BOSSI, LA POLITICA DEL DITO MEDIO
"La Padania è la soluzione di fronte alla crisi economica". La sentenza, più simile ad una farneticazione che ad un'opinione politica, arriva da Umberto Bossi, un Bossi sempre più decadente e deludente che adesso sembra voler coprire con idee deliranti il fallimento del federalismo. E così, per quanto ci conceda la magra consolazione di lasciar da parte le aggressioni verbali e i gesti inopportuni, comunque il Senatur va ad aggiungere danno alle già poche convincenti affermazioni maroniane che rivendicano i successi ottenuti contro criminalità e mafia, sempre per coprire il fallimento, oggettivo, della principale battaglia del partito del Carroccio.
Al di là, comunque, di quali siano i motivi che lo hanno spinto, il fatto che Umberto Bossi, ministro della Repubblica e segretario di uno dei due partiti di governo, in un momento così drammatico e delicato per le sorti del Paese, giunga a dire che l’Italia è finita e invochi la secessione della Padania, è un atto di eversione e un attentato all’unità nazionale. Sono parole inaccettabili, di gravità inaudita se provenienti da un ministro della Repubblica, che dovrebbe dare l'esempio in fatto di sobrietà istituzionale e correttezza politica.
A questo punto delle due l’una: o Bossi è così malato da non essere più consapevole di ciò che dice, e allora qualcuno dovrebbe assumersi la responsabilità di toglierlo da dove sta, oppure è il reale pensiero di un leader politico ed in questo caso dovrebbe muoversi la magistratura penale. Un solo fatto è certo: questo governo non si regge più in piedi e Bossi dovrebbe dimettersi immediatamente.
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