INDIPENDENZA DELLA MAGISTRATURA

Data: 16 gennaio 2008
Categoria: Magistratura

Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, abbiamo apprezzato il richiamo contenuto nel suo intervento all'autonomia e all'indipendenza della magistratura. Tuttavia, signor Presidente del Consiglio, noi crediamo che governare significhi, sempre e innanzitutto, assumersi fino in fondo la responsabilità di dare risposte concrete alle necessità e ai bisogni del Paese. Ebbene, noi riteniamo che oggi il Paese abbia bisogno di sapere dal Presidente del Consiglio se sia vero o non sia vero che in questo Paese vi sono frange di magistratura che tentano di abbattere i loro avversari politici (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Il Paese ha bisogno di sapere se è vero o non è vero che vi sono magistrati che esercitano la giurisdizione con azioni strumentali e ad orologeria; se è vero o non è vero che vi è un'emergenza democratica, in questo Paese, nei rapporti tra la politica e la magistratura. Lei, oggi, questo, non lo ha detto.
Noi comprendiamo il momento. Comprendiamo che il momento ancora così caratterizzato da forti aspetti di emotività, legati alle vicende personali, familiari, di protagonisti dell'azione del Governo, l'abbia indotto finora a questa cautela. Tuttavia, il Paese glielo chiede. Noi glielo chiediamo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Siamo convinti che nei prossimi giorni lei saprà e potrà trovare le occasioni per dare al Paese questa risposta. Il Paese deve sapere se la magistratura è un qualcosa a cui può guardare con fiducia, o della quale - come qualcuno ieri ha affermato in questo Parlamento - deve avere paura.
Signor Presidente del Consiglio dei ministri, il Paese ha anche bisogno di un Governo immediato della giustizia. La giustizia in questo Paese ha troppi problemi, troppe difficoltà e troppe urgenze. Comprendiamo una soluzione temporanea, perché le crisi devono essere gestite e avere risposte adeguate, ma la temporaneità non può essere tale, non può rispondere alle esigenze di durata di un procedimento penale. Saremmo felici, per primi, se il Ministro Mastella avesse il tempo e il modo di dimostrare, nelle aule giudiziarie, la sua più piena estraneità alle imputazioni che gli sono state rivolte, ma i tempi della giustizia non coincidono con i tempi dell'indagine giudiziaria. Le chiediamo, quindi, di dare al Paese, al più presto, un Governo della giustizia, un Governo non temporaneo, ma forte e permanente. Altrettanto forti e permanenti siano anche le risposte ai grandi problemi della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
Il Ministro Mastella ha avuto modo - lo abbiamo apprezzato tantissimo - di spiegare, oggi, che gran parte delle sue parole e dei suoi interventi erano legati all'emotività del momento. Tuttavia, ieri è successo qualcosa di importante e di grave. Il problema non è tanto in chi ha pronunciato ieri queste frasi, ma è, per noi, in un Parlamento - e ciò costituisce un problema enorme - che quasi all'unanimità ha applauditoPag. 40quelle frasi gravissime (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Un Parlamento che è esploso in ovazioni, mentre in quest'Aula si affermava che vi è un'emergenza democratica nei rapporti tra la politica e la magistratura, senza nemmeno sapere, né domandarsi, cosa stesse accadendo, quali fossero i fatti, le prove e le circostanze delle indagini che erano state avviate. Mi dispiace dirlo, ma l'applauso di ieri in quest'Aula è apparso a tutto Paese il riflesso condizionato della casta, di una casta che, ogni volta che si sente aggredita e che viene messa sul banco degli imputati, pensa sempre e soltanto a difendere sé stessa (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
La politica, ieri, ha ripetuto ancora una volta, in quest'Aula, che il problema del Paese è la magistratura. Farebbe bene a ricordare che gli italiani sono convinti che il problema del Paese è questa politica! Smettiamola, allora, di parlare della giustizia solo quando amministratori pubblici sono coinvolti in indagini penali. Lavoriamo, piuttosto, per dare alla giustizia quegli organici di cui ha bisogno, quel personale amministrativo, quei beni di prima necessità che mancano all'amministrazione della giustizia. Incrementiamo le forze di polizia, rendiamo più celere ed efficiente la giustizia civile e penale. Questa è la giustizia di cui dobbiamo parlare nelle aule parlamentari, non la cieca autodifesa dei nostri interessi corporativi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
Il secondo tema che vorrei toccare, signor Presidente, trae solo incidentalmente spunto dalle vicende giudiziarie di questi giorni. Si tratta di una vicenda che racconta episodi che potrei definire di disinvolta gestione del bene pubblico, di pressioni politiche volte a incidere su scelte amministrative. Sono tutte cose sulle quali ritengo ben difficilmente potrà esserci una sentenza penale di condanna. Tuttavia, il fatto che queste cose possano non essere penalmente rilevanti, non significa che esse vadano bene, né che siano un bene per il Paese, né, soprattutto, che siano lecite. Non mi riferisco a nessuno in particolare.
Mi riferisco all'intero sistema politico perché questo sta diventando «l'andazzo» che, dal nord al sud, dalla destra alla sinistra, contamina sempre più ampi settori della politica e della vita pubblica italiana con una politica sempre più invasiva che cerca di supplire alla propria debolezza occupando sempre più ampi spazi nella gestione del bene pubblico,Pag. 41spazi che non le appartengono. Dalla RAI, alla sanità, all'università, a tutti i livelli dell'amministrazione locale o centrale, le logiche spartitorie, clientelari e lottizzatrici non solo stanno allontanando la politica dal Paese, ma soprattutto costituiscono sempre più un fardello che appesantisce lo Stato e con esso la dinamicità, la competitività e la crescita del nostro Paese. È questo malaffare che sta creando un clima nel quale sempre più i criteri di merito, di competenza e di professionalità trovano occasioni nella concretezza per essere avviliti e con loro si avviliscono le speranze dei giovani, avviando il declino di un intero Paese.
Vede, signor Presidente, la politica è ancora oggi una grande risorsa per il Paese, la politica è fatta dalle storie di tanti uomini e di tante donne che lottano quasi tutti con passione per i loro ideali. Rimettiamo al centro del nostro dibattito la questione dell'etica nella politica! Non è retorica, è il presupposto affinché questo Paese ritrovi fiducia in se stesso, nella sua classe dirigente e nella convinzione di poter sconfiggere il declino che abbiamo davanti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).




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©  Massimo Donadi 2008