
Dare del fascista a
Maurizio Gasparri, affetto da una patologica forma di vuoto politico pneumatico, è paradossalmente fargli un complimento. Per questo non glielo dirò, mentre ho altro da dire. Maurizio Gasparri è l’esempio fulgido di tutto quello che la politica non dovrebbe mai fare, a maggior ragione in certi momenti quando l’insofferenza ed il malessere covano ed il disagio sociale diventa manifesto e tangibile. I giovani ed i movimenti studenteschi sono da sempre storicamente il primo segnale di questo disagio, rappresentano la prima linea manifesta di una difficoltà, di un malessere che va compreso ed ascoltato, non represso e soffocato addirittura sul nascere. La risposta del Governo, di un governo responsabile e serio e non certo di questo ossessionato solo da una campagna acquisti scellerata e immorale per sopravvivere un giorno in più, non può e non deve essere solo di ordine pubblico, come l’invio di ispettori, zone rosse, daspo, arresti preventivi ed altre corbellerie di questo tipo. Leggi per garantire l’ordine pubblico ci sono già ed è sufficiente applicarle con saggezza e buon senso. Quello che, invece, servirebbe come il pane sono risposte vere ed azioni conseguenti. Ai malesseri dei giovani che manifestano, alle proteste dei lavoratori in cassa integrazione, colpiti e messi a terra da una crisi economica che il governo non ha voluto e saputo gestire adeguatamente, serve un’operazione verità, parola sconosciuta a questo governo e a questa maggioranza di mistificatori e giocatori delle tre carte. La verità è, che per colpa della loro insipienza e manifesta incapacità, hanno rubato il futuro ad intere generazioni, li hanno espulsi dal mercato del lavoro ancora prima che vi entrassero. Per colpa loro, una generazioni di padri stanno inconsapevolmente rubando il futuro ai loro figli. Lo hanno capito tutti, lo hanno capito gli studenti per primi, quei ragazzi che sono scesi in piazza per manifestare il loro dissenso civile e democratico contro una riforma dell’Università che passerà alla storia come emblema e simbolo del fallimento del governo Berlusconi. La politica è e deve essere uno strumento per gestire e risolvere i problemi. Quando invece, come nel caso emblematico di Gasparri, diventa essa stessa il problema, perché senza idee e capace solo di tirare fuori dal cilindro un coniglio con la testa d’asino, o come nel caso di Berlusconi, che tiene il Paese bloccato in questo assurdo duello rusticani dai risvolti psicotici solo ed esclusivamente per il suo tornaconto giudiziario, è ora di voltare pagina sul serio.
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