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IL SARTO CUCE IL SISTEMA ELETTORALE

Un turno, doppio turno, proporzionale con soglia di sbarramento, senza soglia ma con premio di maggioranza, con due soglie e senza premio di maggioranza, con le preferenze, no, senza le preferenze. Basta liste bloccate. Con le liste bloccate ma con una rosa di nomi in cui poter scegliere.

Si parla di legge elettorale naturalmente. Un dibattito che va avanti da anni e che non si chiude positivamente perché ogni partito punta a farsi un sistema su misura, manco la legge fosse un vestito di alta sartoria.

C’è un trabocchetto: i partiti fiutano l’aria che tira, brutta per molti di loro, ma tentano di sfangarla inventandosi un sistema di voto favorevole. Un doppio vulnus alla democrazia rappresentativa: a) si ignorano le richieste della base di cambiamento e di innovazione; b) si usano le istituzioni per i propri fini, altro che interesse nazionale o bene comune. Tutto ciò ignorando la volontà popolare, molto chiara.

Un milione e duecentomila cittadini avevano firmato il nostro referendum per l’ abrogazione del Porcellum ed il ritorno, di fatto, al Mattarellum. Queste firme avrebbero dovuto essere altrettante stelle polari per orientare la volontà del Parlamento, ma così non è. Almeno allo stato dei fatti. Erano tutte firme per difendere il bipolarismo, lo spirito maggioritario e di coalizione. Ora, però, nessuno tenti di far tornare l’Italia alla Prima Repubblica solo per interessi di partito, perché la legge elettorale, come dimostrano i disastri del Porcellum, è l’architrave della democrazia e della credibilità delle istituzioni.

EPPUR SI MUOVE…

Ieri, con il capogruppo al Senato Felice Belisario e con il portavoce Idv Leoluca Orlando, sono andato al Quirinale per esporre le posizioni dell’Italia dei Valori sulla legge elettorale e sulle riforme. Abbiamo avuto con il Presidente un incontro lungo (più di un’ora) e cordiale. Abbiamo detto che sulla legge elettorale, dopo la bocciatura del referendum, è necessario dare un forte impulso parlamentare per abrogare il porcellum, che è un sistema truffaldino, rispettando lo spirito referendario. Un milione e duecentomila cittadini hanno firmato per cambiare la legge elettorale e, anche se la Consulta ha bocciato tecnicamente i quesiti, il valore politico di quella mobilitazione rimane intatto.

Il Parlamento ora deve dare varare una nuova legge elettorale che restituisca il diritto di scelta dei cittadini, il potere di decidere chi eleggere. Ma che salvi anche il bipolarismo e il diritto di conoscere prima quali sono le coalizioni che si candidano al governo, con quale leader e con quale programma. E deve anche avviare una drastica riduzione del numero dei parlamentari. Questa è una priorità.

Sul fronte della riduzione dei costi della politica si fa, anche grazie alla nostra attività, qualche passo avanti. Eppur si muove, mi verrebbe da dire a questo proposito. Non mi riferisco alla terra ma all’attività del Parlamento contro i privilegi dei politici e il taglio ai costi della politica e forse scomodare il genio di Galileo è eccessivo per una questione che ancora non risolve il problema. Eppur si muove, dicevo, nel senso che qualche piccolo passo in avanti si sta facendo. Ieri la commissione Affari Costituzionali, di cui faccio parte, ha deciso di vincolare il rimborso per i contratti dei collaboratori alla presentazione di una documentazione che attesti l’effettivo rapporto di lavoro.

Una norma di elementare civiltà che farà emergere il ‘lavoro nero’ di molti assistenti parlamentari. Bene. Erano anni che lo chiedevamo. Positivo è anche il passaggio, per il sistema pensionistico, al contributivo puro. Noi abbiamo chiesto che fosse retroattivo, ma gli altri partiti hanno rifiutato e ci hanno messo in minoranza. Certo c’è da fare ancora molto sui tagli ai costi della politica. E il nostro impegno non mancherà. Come sempre.

