

PAOLA HA DETTO SI. E IO LE DICO GRAZIE!

Oggi, sfioro un argomento diverso. Volutamente. Qualche giorno fa, Paola Concia ha sposato nel municipio di Francoforte, in Germania, Ricarda, la sua fidanzata. Le avrei fatto gli auguri in privato, così come merita un'occasione del genere. Invece, ieri, il quotidiano cattolico Avvenire, in un editoriale, ha bollato le nozze come un caso politico, più che un matrimonio. Una scelta, secondo Avvenire, fatta più per scatenare l'ennesimo sterile scontro. Pur rispettando il privato dell'onorevole Concia e i sentimenti in gioco, secondo il quotidiano dei Vescovi italiani, bisogna chiedersi per quale motivo debbano farsi pretesto per il solito polverone propagandistico e il solito caso ad orologeria. Paola e Ricarda hanno deciso di amarsi e di vivere insieme? In Italia non c'e' una legge che lo impedisce. Anzi, ci sono norme del diritto civile che tutelano e regolano i diritti dei singoli e i loro rapporti. E' davvero cosi' stravagante la nostra Costituzione che riconosce e regola la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna?. L'intromissione di Avvenire, secondo quanto è scritto nell'editoriale, è giustificata dal fatto che se l'onorevole Concia non avesse deciso di dare al suo gesto massima e ostentata visibilità. Addirittura attraverso la vendita dei diritti della cerimonia tedesca ad una rivista. Una scelta "aderente ai peggiori modelli mediatici e commerciali che, da parte di una donna di sinistra, alternativa e controccorente, francamente delude un po'. Ebbene, chi delude in questo caso non è l'onorevole Concia che, per quanto ne sappiamo e ne sa Avvenire, potrebbe aver devoluto i diritti di quelle immagini in beneficienza senza volerne dare di contro pubblicità. Detto questo, chi deve uscire dal ghetto, chi deve affermare un diritto ha bisogno di gesti eclatanti, ha bisogno di colpire l'opinione pubblica. Quelle foto del matrimonio, dunque, di Paola Concia e di Ricarda sono un segnale di libertà, un incitamento al coraggio per chi non ha la loro fortuna e ancora combatte tra mille pregiudizi e subisce atti di omofobia. Io non so a quale norme del diritto civile che tutelano e regolano i diritti dei singoli e i loro rapporti diritto si riferisca Avvenire. Il punto non è la spiegazione un po' ipocrita che a Paola e Ricarda non si impedisce in Italia di amarsi e di vivere insieme. Ci mancherebbe altro. Il punto è che in Italia si impedisce a Paola e Ricarda di potersi sposare, di estendere l'una all'altra i diritti di una coppia sposata, reversibilità della pensione e assistenza. Questo si impedisce in Italia. Per questo, dico grazie a Paola e Ricarda. Auguri di un sereno e felice matrimonio, con l'augurio che prima o poi anche in Italia sia possibile celebrare matrimoni come il vostro.

OMOFOBIA: IN AULA HA VINTO L’INCIVILTA’

