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MONTI Si' MA A TEMPO DETERMINATO
Un governo tecnico allo stato puro, senza politici, a tempo, con un programma preciso, di emergenza, che risolva i problemi per i quali è nato per procedere, poi, quanto prima, ad elezioni, restituendo la parola ai cittadini.
Sono queste le richieste che stamattina, abbiamo avanzato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Poche ma chiare indicazioni, che come forza politica, che rappresenta milioni di elettori, sentiamo prioritarie. Vogliamo conoscere chi, cosa, come, con chi e per quanto tempo: vogliamo conoscere la futura squadra del governo Monti, gli obiettivi, il programma, i tempi ed una nuova legge elettorale, o con il referendum o in Parlamento.
Questo Paese ha già pagato un prezzo altissimo, il prezzo di un ventennio berlusconiano che ha raso al suolo democrazia ed etica, dove la credibilità istituzionale e morale è precipitata ai minimi storici. Sentiamo il peso e la responsabilità ma anche l’orgoglio di contribuire a ricostruire l’Italia, di restituire a questo Paese sfiancato da un ventennio di videocrazia, di egoismi, di leggi ad personam, di cricche e lobby affaristiche, la credibilità che merita.



Era, ed è, doveroso riflettere
A chi non ha compreso, a chi non ha accettato, a chi ha criticato le posizioni dell'Italia dei Valori degli ultimi giorni in merito al governo Monti dico: avete ragione. Forse la nostra posizione è stata un po' rigida ma, cercate di comprendere: in tre giorni è cambiato il mondo. Nel giro di poche ore archivieremo vent'anni di Berlusconi, la Seconda Repubblica e, a quanto pare, arriveremo al governo Monti. E' chiaro che tutti in questi momenti siano attraversati da più di un tormento. Fare politica significa anche questo.
In questi giorni, comunque, non abbiamo mai smesso di riflettere su quale fosse la cosa giusta da fare. Una delle nostre preoccupazioni principali era il rischio di avere in Parlamento la fotocopia del governo uscente, con la sola eccezione del presidente del Consiglio. Difficile chiedere all'Italia dei Valori di mandare giù una pillola del genere. Ma nelle ultime ore il quadro che va delineandosi è del tutto diverso: si fa strada un esecutivo di nuovi ministri tecnici che faccia piazza pulita di quelli uscenti dal governo Berlusconi. Siamo oltresì convinti il presidente della Repubblica, e Monti, non si faranno tirare per la giacchetta dal Pdl.
Davanti a noi, dunque, sembra aprirsi un'autostrada che abbiamo tutte le intenzioni di percorrere. Non rinunceremo, però, alle nostre battaglie e daremo le nostre indicazioni all'esecutivo che si insedierà a breve. Siamo fermamente convinti che i soldi per risollevare il Paese debbano essere recuperati anche colpendo la Casta e facendo pagare le tasse a chi, fino a questo momento, non le ha mai pagate.
Per finire. Idv sosterrà la nascita del governo guidato da Mario Monti. Se il professore, nella sua agenda, terrà conto anche delle nostre indicazioni, stia pur sicuro che saremo i suoi primi sostenitori. Altrimenti, e comunque, valuteremo punto per punto le sue proposte.



IL SATRAPO DI ARCORE AL COLLE? UNA BESTEMMIA
BerlusconiOddio, un incubo. Peggiore di quelli notturni. Molto peggiore. La Santanchè (no, non è questo l’incubo…) che afferma: mi piacerebbe vedere Berlusconi al Quirinale. Ecco l’incubo: Berlusconi al Colle più alto di Roma, alla prima carica dello Stato. Su questa ipotesi (che speriamo rimanga tale per sempre) si è persino aperto il dibattito politico. Stiamo parlando di un uomo sommerso dai processi e dagli scandali che per governare ha bisogno di certi deputati mercenari che si fanno pure chiamare ‘responsabili’. Berlusconi al Quirinale significherebbe il tracollo totale, completo e definitivo delle istituzioni. E pure un’offesa alla storia del palazzo che ha ospitato papi, re e presidenti della Repubblica. Non sarebbe il luogo più adatto per i bunga bunga… Parlare in questo momento di Berlusconi al Quirinale è un’offesa al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ed è, inoltre, un falso dibattito, perché si tratta di una questione non immediata. Solita furba provocazione per far parlare d’altro. Certo, però, che Berlusconi presidente della Repubblica è, seppur remoto, un rischio che l’Italia corre. Ed è anche l’ultima ambizione politica del Satrapo di Arcore. Le condizioni al momento non ci sono e non ci saranno neanche in futuro perché il prossimo parlamento, quello che eleggerà il nuovo Capo dello Stato, non sarà sicuramente a maggioranza berlusconiana. Non si può escludere, tuttavia, che Berlusconi compia ogni sforzo per salire al Colle più alto e con questa sua tentazione tutti i partiti dovranno fare i conti. E una prima implicazione politica è questa: nessuna riforma in senso presidenzialista. Non è il momento. Punto. A meno che qualcuno di voi non voglia un presidente della Repubblica che al tradizionale discorso di fine anno racconti barzellette.



GOVERNO, MORTO CHE CAMMINA



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