Pd si desti, cantiere con Idv e Sel

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Il voto in Francia, Grecia, Germania e Italia ha sconvolto il quadro politico ed aperto nuovi scenari in Europa e in Italia. La politica del rigore imposta dalla cancelliera Merkel è stata bocciata senza appello. Hollande si candida a guidare una nuova Europa, più attenta ai cittadini, meno schiava della finanza. Se fallirà nel suo obiettivo è difficile prevedere che l’Unione possa restare così com’è. E sarebbe un guaio per tutti, a cominciare dall’Italia.

Guardando a casa nostra, invece, il messaggio è stato netto e chiaro: c’è voglia di rottura col passato, di rinnovamento e soprattutto di una nuova politica. Il Pdl è stato spazzato via, raggiungendo percentuali da cespuglio. La Lega ha perso in Nord. Il centro tiene ma dimostra che lì non si vince. Solo il centrosinistra ha ottenuto buoni risultati, ma non c’è da gioire perché hanno votato solo 6 persone su 10.

Una disaffezione comprensibile e giustificata, attesa persino. Così come l’expolit di Grillo, che con il suo Cinque Stelle è ora una forza politica a tutti gli effetti. Sottovalutare il fenomeno Grillo o, peggio, cercare di demonizzarlo o ridicolizzarlo è un’idiozia. Si può certo discutere dei suoi toni e del suo posizionamento, ma le istanze che porta avanti sono sentite e giuste. Derubricarlo a macchietta populista, come si fece con Bossi agli inizi degli anni ’90, dimostrerebbe anche l’incapacità di analizzare ciò che sta avvenendo nella società.

Per me il voto a Grillo è un fattore positivo e di novità. Ora, però, è il momento di ricostruire il Paese. E pensare seriamente al rilancio economico e all’innovazione. Solo il centrosinistra può farlo. L’alleanza Pd-Idv-Sel è la base da cui ripartire. Tutti lo sanno e per questo cercano di bloccare l’operazione. La critica che più spesso si sente è ‘ma non riusciranno a governare, faranno la fine dell’Unione di Prodi’. Che baggianata ( e non fatemi diventare volgare).

I partiti, partitini, movimenti, gruppuscoli, atomi, uomini-partito, corti dei miracoli, dell’Unione erano decine, per cui era impossibile metterli d’accordo. Ma c’è dell’altro: Berlusconi comprava i senatori. L’Unione cadde anche per quello. Un’alleanza vera, come quella che Idv propone, si fonda su un programma di governo e su quello si deve cominciare a lavorare immediatamente. Rinnoviamo l’invito a Bersani e Vendola, per costruire subito un nuovo cantiere per il governo del Paese.

Commenti

 

Come fa un paese a crescere quando i suoi sudditi, pardon, i suoi "cittadini" percepiscono salari e pensioni che sono al limite della questua? Alla domanda la politica non ha saputo dare risposte concrete e ha delegato a questo i professori, facendosi da parte. I tecnici, da parte loro, hanno risposto al bisogno di crescita rivendicato ormai da anni dalla nazione intera, con una serie sconsiderata di aumenti ed una tassazione ai massimi storici. Per contro, ha lasciato 'indisturbate' le categorie più ricche del Belpaese che, nonostante tutto, continuano ad ingrassare i loro già lauti profitti! Così pur facendo parte dell'Unione Europea, almeno per quanto riguarda sacrifici e privazioni, gli italiani si ritrovano con gli stipendi che sono tra i più poveri del vecchio continente. Le retribuzioni dei lavoratori italiani non sono mai state così basse da 29 anni a questa parte e il divario con i prezzi è al top dal 1995. Lo fa sapere l'Istat, sottolineando che a marzo le retribuzioni sono state ferme su base mensile e in aumento dell'1,2% su base annua: si tratta dell'aumento tendenziale più basso almeno dal 1983. Secondo i dati Istat, inoltre, a marzo il divario salari-prezzi ha toccato un livello record: la forbice tra l'aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,2%) e il livello d'inflazione (+3,3%), su base annua, ha registrato una differenza di 2,1 punti percentuali: si tratta del divario piu alto dall'agosto del 1995. Quanto ai principali macrosettori, a marzo, le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell'1,7% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione. I settori che, lo scorso mese, hanno presentato gli incrementi tendenziali maggiori sono stati: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (2,9%), chimiche, comparto di gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e quello delle telecomunicazioni (2,7% per tutti i comparti). Si sono registrate, invece, variazioni nulle nell'agricoltura, nel credito e assicurazione e in tutti i comparti appartenenti alla pubblica amministrazione. Alla fine di marzo la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo contrattuale è del 32,6% nel totale dell'economia e del 12,3% nel settore privato per un totale di 4,3 milioni di lavoratori senza contratto! L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di oltre due anni (27 mesi) tanto nel totale che nell'insieme dei settori privati. Alla fine di marzo 2012 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica corrispondono al 67,4% degli occupati dipendenti e al 61,8% del monte retributivo osservato.