Ieri in Parlamento ha vinto l'inciviltà. L'affossamento della legge contro le discriminazioni è stato un atto politico oscurantista e medievale che retrocede l'Italia all'ultimo posto in Europa. La politica era chiamata a dare una risposta forte al proliferare di aggressioni nei confronti degli omosessuali, ma ha risposto nel peggiore dei modi. Una proposta di legge che argini e prevenga la discriminazione e la violenza contro le persone omosessuali e transessuali era ed è un atto di civiltà e di progresso politico e sociale. La forza di una democrazia poggia proprio sul rispetto e sulla difesa che assicura alle minoranze e l'approvazione di una proposta di legge sull’omofobia avrebbe dato un segno netto della qualità della nostra democrazia e della nostra civiltà giuridica. Con l'insistente rifiuto di approvare un'efficace tutela contro l'omofobia e la transfobia, invece, il Parlamento è venuto meno al dovere fondamentale, di natura morale ancora prima che politica, di dare protezione a tutti i cittadini e di contribuire a realizzare un'uguaglianza sostanziale, che la nostra Costituzione ci impone. L'essere eterosessuali o omosessuali è una condizione della persona; non è un vizio, una malattia della quale ci si possa in qualche modo liberare. L'orientamento sessuale è una condizione ascritta all'uomo, che l'individuo non sceglie, non determina, ma che al massimo può decidere di manifestare o meno all'esterno, a volte con grande difficoltà e tra mille conflitti. Gli articoli 10 e 19 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea stabiliscono rispettivamente che l'Unione mira a combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l'origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale e ad adottare ogni provvedimento necessario per evitare il ripetersi di queste circostanze. E, ancora, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea vieta qualunque discriminazione fondata, tra le altre, sull'orientamento sessuale. Italia dei Valori ha votato contro tutte le pregiudiziali di costituzionalità perché introducevano una sorta di trattamento differenziato tra i reati commessi in ragione dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere della vittima rispetto ad altre situazioni ugualmente meritevoli di tutela. Qualcuno ha fatto addirittura l'esempio degli anziani o dei barboni, come persone che potrebbero essere ugualmente meritevoli di una tutela specifica. Ma come non si può vedere che il numero elevatissimo e sempre crescente di atti di omofobia e di transfobia richiedono che il legislatore provveda e con urgenza ad una tutela adeguata e mirata? La verità è che si voleva camuffare, dietro uno schermo apparentemente neutro e politicamente corretto delle argomentazioni giuridiche, nient'altro che un giudizio negativo sull'omosessualità. Italia dei Valori non molla: questa è una battaglia di civiltà, di libertà e di legalità. Ripresenteremo quanto prima una nuova proposta contro le discriminazioni sessuali e di genere.

LA LEGGE SULL’OMOFOBIA NO, IL BUNGA BUNGA SI

Tre giorni fa, in commissione giustizia, il Pdl e la Lega hanno bocciato la legge sull’omofobia, insieme ai Responsabili e all’Udc che, però, si è spaccato. E’ la terza volta che la proposta della collega Paola Concia del Pd viene respinta, nonostante sia stata raggiunta una buona mediazione e siano stati accolti i rilievi della maggioranza, ovvero quello di associare agli omosessuali anche anziani e disabili, seguendo le linee stabilite in materia di diritti civili dal Trattato di Lisbona. Non è servito a niente. Qualche giorno prima, sempre in materia di diritti civili, una maggioranza incivile, con la campagna elettorale alle porte, ha deciso di rinviare ulteriormente l’esame del testo sul testamento biologico, trattando il tema del fine vita come uno yoyo. Noi ci siamo opposti ma invano. Abbiamo chiesto loro di avere il coraggio delle loro azioni ma chi non ce l’ha il coraggio non sa darselo. Da questi due episodi parlamentari emerge chiaramente un dato di fatto. Al governo e alla maggioranza non frega niente dei diritti civili. Li trattano come li hanno sempre trattati: come strumenti elettorali da tirare fuori e nascondere all’occorrenza. Dietro di loro non c’è la coscienza del legislatore che, al di là dei suoi personali convincimenti morali o religiosi, legifera in nome e per conto di tutti i cittadini, ma le pressioni delle gerarchie ecclesiastiche. La paura è che la legge sull’omofobia, che vuole riconoscere semplicemente a chi viene offeso ed insultato il diritto ad avere giustizia, sia l’apripista ai matrimoni tra omosessuali. Così come una buona e seria legge sul testamento biologico che non imponga a tutti una morale di stato. In Italia non si riesce a fare una legge per punire gli odiosi crimini verso le persone omosessuali, anziane o disabili. La legge sull’omofobia no. Il bunga bunga sì.