VITALIZI E PORCELLUM VANNO A BRACCETTO

Aboliamo i vitalizi, privilegio inaccettabile della Casta. Nel momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini per affrontare la crisi e rilanciare l’ economia si deve avere il coraggio di dare un taglio ai privilegi dei politici. L’abolizione dei vitalizi è una nostra battaglia storica e riteniamo che debba partire dai parlamentari in carica e da quelli non più in carica ma non ancora andati in pensione. E intervenire anche su chi è andato in pensione, con regole più stringenti ed eque.

Da tempo gira una voce, riportata oggi dai quotidiani, secondo cui alcuni parlamentari starebbero pensando di dimettersi il 31 dicembre 2011 per non entrare nel nuovo regime previdenziale basato sulla contribuzione, che scatterà il primo gennaio 2012. Non ci voglio credere, non voglio pensare che esistano deputati o senatori che davvero stanno pensando una cosa così meschina e venale per tutelare un proprio interesse personale. Se fosse vero sarebbe una vergogna per tutta l’Italia.

La lotta ai privilegi della Casta non deve far passare in secondo piano la scarsa qualità di certi politici. E’ un problema causato soprattutto dalla legge elettorale che impone ai cittadini un parlamento di nominati. Con il referendum spazzeremo via il porcellum e gli italiani torneranno a decidere da chi essere governati. Non saranno più le segreterie dei partiti a decidere prima chi far eleggere, ma gli elettori. Eliminata questa stortura, avremo una classe politica migliore in Parlamento.

E referendum sarà...

Ecco il mio pezzo apparso oggi sul quotidiano "L'Unità". Un milione di firme, un risultato straordinario. Il referendum per abolire il porcellum nasce sotto auspici addirittura migliori dei quesiti su acqua, nucleare e legittimo impedimento. Il primo dato che emerge da questa prima fase è la straordinaria mobilitazione dei cittadini, decisi a riappropriarsi del proprio potere di scelta, della possibilità di decidere con il voto chi mandare in Parlamento, senza più delegare questa scelta alle segreterie dei partiti. La partecipazione democratica è già un bel segnale, vuol dire che l’opinione pubblica non solo vuole il cambiamento, ma si impegna in prima persona. Il referendum sulla legge elettorale ha anche un enorme valore politico e può essere il grimaldello per scardinare il sistema di potere che ancora supporta Berlusconi, premier debole e ormai sfiduciato da tutte le parti sociali che però occupa Palazzo Chigi con lo stesso piglio di un ‘ultimo giapponese’. Pdl e Lega, infatti, temono il ritorno al Mattarellum e, per limitare i danni alle prossime elezioni, potrebbero anche decidere di andare ad elezioni anticipate con l’attuale sistema elettorale. Sicuramente proveranno, come hanno già fatto per gli ultimi referendum, a cambiare la legge elettorale prima della consultazione popolare. Ma non riusciranno nel loro intento truffaldino per due semplici motivi. Il primo, banalmente, è che Pdl e Lega vogliono due sistemi elettorali diversi. Il secondo è che la Consulta ha già stabilito il principio che il legislatore non può aggirare il referendum cambiando la legge prima del voto. In ogni caso il referendum si farà e raggiungerà sicuramente il quorum. Ci sono due scenari dunque: il governo collassa prima e si va al voto con questa legge elettorale, oppure si voterà con la nuova legge elettorale nel 2013, alla scadenza naturale della legislatura. In entrambi i casi il referendum avrà sortito effetti positivi ed il milione di italiani che ha firmato potrà essere orgoglioso del contributo dato alla svolta politica del Paese. 