ABC tremano perché stanno per sparire e gli elettori non li vogliono più.

 Sono in ascesa l'IdV ed il Movimento 5 stelle come dimostrano le elezioni di questi giorni. E' soltanto un momento di pausa perché tutto ciò sfocerà nella ormai indispensabileTerza Repubblica , sperando che avvenga dopo la necessaria purificazione di Tangentopoli 2 che abbraccia una Casta ladrona e cialtrona di ABC+Lega. Cosa deve ora fare l'IdV? stare più vicino alla gente che non può proprio più di Berlu il Pifferaio, di Umberto il demente e, nemmeno, di Bersani & Camerati (D'Alema, Finocchiaro, Veltroni...) tesi a non perdere i generosi vantaggi, i ricchi privilegi di casta, i  loro inalienabili "diritti acquisiti" (come i cialtroneschi "rimborsi elettorali"...), che proprio non vogliono mollare. Saranno poi questi poco lungimiranti babbei a chiedere l'alleanza dell'IdV, pena la loro scomparsa nell'ignominia del "furto legalizzato", tanto vituperato ed esecrato a parole, ma sostenuto con forza nei fatti!

LE ELEZIONI HANNO EVIDENZIATO UN FATTO. DESTRA E SINISTRA SONO STATE SCARAVENTATE NELLA POLVERE DAGLI ELETTORI.
SE POI UN MISERO 20% CIRCA FA GRIDARE I FINOCCHIARO ED I D'ALEMA ALLA VITTORIA, C'E' DA CHIAMARE LA SALUTE MENTALE.
M5S HA VINTO NON PER GLI INCIUCI, COME AGOGNA FARE IDV CON PD E SEL, MA PER LA COERENZA CON CUI PORTA AVANTI CERTI PRINCIPI.
SE AL POSTO DI GUARDARE AD ALLEANZE DI PALAZZO SI GUARDASSE AI CITTADINI\ELETTORI, I RISULTATI POTREBBERO ESSERE DIVERSI.
IL CASO NAPOLI, DE MAGISTRIS CONTRO DESTRA, CENTRO E SINISTRA, AVREBBE DOVUTO INSEGNRVI QUALCOSA, MA E' EVIDENTE CHE VOI GUARDATE ALTROVE.

Sono anni che si aspetta proprio questa alleanza, anzi doveva già essere operativa prima della caduta del nano, visti gli scandali e la devastante esplosione di corruzione. Poi col governo Monti nuovo letargo , indecisione raddoppiata e confusione massima su chi si potrebbe votare. Allora siccome l'urgenza è reale, le cose succedono e il fattore tempo è sempre sottovalutato, in un momento dove ci si toglie la vita per mancanza di lavoro, è normale guardare altrove. Io, ad esempio, non sono grillina ma posso capire che forse percorrere la strada delle liste civiche, avere persone oneste che sono disposte a mettere bilanci ed operati online ed in maniera trasparente, potrebbe essere un ottimo punto di partenza. E' più che una necessità preferire  l'inesperienza di persone oneste rispetto ai continui e raccapriccianti scandali di personaggi istituzionali che si comprano e svendono a suon di gioielli, case, appalti,prostituzione,lauree e addirittura cassette di pesce. Quando la politica non solo non è efficace ma risulta dannosa bisogna azzerarle tutti i privilegi,obbligarla a mettere tutto online e vedere se riesce a rigenerarsi in maniera sana e a dare risposte appropriate ai problemi del paese, altrimenti rimane casta e abuso.Alla foto di Vasto in tanti ci abbiamo creduto ma ora è passato tanto di quel tempo che è divenuta il simbolo dell'indecisione,della debolezza, delle non scelte protratte fino allo sfinimento da attesa dell'elettore, di sinistra naturalmente.

Cosa impedirà a Berlusconi di continuare a comprare parlamentari?

 

 

Guardiamo alla Francia con spirito di ammirazione, con tanta speranza ed un pizzico di sana invidia, confidando che un giorno il sogno divenga realtà e che anche qui da noi qualcosa possa finalmente cambiare, ma sul serio!

