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VITALIZI E PORCELLUM VANNO A BRACCETTO

Aboliamo i vitalizi, privilegio inaccettabile della Casta. Nel momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini per affrontare la crisi e rilanciare l’ economia si deve avere il coraggio di dare un taglio ai privilegi dei politici. L’abolizione dei vitalizi è una nostra battaglia storica e riteniamo che debba partire dai parlamentari in carica e da quelli non più in carica ma non ancora andati in pensione. E intervenire anche su chi è andato in pensione, con regole più stringenti ed eque.

Da tempo gira una voce, riportata oggi dai quotidiani, secondo cui alcuni parlamentari starebbero pensando di dimettersi il 31 dicembre 2011 per non entrare nel nuovo regime previdenziale basato sulla contribuzione, che scatterà il primo gennaio 2012. Non ci voglio credere, non voglio pensare che esistano deputati o senatori che davvero stanno pensando una cosa così meschina e venale per tutelare un proprio interesse personale. Se fosse vero sarebbe una vergogna per tutta l’Italia.

La lotta ai privilegi della Casta non deve far passare in secondo piano la scarsa qualità di certi politici. E’ un problema causato soprattutto dalla legge elettorale che impone ai cittadini un parlamento di nominati. Con il referendum spazzeremo via il porcellum e gli italiani torneranno a decidere da chi essere governati. Non saranno più le segreterie dei partiti a decidere prima chi far eleggere, ma gli elettori. Eliminata questa stortura, avremo una classe politica migliore in Parlamento.

DONNE, PARITA' ANCHE NEL LAVORO

Donne e LavoroDonne e Lavoro

L’Europa ha ragione: le donne e gli uomini devono andare in pensione alla stessa età. Tutti lo sapevano, anche io ne sono convinto da sempre, tanto da aver presentato una proposta di legge in tal senso già nella scorsa legislatura. Non è certo un giorno che se ne discute. Il governo finge, invece, di scoprirlo solo ora e si nasconde vigliaccamente dietro gli ordini di mamma Europa, quella stessa che ignora su molte altre materie, come il conflitto di interessi o la libertà d’informazione. Nella stragrande maggioranza dei Paesi europei gli uomini e le donne vanno in pensione alla stessa età, mentre l’Italia è uno dei pochi paesi che mantiene la differenza. Il problema è che tra noi e loro, tra l’Italia e gli altri paesi europei intendo, in materia di occupazione femminile, sostegno alle famiglie, maternità e pari opportunità c’è una differenza grande come una casa, anzi un abisso. L’Italia è il paese con il minor numero di donne occupate. Ha uno dei più bassi indici di natalità e con la più bassa percentuale del Pil destinata al sostegno delle famiglie. I servizi, le opportunità e le norme a sostegno delle donne che lavorano in Italia fanno ridere e non sono certo a livello europeo. C’è di più. Le donne in Italia raggiungono difficilmente i vertici del comando e, a pari responsabilità, guadagnano mediamente meno dei loro pari grado maschi. In Europa, Francia, Inghilterra, Germania – per non parlare dei paesi scandinavi che ci fanno vergognare definitivamente al confronto - si suona tutta un’altra musica. Le donne guadagnano tanto quanto i loro pari grado maschi. Hanno sostegni economico-finanziari adeguati, siano esse donne madri o famiglie. Hanno servizi sociali adeguati, asili nido di prima qualità, scuole pubbliche eccellenti e non certo quel deserto di qualità e quantità in cui l’ineffabile ministro Gelmini ha ridotto la scuola italiana. Il paradosso è che in Italia che è il paese più imbevuto di familismo e mammismo dell’intero globo terracqueo, tutto questo non c’è, non esiste e se se ne parla è solo perché qualcuno ci può guadagnare. Se, dunque, il governo ha intenzione di adeguare l’età pensionabile delle donne a quella degli uomini non per fare cassa ma per adeguarsi in tutti i sensi all’Europa, investa parte dei risparmi di spesa che ne deriveranno in maggiori risorse da investire per le famiglie, per le donne, allunghi il tempo di congedo di maternità, preveda una serie di interventi, anche di tipo fiscale, per privilegiare l’occupazione e il lavoro delle donne. Se, invece, con la scusa dell’Europa, vuole fare cassa sulla pelle delle donne è una vigliaccata, un’arma contro le donne che ostacoleremo con tutte le nostre forze.