UCCIDIAMO IL PORCELLUM GRASSO

Uccidiamo il porcellum grasso. Il porcellum è il sistema elettorale attualmente in vigore, quello che permette ai segretari di partito o al massimo ad un manipolo di dirigenti di spedire in Parlamento persone legate a loro, spesso senza alcun rapporto con il territorio o i cittadini. Insomma il porcellum è il padre dei nominati. Prende il nome da una delle più eleganti uscite di Calderoli, che definì quella legge elettorale "una porcata". O meglio, visto che era il padre della suddetta legge, disse "eh sì, abbiamo fatto una porcata". Così, con lo stesso tono di uno che faceva una partitella a carte con gli amici al bar. A rigor di logica, se il Porcellum è il padre dei nominati e se Calderoli è il padre del Porcellum, ne consegue che Calderoli è il nonno dei nominati. Ma lasciamo perdere quest’albero genealogico suino e parliamo un po’ più seriamente. Italia dei valori è tra i promotori del referendum per l’abrogazione del Porcellum e per il ritorno al precedente sistema elettorale, il Mattarellum, che favorisce il bipolarismo, che per noi è un valore, e pone il vincolo della definizione delle alleanze prima del voto, dato positivo anche questo. E’ giusto che i cittadini scelgano sia chi deve governarli, sia la coalizione, per evitar ei classici pasticci all’italiana. E’ in atto la raccolta delle firme per presentare i referendum e l’Italia dei Valori sta facendo un grosso sforzo organizzativo, perché cambiare questo sistema elettorale è un passaggio fondamentale per cambiare la politica. Per questo motivo sarebbe opportuno che anche il Pd abbandonasse i propri tentennamenti e appoggiasse in maniera convinta questa grande opportunità. I cittadini sono sempre più consapevole della necessità di un cambiamento radicale della politica, e non intercettare questa voglia di rinnovamento sarebbe colpevole miopia da parte della classe dirigente del centrosinistra. Non ce lo possiamo permettere.

UN MATTARELLUM CONTRO I “NOMINATI”

Dalle parole ai fatti. Perché, a parole, tutti sono stati capaci di dire che questa legge elettorale è un grandissima porcata perché disegna un parlamento di nominati dai capi-partito e non di eletti ma, nei fatti, nessuno fino ad oggi si era mosso concretamente. Tutti hanno detto che il porcellum è una legge truffa perché serve alla Casta, ai partiti, ai capipartito, ai segretari di partito, per fare il loro comodo e mandare in Parlamento peones, nani, ballerine e yesman, ma nessuno si era mosso fino ad oggi con determinazione e concretezza di atti formali. La via parlamentare rimane la strada maestra ma se il Parlamento, così come ormai appare ampiamente dimostrato e assodato, non si muove, ci penseranno i cittadini a riprendere, attraverso il referendum anti-porcellum, la strada della democrazia. Italia dei Valori sosterrà con convinzione e determinazione il referendum per il ritorno al Mattarellum perché vogliamo abolire una legge elettorale che ha portato alla vergogna di un parlamento di nominati, pieno di nani, ballerine e, con un pizzico di autocritica, di Scilipoti. Vogliamo restituire dignità alla politica, restituendo ai cittadini il potere di scelta che, dopo il referendum, potranno tornare a scegliere chi mandare in Parlamento a rappresentarli. In più, rispetto al sistema proporzionale, i cittadini sceglieranno anche quale coalizione far governare e con quale programma. Gli elettori devono sapere e, soprattutto, devono essere messi nelle condizioni, di sapere prima quale è il programma e chi è il candidato premier per scegliere con piena consapevolezza. Chiedere il voto al buio, lasciare che si decida tutto nelle segrete stanze del palazzo, è un’idea che abbiamo sempre contrastato. Noi ci impegniamo a realizzare una nuova legge elettorale, da approvare prima di andare al voto, perché a casa nostra questa si chiama democrazia!

