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MINEO FUORI. ORA L’INFORMAZIONE E’ TUTTA DI SILVIO

 

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In un’economia di mercato, si è rimossi quando l’azienda che si dirige perde in termini economici. Nel caso di una tv, in termini economici ma anche di ascolti. Corradino Mineo, direttore di Rainews24, ha portato il tg all news della Rai ad ascolti vicini a quelli della concorrente Skytg24 ma Berlusconi lo ha rimosso comunque, cacciato senza pensarci su due volte. Perché? Per due ragioni. Innanzitutto, perché agli occhi del padrone dell’informazione, l’ottimo giornalista Mineo ha avuto l’ardire di dare in diretta manifestazioni di piazza a lui sgradite e di dar voce all’opposizione, quel fastidioso orpello che intralcia lo strano concetto che Berlusconi ha della democrazia, più simile ad una forma di dittatura a colpi di spot e propaganda. In secondo luogo, perché quando c’è di mezzo il presidente del Consiglio e la sua spasmodica ossessione di avere sotto il suo controllo l’intera informazione non c’è economia di mercato o di ascolti che tenga. Figuriamoci se ci pensa su due volte se a maggior ragione ha di fronte a lui un giornalista che fa il suo mestiere, ovvero informare. Con la rimozione dell’ottimo Mineo, Silvio Berlusconi procede a tappe forzate, come un carro armato, verso la realizzazione del suo obiettivo finale: l’occupazione sistematica di tutte le televisioni. Con la cacciata dell’ormai ex direttore di Rainews24, effettivamente, Silvio Berlusconi controlla 10 testate su 11. Controlla Mediaset perchè è di sua proprietà. Controlla la Rai perché, complice il silenzio imbarazzante di Catricalà, l’ha occupata sistematicamente in qualità di presidente del Consiglio. A questo si aggiunga che, da circa tre mesi, Berlusconi ha assunto l’interim delle Comunicazioni, sostituendo Scajola alle attività produttive. L’informazione è sua, la piega a suo comando. Cancella volti e voci e caccia i giornalisti sgraditi perché liberi. A Corradino Mineo, ottimo direttore di Rainews24, va tutta la nostra solidarietà ed il nostro appoggio in futuro per la sua battaglia in difesa della sua onorabilità e dignità professionale. Per noi di Italia dei Valori questa rimozione è inaccettabile, così come è inaccettabile la dittatura mediatica di Berlusconi e le mani della politica sulla Rai. La spartizione della torta dell’informazione è una pratica che deve cessare. Non ci stancheremo mai di ripeterlo. In gioco, c’è la libertà di informare ed il diritto ad essere informati. Quella stessa libertà di stampa che persino l'Onu, oggi, dice che sarebbe a serio rischio se passasse la legge Bavaglio.