CASINI E MONTI, IL GATTO E LA VOLPE

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Monti riserva sorprese continue, non smette mai di stupire. Ha imparato in fretta a muoversi bene nell’ambiente politico, ora può anche insegnarne i trucchi, anche perché ha un maestro d’eccezione: Casini. Che è la vera mente politica dell’operazione. Infatti possiamo tranquillamente dire che si scrive Monti, ma ogni giorno più chiaramente si legge ‘Casini’. Mario Monti è passato nel giro di pochissimo tempo dal ruolo di tecnico super partes ad esecutore della politica dei due forni di Casini. Solo chi pratica la politica dei due forni può affermare di essere pronto ad accordi post elettorali anche con Berlusconi. Cioè con il demagogo per eccellenza, il principale responsabile politico della crisi in cui è sprofondata l’economia italiana. Bersani e Berlusconi per lui pari sono. Non ci siamo caro Mario, è il tempo delle scelte. Del rilancio e di un governo liberal-progressista che abbia in mente un’Italia diversa. Un’Italia migliore.  C’è da fare, a questo punto, un’amara considerazione, la Lista Monti è nata solo con l’obiettivo di rendere il Paese ingovernabile. Fallirà nel suo intento perché il centrosinistra è forte e propone agli italiani un progetto di governo serio e credibile. 

Commenti

Non si può dire che il PD affascini gli Italiani. Ha certamente il suo zoccolo duro che lo sorreggerà,  ma certamente non attrae la classe media del Paese.  Ha fatto parte integrante della strana maggioranza montiana ABC che ha tartassato le classi meno abbienti (pensioni, IMU, cc.). Scelleratamente, in accordo non scritto col PDL, ha fatto naufragare la riforma del Porcellum, in attesa di un buon raccolto di poltrone parlamentari, quale eventuale primo partito alle prossime elezioni, di eliminazione o taglio della spesa pubblica nemmeno se ne parla, noin dimenticandoci della difesa ad oltranza del finanziamento illecito dei partiti chiamato eufemisticamente "rimborsi elettorali! Attendiamo ora qualche ripensamento in merito "necessario"!

Il rischio della politica "moderata" che intende adottare Bersani è proprio quello di doversi appoggiare a forze centriste come l'ex UDC, specializzata nel cercare di ottenere il massimo risultato con la minima rappresentanza politica. Io sono convinto che il successo elettorale del PD sarà proporzionalmente legato alla sua capacità di prendere le distanze da Monti e dal montismo, proponendo una ricetta economica che vada oltre il rigore, i tagli e le tasse e punti alla riduzione dei vergognosi costi della politica, alla riforma elettorale e alla lotta dura all'evasione, rimediando inoltre ai guasti della scriteriata riforma Fornero.

Se non avrà la capacità di fare tutto questo, Bersani vedrà andare in fumo rapidamente i consensi che ha conquistato dimostrando serietà e senso di responsabilità in affiancamento ai "tecnici". Adesso deve prendere un'altra strada,  contemperando la riduzione della spesa pubblica e l'abolizione dei privilegi con una vera e concreta attenzione alla condizione del ceto medio, la vera vittima dell'azione devastante di Monti.