Disegno di legge: legge Finanziaria 2007 (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato)

Data: 21 dicembre 2006
Categoria: Legge Finanziaria

Signor Presidente, onorevoli componenti del Governo, onorevoli colleghi, mentre ci apprestiamo a votare una manovra finanziaria sicuramente pesante, da più di 35 miliardi di euro, una delle più imponenti di tutti tempi, ho la sensazione che non siamo riusciti a trasmettere fino in fondo ai cittadini italiani le motivazioni - anzi, la necessità ineludibile - di questa scelta, dell'importanza della pesantezza di tale manovra.
A questa nostra mancanza è seguita una situazione di stordimento nei cittadini italiani, tentati dalle sirene del centrodestra, che continuano a ripetere loro: «Vedete? È bastato che arrivassero loro al Governo per fare approvare una stangata!». Tuttavia, non dobbiamo nasconderci che, in questi mesi, anche qualcuno del centrosinistra ha affermato, forse in modo un po' interessato: «Ma quale rigore? Non c'è bisogno di rigore: possiamo andare avanti tranquillamente a spendere come prima e più di prima!».
In questi casi, io credo che la coerenza sia fondamentale. Quando chiediamo agli italiani un sacrificio straordinario, straordinarie devono essere anche le motivazioni con le quali giustifichiamo il sacrificio. Ed io penso che la difficoltà, i tanti fraintendimenti e la diffidenza con la quale la manovra finanziaria è stata recepita dagli italiani trovino proprio nella nostra difficoltà a giustificarla la prima causa. È un vero peccato, perché la giustificazione c'era; ed era così solare, così evidente, così incontrovertibile che nessuno in buona fede, né in quest'aula, né nel paese, avrebbe potuto contraddirla.
Allora, dobbiamo cominciare a spiegare che l'Italia è una sorta di grande famiglia che ha ereditato dai propri padri, da chi ha governato negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, il terzo debito pubblico del mondo: più di 3 milioni di miliardi di vecchie di lire di debito! Ebbene, oggi, l'Italia è una famiglia che non ce la fa ad arrivare alla fine dell'anno con i propri soldi, con le proprie entrate, a vivere, a pagare gli stipendi della pubblica amministrazione, i servizi e quant'altro e che, per pagare gli interessi sul vecchio debito, deve fare ogni anno nuovi debiti.
Dopo un periodo di dieci anni di rigore, durato fino al 2001 (prima di quella data, infatti, la situazione era ancora peggiore), questi nuovi debiti ammontavano alla cifra, non irrisoria, di 90 mila miliardi di euro. Questa situazione di bilancio così difficile, così seria e così rigorosa certamente non sarebbe potuta migliorare nei cinque anni di Governo Berlusconi. Se, infatti, egli avesse voluto mantenere anche solo qualcuna delle mille promesse fatte, forse un po' avventatamente, agli italiani, a partire dalla riduzione delle tasse, avrebbe avuto bisogno di molto più denaro. Perciò, ha chiesto e ottenuto dall'Unione europea di poter superare i limiti, già importanti, di debito che l'Italia stava accumulando; e li ha superati, li ha superati di molto! Diciamolo agli italiani che, grazie alle scelte economiche compiute dal Governo Berlusconi, l'Italia avrà circa 130 mila miliardi di nuovi debiti, contratti soltanto quest'anno!
Allora, è evidente che questo Governo, nell'accogliere la richiesta, rivoltaci dall'Unione europea, di riallineare i nostri conti con le regole europee, non soltanto ha rispettato l'impegno assunto, ma ha fatto anche qualcosa di ineludibile. Diversamente, continuare su quel crinale avrebbe significato mettere l'Italia su un binario che non le avrebbe consentito di avere alcun futuro, su un binario che già altri paesi, come l'Argentina, hanno conosciuto, su un binario senza ritorno.




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©  Massimo Donadi 2008