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Berlusconi è bollito" dice un Bossi mai stato più saggio. E' evidente, ormai, che il presidente del Consiglio si sente il terreno tremare sotto ai piedi. Una situazione cui non è abituato, che lo fa andare fuori dai gangheri ancora più di quanto non faccia per sua indole.
Che fa, dunque, il Cavaliere disperato perché vede il suo trono a rischio? Si mette a sparare a zero contro tutto e tutti, contro una
Cassazione "politicizzata" che secondo le sue elucubrazioni starebbe tentando di dargli la spallata definitiva,
contro i suoi candidati, contro la libertà di espressione ed opinione,
contro quel Santoro che continua a mettere a nudo verità per Berlusconi troppo scomode. Ma a tutto questo siamo abituati. Quello che, devo dire, è stato sorprendente, per quanto sicuramente non in positivo, è stato
l'ultimo coniglio estratto dal cappello magico dell'instancabile premier. La disperazione lo ha portato niente meno che a rispolverare la figura del segretario di partito, che si concretizza "
democristianamente" nell'ormai ex guardasigilli
Angelino Alfano. Al deus ex machina, dice Berlusconi, "
spetterà l'ultima parola sulle scelte partitiche strategiche, anche di governo".
Un noto "signorsì", insomma, l'Agnellino nazionale, messo a fare da cuscinetto tra il padrone e il suo governo. Ora sarà l'Angelino a dettare gli ordini e salvare l'insalvabile, nella mente contorta di Berlusconi. Quello stesso Angelino che si è messo ai piedi del suo presidente tentando di sovvertire le basi costituzionali cui il Paese si è sempre attenuto, con le varie leggi ad personam. Quell'Angelino che non ha mai opposto resistenza alcuna alle richieste del suo padrone, ora
sarà la guida politica di un Pdl ormai a pezzi. Per lui la giusta ricompensa per la totale devozione al capo.
Per il partito nessuna svolta sostanziale, ma solo di facciata. Per il Paese un chiaro segno: Berlusconi è ormai all'angolo, reso ancora più folle dalla disperazione per la consapevolezza di essere alla fine.
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