FINI FACCIA MEA CULPA

Fini - Casini - BerlusconiFini - Casini - Berlusconi

“Si discute tanto sulle preferenze, ma noi abbiamo scelto di non votare con le preferenze, perché soprattutto in certe regioni la preferenza equivale alla clientela”. Sono parole di Gianfranco Fini, pronunciate nel 2005, alla vigilia dell’approvazione del cosiddetto Porcellum, lo stesso Fini che ieri, con aria decisa e combattiva, dal palco della festa di Mirabello, ha detto, testuale: “E’ semplicemente vergognoso che ci sia la lista ‘prendere o lasciare’”. Sempre da Mirabello il presidente della Camera ha detto che “sovranità popolare significa che le elettrici e gli elettori devono avere il diritto di scegliere i loro parlamentari”. Tornando alle sue affermazioni del 2005 sulla legge elettorale, si legge che “prevede una maggioranza scelta dagli elettori, impegna i partiti a dare vita alle rispettive coalizioni e a indicare i rispettivi leader ai quali, ferme restando le prerogative del capo dello Stato, sarà dato il mandato di formare il governo”. Non c’è molto da commentare, quanto diceva nel 2005 è l’esatto opposto di quanto, davanti ad una platea quasi in delirio e sicuramente speranzosa,  ha affermato ieri. Le stesse cose che il leader dell’Udc oggi gli accusa, in qualche modo a ragione, di aver copiato a lui. L’unica differenza è che il presidente della camera ha fatto il mea culpa, per quanto sterilmente, mentre il leader dell’Udc neanche quello.  “Sono determinato affinché la legge passi, è questo il segnale di discontinuità che aspettavamo. La riforma elettorale è una richiesta avanzata dall'Udc e non riesco a capire perché bisogna affossarla”. Ecco cosa diceva Casini del Porcellum, sempre nel 2005 ed oggi insiste nel rivendicare come sua la proposta di cambiare la legge elettorale. Ma allora come mai l’appoggiò nel 2005, quando, con lui presidente della Camera, la stessa legge fu approvata. A cosa serve, mi chiedo, demolire di punto in bianco, una legge elettorale per l’approvazione della quale si è insistito con ogni forza?. Cosa significa, da parte di Fini, contestare, per altro in modo politicamente ineccepibile, un presidente del Consiglio dinnanzi al quale fino al momento si è sdraiato supino e cui continua a dare l’approvazione come premier? In realtà quanto è successo ieri a Mirabello rende evidente quanto sia grave la posizione che Fini, come anche Casini, hanno mantenuto in questi anni. A cosa serve ora condannare una politica dell’illegalità che entrambi fino al momento hanno approvato? Anzi, direi che proprio il fatto di non avere impedito che queste politiche andassero avanti, li rende corresponsabili di quanto accaduto in questo ventennio. Già, perché, se da parte delle opposizioni vengono sollevate le stesse obiezioni alzate da Fini nell’ultimo periodo, è pur vero che il centro sinistra non avrebbe potuto fare molto più che opporsi e contestare, mentre la posizione di Fini lo rendeva, anche in questi anni, politicamente più attivo ed in grado di ottenere un risultato. E’ quanto ha confermato pochi giorni fa proprio un fedelissimo del presidente della Camera, che, a proposito del processo breve, ha detto che si è trattato di un loro successo e che hanno ottenuto più loro in pochi mesi che il centro sinistra in quasi tre anni. Ai Finiani noi diciamo che proprio questa considerazione rappresenta la prova provata di quello che è stato il grado d’irresponsabilità di An e Udc in questi anni. Se, anziché rimanere supini a guardare un Berlusconi che ora contestano e che di fatto ha rovinato il Paese, avessero agito per tempo, probabilmente ora la situazione sarebbe ben diversa. Tutto questo non significa che io abbia cambiato idea, sono ancora convinto che, se serve a mandare a casa Berlusconi, le alleanze si possono fare anche con il diavolo. Almeno però il diavolo faccia il mea culpa.