Taggati con: precari

CRISI, NESSUNO INGOI LA POLPETTA AVVELENATA DI TREMONTI

Berlusconi-TremontiBerlusconi-TremontiL'intervista di Tremonti pubblicata oggi su Repubblica farebbe ridere dalla prima all'ultima riga, se non fosse per il fatto che rappresenta una tragica fotografia dell'assoluta incapacità ed incoscienza di questo governo. E' una vera e propria gag, quella odierna del ministro dell'Economia, l'ultima conferma del fatto che Tremonti e Berlusconi sono come una vecchia coppia di comici da varietà che ormai tiene banco da 20 anni, stordendo gli italiani con dosi massicce di frottole. Nella puntata odierna del varietà del governo, Tremonti ci racconta, ancora una volta, che la crisi economica è finita, che i sacrifici più duri sono acqua passata, che l'Italia è più forte e gode di salute più degli altri paesi. E' tale la tecnica affinata in 20 anni dal ministro dell'Economia e dal suo premier, che, nel leggere l'intervista, se non apri bene gli occhi e non ti domandi: "ma chi sta prendendo per il culo?", ti verrebbe quasi da credergli. In realtà Tremonti dimentica che il nostro paese non cresce da 10 anni. Dimentica che, anche ora che le altre economie europee hanno ripreso a camminare, l'Italia è ferma ai blocchi di partenza. Dimentica le centinaia di imprese che continuano a chiudere i battenti, le centinaia di persone che continuano a perdere il posto di lavoro. Dimentica la disoccupazione giovanile al 25%, le decine di migliaia di precari che, a partire dal mondo della scuola, continuano ancora oggi a rimanere senza occupazione per i tagli iniqui e scriteriati di questo governo. Un governo che, come ha ricordato il Presidente Napolitano solo pochi giorni fa, non ha ancora messo a punto una politica industriale. E come potrebbe, d'altra parte, se il settore è privo della guida di un ministro? Questo governo non ha una politica fiscale, non ha una politica del lavoro, non ha una politica di riforme del sistema economia, che in Italia è ormai ingessato da decenni. Le proposte avanzate da Tremonti nell'intervento-gag di oggi sono il solito armamentario, in parte da libro dei sogni, quello in cui figurano cieli azzurri e bambini sorridenti, in parte costruito con armi spuntate che la prima volta che l'ho visto usare è stato 20 anni fa. Solo frottole, solo sogni, affermazioni anche giuste, ma squallidamente contraddette dalle politiche che da ormai quasi tre anni questo governo porta avanti. Tremonti deve davvero pensare che gli italiani siano un popolo di fessi, se indica, tra i più grandi obiettivi del governo, l'investimento nel settore della ricerca, che lui stesso, dal primo giorno di questa legislatura, cerca sistematicamente di radere al suolo, con l'aiuto di un'altra sciagura nazionale: Mariastella mani di forbice. Proprio per questa ragione, l'apertura di Tremonti ad un periodo di riforme da condividere con l'opposizione, se da un lato è insultante in quanto proveniente da un governo che fino al momento ha saputo legifrare solo a colpi di fiducia, dall'altro lato è solo una polpetta avvelenata offerta da un governo incapace di governare il Paese in una fase così delicata, ad un'opposizione che cerca in tutti i modi di coinvolgere nelle proprie politiche fallimentari. Ecco perché speriamo che nessuno ingoi la polpetta, speriamo che nessuno, da parte dell'opposizione, ci caschi. Quella di Tremonti non è una proposta, è solo un bidone. Per riportare l'Italia sulla strada giusta c'è un passo decisivo da compiere il prima possibile: mandare a casa questo governo, che non ha come obiettivo l'interesse generale del Paese, ma solo quello di difendere i tornaconti personali di Berlusconi.

SCUOLA, DALLA PARTE DEI PRECARI

"I precari non li incontro, sono militanti politici". Quest'esempio di democrazia e' una perla, una delle tante, del ministro Gelmini. Decine di migliaia di questi 'militanti politici' saranno buttati fuori dalla scuola grazie alla riforma del ministro che in molti cominciano a chiamare Attila. Secondo Gelmini i precari sono troppi e non possono essere assorbiti tutti. Certo, quando si tagliano i fondi alla scuola pubblica e' proprio cosi'. Ma il ministro sa bene che nessuno ha chiesto l'assunzione immediata e permanente di tutti i precari. Affermando quello, bara, trucca il confronto politico. I dati dei sindacati sono chiari: dal 2008 hanno perso il posto 67.000 insegnanti, pari a due Alitalia all'anno. E' chiaro che il sistema dell'istruzione pubblica in Italia non così non regge, ma il governo con la sua politica di tagli sta affrontando il problema nel modo peggiore. Si sta, peraltro, massacrando la scuola pubblica a tutto vantaggio di quella privata. Un'altra brutta pagina per questo governo. L'istruzione e' un pilastro del sistema sociale di qualsiasi paese moderno ed avanzato, ma in Italia sembra che questo concetto non sia valido. Il corpo docente e' stato troppo spesso mortificato, quando invece andava valorizzato ed incentivato. E' a queste persone che affidiamo l'istruzione dei nostri giovani, sono loro a formare la futura classe dirigente del paese. Ed invece che succede? Tagli drastici e favori alle scuole private. Chiacchierare con i precari in questi giorni di protesta e' utile e da' la dimensione di quanto siano motivati e quanto tengano a questo lavoro. Il potenziamento della scuola, della scuola pubblica, e' una priorità nel nostro programma. Siamo vicini agli insegnanti che protestano e siamo pronti ad accogliere suggerimenti utili.