LA DEMOCRAZIA PARTE DAI PARTITI

Chi non ha democrazia al proprio interno non può produrla nel Paese. È solo a partire dal rispetto di questa verità tanto semplice quanto inconfutabile che i partiti potranno ridare davvero fiducia e speranza al Paese. Ormai i partiti padronali, basati sul carisma dell’uomo della provvidenza, stanno rivelando tutta la loro inconsistenza, la loro fragilità. Anche Grillo, che proprio della democrazia si era fatto baluardo e primo difensore (voleva addirittura farci credere di essere rimasto l’unico), ci ha rivelato il suo vero volto. Difendere la democrazia con la dittatura. Chi vuole prendere in giro?

Il Movimento 5 Stelle sta diventando il prototipo più riuscito dei partiti padronali, tradendo la sua impostazione originaria, orizzontale. Sarà la più grande delusione degli italiani di questa tornata elettorale. La mia più profonda solidarietà va ai consiglieri Favia e Salsi, che purtroppo subiscono sulla loro pelle quella che si sta dimostrando una regola della non-democrazia italiana: i partiti padronali non sono capaci di evolvere verso forme di democrazia e partecipazione interna.

Ecco perché è nato Diritti e Libertà, perché pensiamo che se non partiamo noi per primi dalla democrazia, allora sarà davvero difficile restituirla al Paese. Questa Seconda Repubblica, dilaniata da ‘ghe pensi mi’ e salvatori della Patria, è una pagina della nostra storia da chiudere oggi, al più presto, che non superi le prossime elezioni.

Dalla democrazia e dalla coerenza dei movimenti politici che parteciperanno alle elezioni dovrà partire la modernizzazione anche politica ed istituzionale del Paese. Tocca alla politica per prima, perché solo la politica potrà dare avvio a quelle riforme strutturali che la nostra Italia oggi ci chiede. Diritti e Libertà  ha accettato la sfida. A chi vorrà unirsi a noi, do appuntamento in prima linea. Perché se, come dice Grillo, c’è una guerra, è una guerra per la democrazia, i diritti e la libertà.

Commenti

di Maurizio d'Este *

Muovere critiche a Beppe Grillo è un'impresa che richiede coraggio per almeno tre motivi:
- Innanzitutto perché si è ostacolati dall'atteggiamento "passionario" dei suoi fans che non vogliono (o non possono?) prendere neanche in considerazione l'eventualità di un “capo” che umanamente compia degli errori.
- In secondo luogo anche il porsi in modo autoritario e violento del comico, che tende a sfociare in un attacco personale e non ad un confronto sui problemi sollevati
- Alla fine, non ultimo però, pesa la batosta che patisce l'amor proprio di chi ha osato affermare le proprie ragioni, nel doversi arrendere al fatto che ciò per cui hai tanto lottato e in cui hai tanto creduto non è "esattamente" quello che ti avevano fatto credere.

Il primo motivo è legato al fatto che la politica è sempre più svuotata dei contenuti e inaridita ad uno scontro di "tifosi", dai toni prettamente "calcistici".
Il secondo motivo è legato al comportamento del "noto comico rag. Giuseppe detto Beppe" (così lui si è presentato a me) traspare
la sua insicurezza, la sua incapacità al confronto. Banalmente tutto questo viene sbrigativamente ridotto ad "atteggiamenti", ma io vedo in essi la crisi di chi non sa affrontare una situazione difficoltosa e affronta con la "forza" problemi che magari necessitavano solo di un democratico confronto di chiarificazione.
Per ultimo l'attacco all'autostima ed alla dignità di chi si è impegnato è forse il punto più grave e non penso richieda ulteriori commenti. 

Per concorrere costruttivamente alla soluzione dei problemi occorre rimanere lucidi e concentrarsi sui “fatti”, ricostruendo la catena di episodi che rendono un “fatto” constatabile oggettivamente la mancanza di democrazia interna. Episodi che rivelavano il rapporto assimmetrico tra il "capo" ed il "pubblico" erano accaduti anche negli anni scorsi. Coloro che avevano osato dare le proprie ragioni erano stati messi a silenzio per mezzo dei meccanismi manipolatori di chi usa il web come uno strumento di controllo. Tramite tecniche di SEO si sono “oscurate” le ragioni di chi protestava e messo solo in luce accuse spesso non motivate. Ora i casi di "intimidazione" si moltiplicano e confermano che non si tratta di "sfoghi" o "atteggiamenti" di un comico passionale, ma di un "metodo di lavoro". Il web esaltato come strumento di trasparenza si è dimostrato facilmente manipolabile da chi ha i "mezzi". I giornalisti tanto dileggiati dal comico hanno invece dimostrato di avere tra le loro fila molti che cercano di fare informazione onesta, ponendosi delle domande e cercando risposte.

Va riconosciuto il merito al grande comico di avere riportato alla politica molte persone che se ne erano allontanate, ma ora, in una situazione di inaudita gravità economica e sociale, i suoi limiti rischiano di produrre seri danni, allontanando proprio le persone che aveva saputo attivare ed eliminando le opportunità di un intervento efficace.

Occorre che la base del movimento 5Stelle sappia portare avanti i propri valori, staccandosi dal copyright del “padrone”, riunendosi in assemblea libera e non sottoposta a minacce e ricatti personali. Occorre prendere il coraggio di autogestirsi le primarie, lasciando aperta a tutti la reale possibilità di candidarsi. Non è democrazia poter scegliere da una lista "precompilata" non partecipativa. Occorre usare strumenti di democrazia 2.0 come “liquid-feedback”  (ma non è l'unico) dove tutti possono contribuire a trasformare slogan in azioni concrete a elaborare piani frutto di intelligenza collettiva. Questo strumento open source è stato più volte annunciato dal comico, ma mai messo in uso perché un suo uso “integrale” (deve essere open anche il database e non modificati i programmi) significherebbe per il comico la fine della posizione asimmetrica di chi sta’ sul palco (blog) e di tutti gli altri sotto col naso all’insù ad aspettare il prossimo "post".

Soprattutto occorre quindi che i 5S .smettano di “guardare in alto” verso chi parla loro dal palco e comincino a “guardarsi negli occhi”.  Solo così potranno esprimere il loro grandissimo potenziale di rinnovamento, costruendo una loro realtà politica (“open source” a partire dal logo!) o cercando una realtà esistente che sappia offrire, nei fatti e non nei proclami, trasparenza e coinvolgimento.

* candidato sindaco a Padova nelle ultime comunali per Grillo