La Cina potrebbe intensificare gli “attacchi” diplomatici a Taiwan, dice il ministro degli Esteri dell’isola

La Cina probabilmente intensificherà i suoi “attacchi” diplomatici contro Taiwan dopo il congresso della scorsa settimana, che si è tenuto due volte al mese, anche per strappare all’isola altri dei pochi alleati diplomatici rimasti, ha dichiarato mercoledì il ministro degli Esteri di Taiwan.

Punti chiave:

  • Il ministro degli Esteri di Taiwan afferma che Pechino potrebbe aumentare la sua “minaccia alla sicurezza” dell’isola.
  • Joseph Wu accusa la Cina di attirare gli alleati di Taiwan affinché riconoscano Pechino al posto di Taipei
  • Solo 14 Paesi riconoscono ufficialmente il governo di Taiwan

Il Partito comunista cinese al potere ha concluso sabato il suo congresso, consolidando la presa del potere del presidente cinese Xi Jinping.

In una relazione al Parlamento, il ministro degli Esteri di Taiwan Joseph Wu ha dichiarato di aspettarsi che Pechino aumenti la sua “minaccia alla sicurezza e la soppressione diplomatica” sull’isola, che è rivendicata dalla Cina come proprio territorio nonostante le forti obiezioni di Taiwan.

“È probabile che la Cina aumenti gli attacchi e le minacce a Taiwan, soprattutto in campo diplomatico”, ha dichiarato Wu.

“Questo è ciò che ci preoccupa”.

Wu ha detto che Taiwan ha ricevuto “segnali” e informazioni da non meglio specificati alleati diplomatici, secondo i quali la Cina starebbe intensificando gli sforzi per attirare gli alleati dell’isola a cambiare il riconoscimento ufficiale a Pechino.

“Le sfide diplomatiche che stiamo affrontando sono sempre più grandi”, ha dichiarato.

“In prospettiva, la nostra situazione sta diventando sempre più difficile”.

Sotto il mandato di Wu, sei Paesi hanno cambiato il riconoscimento ufficiale da Taipei a Pechino, che sostiene che Taiwan non ha diritto a legami tra Stati.

Solo 14 Paesi riconoscono ufficialmente il governo dell’isola, per lo più Paesi in via di sviluppo del Pacifico, dell’America Latina e dei Caraibi.

Le vittorie diplomatiche della Cina

Questa settimana la Cina è uscita vincitrice da una disputa diplomatica che la oppone a Taiwan: il Paese ha infatti convinto le Isole Salomone e Kiribati a interrompere i legami di lunga data con Taipei.

Pechino e Taipei si sono accusate a vicenda di usare la “diplomazia del dollaro” per attirare i Paesi a creare legami ufficiali con loro.

La Cina ha intensificato la pressione diplomatica e militare per cercare di costringere Taiwan ad accettare il dominio cinese.

Taiwan è stato un punto chiave durante il congresso del PCC, con Xi che ha ricevuto un forte applauso quando ha ribadito la sua opposizione all’indipendenza di Taiwan.

“Insistiamo nel lottare per la prospettiva di una riunificazione pacifica con la massima sincerità e i migliori sforzi, ma non prometteremo mai di rinunciare all’uso della forza e ci riserviamo la possibilità di prendere tutte le misure necessarie”, ha dichiarato.

Il governo di Taiwan sostiene che solo i 23 milioni di abitanti dell’isola possono decidere del loro futuro e che, poiché Taiwan non è mai stata governata dalla Repubblica Popolare Cinese, le sue rivendicazioni di sovranità sono nulle.