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REFERENDUM DECISIVO PER MANDARE A CASA BERLUSCONI

Siamo al redde rationem. Il presidente del Consiglio è all’angolo, circondato dai suoi fantasmi e ossessionato dai suoi processi. Il 6 aprile sarà giudicato, da una triade di donne, in una sorta di bestiale e grottesco contrappasso dantesco, rinviato a giudizio per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile. Non c’è mai stato, nella storia del nostro Paese, un momento in cui la nostra politica è caduta tanto in basso, in cui la nostra immagine e la nostra reputazione internazionale ha raggiunto livelli di sputtanamento così globale. Uno strumento in più, oltre a quello parlamentare, per mandare a casa questo presidente del Consiglio, inadeguato a guidare il Paese: il referendum sul legittimo impedimento. Con il nostro legittimo impedimento possiamo scuotere questa increscioso momento di empasse politica ed evitare che l’agonia di Silvio Berlusconi diventi quella di un intero Paese. E’ l’unico “sbocco propositivo” per uscire dallo stallo di questi due lunghissimi anni fatti di immobilismo politico e di inadeguatezza a gestire la crisi economica. Non basta la parziale bocciatura della Consulta della legge, serve di più, uno strumento certo e sicuro che dia la concreta possibilità di mandarlo a casa una volta per tutte. Per questo, il nostro referendum è così importante e strategico, perché può mettere fine a questa legislatura. Ieri, abbiamo scritto una lettera al ministro dell’Interno Roberto Maroni affinché il voto del referendum sul legittimo impedimento – unitamente agli altri due sulla privatizzazione dell’acqua e sul nucleare – venga accorpato al voto del ballottaggio delle amministrative. Sarebbe la scelta più giusta ed opportuna che farebbe risparmiare allo Stato migliaia di euro. Se quel giorno, tanti italiani, al di là del proprio schieramento politico di appartenenza, andranno a votare vorrà dire che, liberamente e coscientemente, avranno scelto di non essere più rappresentanti da questo presidente del Consiglio. Quel giorno, Berlusconi non avrà altre vie d’uscita che non le dimissioni, perché con l’unico strumento veramente democratico che hanno in mano, liberi cittadini coscienti avranno definitivamente e inesorabilmente scalfito la cosa alla quale lui tiene più in assoluto, ovvero il consenso popolare e plebiscitario su di lui della gente. La domanda è: volete voi continuare ad essere governati dal governo Berlusconi che si fa le leggi ad personam, che è sotto processo per concussione e sfruttamento della prostituzione minorile, che non ha mosso un dito per affrontare una crisi economica epocale, o volete mandarlo a casa e ricominciare a sperare? Noi vogliamo ricominciare a sperare. Per questo, sosteniamo il referendum. Se aspettiamo che si dimetta o che crolli sotto le sue contraddizioni etiche, politiche e giudiziarie avremmo perso solo tempo.