I tempi per una rivoluzione culturale - democratica e pacifica, che crei quel sano, giusto e tanto auspicato ricambio generazionale della classe dirigente nostrana - sono ormai maturi!

Non è più tempo di ghigliottine, forconi e teste mozzate.

E il messaggio ci arriva forte e chiaro dalla nuova Francia di Francois Hollande! Un paese che in fatto di rivoluzioni non deve certo prendere lezioni da nessuno!

Ma nel Belpaese un italiano su tre è di avviso contrario: Quel che serve in Italia per cambiare davvero lo stato delle cose è la “Rivoluzione”!

E’ questo il risultato di un sondaggio commissionato dalle Acli - Associazioni cristiane dei lavoratori italiani - dal titolo: ''Come e quando usciremo dalla crisi economica?''.

Anche se poi sarebbe davvero curioso sapere da certi signori, che dichiarano a parole di volere "la Rivoluzione", chi e come di fatto scenderebbe per le strade per farla questa tanto sbandierata "Rivoluzione"!

La Rivoluzione - intesa come cambiamento improvviso e violento per sovvertire un ordine precedente e instaurarne uno nuovo - è figlia della fame, della disperazione e delle dittature. Non certo dei nostri tempi, in cui tuttalpiù si può parlare di indignazione che, seppur portata ai limiti estremi dell'esasperazione, non partorirà mai nulla di più che un corteo, una manifestazione o al massimo la nascita di qualche movimento!

La stragrande maggioranza degli italiani "sta bene" e nonostante la crisi, "ha di che vivere", perchè giusto tanto gli viene dato per tenerla buona e a bada, per non farla "rivoltare contro" e quindi... di che Rivoluzione stiamo parlando?

Comunque, tornando al sondaggio, emerge che il 72,4% degli italiani non riesce a vedere nelle attuali manovre economiche del governo un'occasione di progresso o di cambiamento. Per uscire dalla crisi, secondo gli intervistati, non si può non puntare su una maggiore equità (24,9%) e moralità (22,8%) generale da un lato e dall'altro occorre far leva sulla competenza (18,5%) delle classi dirigenti e sull'innovazione (12,7%). La richiesta di una maggiore equità sociale emerge anche in relazione all'opinione degli italiani su chi deve pagare il prezzo della crisi: il 74,8% infatti ritiene che siano i cittadini più facoltosi a doverne sopportare il carico maggiore.

Ma la crisi porta con sé anche atteggiamenti radicali:  

Quasi un terzo del campione (32,%) vede la "rivoluzione" come unico mezzo per trasformare l'Italia e per il 17,2% degli intervistati "questo Paese non cambierà mai!".

Per concludere. Certo, i sondaggi rivelano tutto ed il contrario di tutto. Però fotografano, comunque, uno stato d’animo. E lo stato d’animo degli italiani è a dir poco "indignato", perché sono stati illusi, traditi e spremuti fino all'ultima tassa da chi quella "rivoluzione" l’aveva promessa senza arrivare a nulla che non fosse la conservazione dello stato attuale delle cose. Forse proprio per questo la voglia di Rivoluzione resta alta. Se chi rappresenta lo Stato pretende il rispetto dai cittadini, è bene che lo Stato sia leale con i cittadini stessi. Le tasse non servono per far quadrare i "loro" conti. Le tasse si pagano, tutti, per ricevere in cambio servizi pubblici efficaci ed efficienti. E i sacrifici in tempi di vacche magre o li fanno tutti, o nessuno!

Ma così non è!

Il Paese ha bisogno di ripartire subito, senza indugi, ricostruendo il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini, rianimando il sentimento della speranza, lavorando per un futuro migliore, offrendo un modello e un progetto credibile di sviluppo. Il risanamento dei conti - da solo - non basta. Gli italiani mostrano di aver ben chiare le priorità: lavoro, giustizia e onestà! La strada da percorrere é quella delle riforme, della giustizia sociale, di una redistribuzione più equa della ricchezza, per cambiare in meglio questo Paese, senza lasciare altro pericoloso spazio ad astensionismo e antipolitica!

Ma così non è!

Tant’è che basta un Grillo qualsiasi per far gridare alla... Rivoluzione. Una Rivoluzione che tutti dicono di volere, ma che nessuno mai farà!

Dite CHIARO alla gente che qualcuno sta rubando 400 miliardi ALL'ANNO, il 25% del PIL, il 20% del debito pubblico (mentre ci proccupiamo di centesimi di punto di spread)...

http://www.ybnd.eu/docs/Colap_allod.pdf
http://www.ybnd.eu/docs/Rid_deb_no_rec.pdf

...e poi vediamo!