BERLUSCONI-FINI? CACCIAMOLI NOI!

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Proprio non ce la fa. E’ più forte di lui. Non concepisce altro culto che l’idolatria. Che ci crediate o no, ieri, di fronte allo psicodramma  stile “Kramer contro Kramer” tra Silvio e Gianfranco, il presidente del Consiglio mi ha quasi fatto pena. Lui, ricco, anziano, abituato come è ad essere obbedito, ossequiato, incensato, venerato, riverito, omaggiato, lui che con i soldi è riuscito a comprare tutto nella vita, lui che si è fatto da solo, e che da solo si vuole fare la giustizia e le riforme, faceva quasi pena così come era, stordito, suonato, come un pugile prima di cadere al tappeto. Ma è bastato poco, il tempo di una notte. L’anziano pugile, ferito ed umiliato, ha coperto i lividi con il cerone ed ha iniziato la sua vendetta inesorabile. Come Rockerduck che mangia il cilindro, ha aperto ufficialmente la stagione della caccia ai finiani, vil razza dannata, cui vuole riservare lo stesso destino delle aquile reali, dei bisonti europei, delle foche monache e degli scoiattoli rossi: l’estinzione . L’obiettivo è portare a casa l’impunità per via costituzionale.La vendetta, diceva Daniel Pennac, è il territorio infinito delle conseguenze indesiderate. Berlusconi potrà mettere in atto tutte le epurazioni che vuole, potrà vedere i finiani perire, in senso metaforico s’intende, ad uno ad uno, potrà veder rotolare giù tutte le teste ingrate che vuole, ma non potrà fermare l’inesorabile processo di decomposizione di un partito dell’amore che non c’è mai stato, non è mai esistito e in cui mamma e papà se le suonano da anni di santa ragione. E’ finita per sempre la favola dei cieli azzurri e dei prati fioriti. L’unanimismo sciocco e servile vivrà, forse, qualche altro giorno di gloria ma il destino del Pdl ormai è segnato. Per sempre.Non c’è di che stare allegri per i prossimi tre anni. Già nei primi due, dove filavamo o almeno fingevano di filare d’amore e d’accordo, hanno fatto poco o niente e quel poco che hanno fatto è riuscito pure male. Messi come sono oggi, divisi e l’uno contro l’altro armati, con il rischio di continui agguati ed imboscate, rischiamo la paralisi istituzionale e parlamentare. Noi non possiamo restare a guardare mentre i Montecchi e i Capuleti se le suonano di santa ragione e Verona affonda in una crisi sempre più inesorabile. Abbiamo il dovere di metterli alle strette, di pungolarli, di bastonarli se necessario. Italia dei Valori non sarà l’opposizione con la mano tesa, quella abituata a ballare con la musica altri. Se non sono in grado di andare avanti, di fare le riforme che servono al Paese vadano a casa.

Commenti

Non vorrei che ci si lasciasse intenerire dal "novello Fini". Fini resta comunque un personaggio ambiguo. E' stato al Governo, negli ultimi lunghi anni, insieme al delirante premier, con cui ha condiviso battaglie e successi. E' stato suo complice nel bene (poco) e nel male (tanto). Resta un personaggio con una forte fede "di destra".Rispetto la sua attuale posizione "minoritaria", e gli riconosco il coraggio di aver affrontato la questione "a muso duro". Ma non condivido l'opinione di chi ritiene che gli si debba tendere una mano. Mi inorridisce la sola idea di "accordi" con Fini (e quindi con Bocchino, etc etc).Ora, è ovvio che Bossi spinga il piede sull'acceleratore, perchè è consapevole che sono in gioco le riforme che gli stanno a cuore (federalismo innanzitutto). Il Cavaliere è fuori di sè per la rabbia, e pertanto più pericoloso che mai. A lui stanno a cuore le riforme "ad personam", che ora sono a forte rischio.Non è escluso che si vada al voto in anticipo. Ovviamente non ora, nè nei prossimi mesi, ma comunque nemmeno tra tre anni.E' importante riuscire a formare delle alleanze serie, con persone serie, con un programma condiviso, e che tenga conto delle maggiori istanze sociali. Ma temo fortemente gli "inciuci" di dalemiana memoria, e le accozzaglie variopinte.

L'opposizione deve farsi sentire in questo frangente. Non con fare derisorio o pettegolo, ma con segnali politici veri. L'opposizione deve essere compatta e pronta a quello che potrebbe avvenire. In caso di elezioni anticipate, la gente finirà ancora per votare B e Lega se non vede che dall'altra parte c'è una vera forza.I segnali che l'IDV sta dando sono incoraggianti, ma forse non bastano. Ci vuole una maggiore visibilità e chiarezza innanzitutto. Poi, ovviamente, il coinvolgimento del PD e compagni (UDC escluso ovviamente). Come ha detto Di Pietro, "c'è bisogno di un regista che dia il senso della sintesi, del gioco d'insieme". Forse Di Pietro ha ragione a non considerarsi quell'uomo; ma perché Vendola no? O un qualche giovane del PD (Civati, Serracchiani, ad esempio). Occorre una faccia nuova e seria. Prendiamo spunto da Nick Clegg!

Bravissimo On. Donadi.

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