GOVERNO DI LARGHE INTESE? MAI

Questa mattina su La Stampa  è stata pubblicata un’intervista al sottoscritto che, nella sintesi un po’ superficiale e arruffata del giornalista, arriva a travisare completamente il mio pensiero. Per questo, ho inviato una lettera di smentita al quotidiano torinese che ribadisce la mia posizione, chiedendo la rettifica in merito a quanto pubblicato. La pubblico qui di seguito, in modo tale che sia dipanato ogni dubbio su cosa il sottoscritto pensa realmente dei governi di larghe intese:

Ho letto, con profondo stupore la mia intervista a sua firma, pubblicata sull’edizione de “La stampa” di oggi, nella quale il mio pensiero e le mie parole risultano profondamente snaturate, al punto che a leggerla sono il primo a non essere d’accordo con quanto avrei detto. Non ho mai, e sottolineo mai, parlato di governo di larghe intese. Come lei sicuramente ben sa, governo di larghe intese è un governo che mette insieme l’intero arco costituzionale (è l’idea di Casini e Bersani, i quali non a caso contemplano che il candidato premier di questo ipotetico governo di larghe intese possa essere l’attuale ministro Tremonti), per fare tutti insieme una serie di riforme a 360 gradi, in un ambito temporale che si avvicina a quello residuo della legislatura. Di questo non le ho mai parlato, ritengo il governo di larghe intese una sciagura per il Paese e quindi è evidente che ho detto l’esatto contrario. Quello che le ho detto è quanto segue:  alla sua prima domanda se ero favorevole ad un governo tecnico, le ho risposto che trovo il dibattito sul punto una perdita di tempo, in quanto al momento, non vi è alcuna possibilità di trovare in parlamento i numeri che sostengano questa ipotesi. Ho aggiunto che, proprio per questo, oltre che per togliere spazio di manovra politica a terzi e quarti poli, il centrosinistra avrebbe il dovere di occuparsi di altro e cioè di costruire la casa comune, la nuova coalizione, che rappresenti l’alternativa di governo. Con una successiva domanda, lei mi chiedeva cosa avrebbe fatto Italia dei Valori qualora i numeri per un governo tecnico, che oggi non ci sono, ci fossero in futuro. Le ho risposto che qualora ci fossero i numeri in parlamento per modificare, prima di tornare al voto, questa pessima legge elettorale saremmo dei pazzi a non sostenere questa possibilità. Poiché i rapporti sempre intercorsi tra di noi e la mia profonda stima nei suoi confronti non mi lasciano alcun dubbio sulla buona fede di quanto accaduto, sono certo che non vi sarà alcuna difficoltà da parte sua a pubblicare una rettifica che, con la presente lettera, cortesemente le sollecito.

Commenti

Sostenere il governo tecnico non se ne parla, va bene. Il governo delle larghe intese, mai, va bene.Il centro (Casini) per future alleanze non è percorribile, ok. Fini ( opportunista,ecc.ecc.ecc.) si scarta, va bene.Il Pd è dormiente ed ecc. ecc. ecc. picche. Vendola è un sentimentale e ammaliatore, ecc. ecc. ecc.niente via.I grillini vanno per conto loro, guai a considerarli, va bene.La domanda è : quali sono le intenzioni?