IL CAVALIERE DIMEZZATO E LA MANOVRA INESISTENTE

Il Cavaliere dimezzato vara la manovra inesistente. Sembra un titolo di Calvino, è invece la fredda cronaca di quanto avviene a Palazzo Chigi. Dopo giorni di consultazioni e di riunioni questo governo sgangherato ha approvato un maxiemendamento pieno di nulla. Non ci sono misure in grado di incidere positivamente sul bilancio dello Stato e di rilanciare l’economia. Berlusconi e Tremonti (ormai ai ferri corti da mesi) si presenteranno al G20 con una cartellina piena di fumo. Della già fumosa lettera all’Europa, più simile alla letterina di un bambino a Babbo Natale che a un documento economico, resta poco, solo tre punti marginali. Ancora una volta questo governo sceglie di non scegliere e di lasciar andare allegramente il Paese alla deriva, mercé della grande speculazione finanziaria internazionale. Un governo inetto sostenuto da una maggioranza lacerata, incapace di affrontare l’emergenza. La barca Italia è nella tempesta, ma il comandante e gli alti ufficiali son chiusi nella cabina di pilotaggio un po’ a brindare un po’ a litigare. Troppo abusata l’immagine del Titanic per essere originale, ma comunque efficace. Qui bisogna agire subito, perché l’iceberg si profila all’orizzonte. Serve una manovra immediata per evitare l’impatto, o sarà naufragio. E non può essere Berlusconi a farla, non ne è capace. La lenta agonia di questo esecutivo rasenta lo strazio e non può durare perché rischia di trasformarsi nell’agonia dell’Italia. E Berlusconi non è l’Italia. Il cambiamento in tempi brevissimi è necessario e inevitabile. Nel giro di pochi giorni l’Italia dovrà essere in grado di trovare l’ alternativa di governo. Intanto si profila un appuntamento importante: martedì 8 novembre può essere lo snodo della legislatura. Si vota alla Camera il rendiconto generale dello Stato, quello su cui il governo è già andato sotto e che mise a rischio la permanenza di Berlusconi a Palazzo Chigi. E’ un voto importante, quasi una fiducia. Lì Berlusconi dimostrerà se può contare su una maggioranza solida come dice (ma che non c’è), se può contare su una maggioranza anche di un voto o se non ha proprio i numeri. In quest’ultimo caso le conseguenze politiche sarebbero evidenti. Ma già circola la voce che il coordinatore del Pdl Denis Verdini stia tentando di avvicinare e ‘acquistare’ deputati. O di recuperare i ‘dissidenti’ del centrodestra. Un film già visto, e molto brutto. Repubblica scrive che all’ufficio di presidenza del Pdl di ieri, Verdini ha detto ‘ce ne freghiamo di quelli, abbiamo già dieci pronti a venire con noi’. Quelli di cui se ne frega Verdini sono i 6 deputati pidiellini che hanno firmato la lettera contro il premier chiedendo un nuovo governo. I dieci? Mistero. Abbiamo già presentato esposti sulla compravendita di deputati e anche stavolta lanciamo un allarme. Questi signori hanno già insultato le istituzioni trasformando Montecitorio in un mercato delle vacche e hanno trasformato la politica in mercimonio. Terremo la guardia alta, vigileremo, ma abbiamo anche la sensazione che stavolta non riusciranno a comprare i voti. Anzi, sarà dura arrestare la fuga dal Pdl e da questa maggioranza ormai alla fine della sua esperienza di governo. Le suadenti offerte di Verdini, che hanno tenuto in piedi Berlusconi sin dal 14 dicembre scorso, non basteranno. Siamo alla fine della fiera.

Commenti

Leggo la stampa Estera e, da nessuna parte trovo qualcosa che mi faccia pensare a un domani migliore nel caso in cui, l'opposizione, dovesse vincere eventuali elezioni anticipate.

Deprimente e sconfortante, ma la situazione Italiana, nelle mani di questa classe politica MONDIALMENTE squalificata, sembra senza soluzione, senza speranza.  L'IDV., deve inventarsi una posizione che lo tenga al riparo dai fallimenti sia della destra, che della sinistra legata ai parassiti PD. come Dalema, Fassino, Finocchiaro ecc.ecc.   Forse, ma solo forse, gli unici interlocutori che potrebbero essere validi, sono Veltroni e Marino, in particolare Marino, che non mi sembra coinvolto nelle faide interne a queste cosche, potrebbe essere un punto d'inizio per l'appoggio dell'IDV. a chi, nel PD:, cerca dei cambiamenti.