RISPETTO E SILENZIO PER LUCIO MAGRI

Questa mattina, all’apertura dei giornali, sono rimasto colpito dalla notizia della morte di Lucio Magri, fondatore de "Il Manifesto" che ha deciso di morire. Era depresso, per la morte della cara moglie, a seguito di una lunga e dolorosa malattia. E’ andato in Svizzera, paese in cui il suicidio assistito è una pratica lecita. Aveva detto Lucio Magri agli amici: non fate troppi pettegolezzi.

Ho chiuso i giornali. Mille domande e dubbi angoscianti ti affollano la mente di fronte ad un gesto del genere: perché? È giusto? È sbagliato? Può l’uomo disporre della sua vita fino all’estremo gesto o è lo Stato a doverlo fare? Le mie conclusioni e i miei personali convincimenti li tengo per me, perché credo che attengono alla mia sfera di uomo e non di politico.

Non altrettanto stanno facendo, in queste ore, alcuni miei colleghi che rispetto ma non comprendo. Nessuno ha giudicato la scelta personale di Lucio Magri, ma c’è chi ha ribadito la sovranità dello Stato italiano sulla vita, sulla famiglia, sulla morte e chi, invece, ha parlato di regola ipocrita nel nostro Paese, quella del “sì fa ma non si deve dire”, dove “o lo si fa clandestinamente, oppure si è costretti a emigrare.

Pietà e non steccati ideologici è quello che serve ora. Rispetto per una scelta, al di là che la si approvi o meno, e non battaglie e bandierine ideologiche è quello che serve ora. Rispetto e silenzio, un silenzio pensoso che avvolga questa vicenda e scenda sulle nostre coscienze per sollecitarle e non addormentarle.

Commenti

Se l'ha fatto perchè affetto da qualche malattia incurabile, è comprensibile, se si tratta invece, come viene affermato, di depressione causata dalla perdita della compagna, va fortemente biasimato. Si tratterebbe di semplice e pura vigliaccheria. Pensate ai MILIONI di soggetti che hanno o stanno perdendo il lavoro senza possibilità di poterlo recuperare, che vedono stravolta la propria esistenza e la propria famiglia per mancanza di un minimo di possibilità di sopravvivenza, pensate alla lorio disperazione e impotenza. Pensate ai milioni di anziani che a stento sopravvivono con la misera pensione che gli è stata accordata. Solamente questi, e ci sarebbero altri milioni di persone disperate, cosa dovrebbero fare? Suicidarsi?  Troppo facile, troppo misero e troppo vile, un comportamento simile. Penso che avrà avuto motivi molto più gravi, caso contrario, coloro che mostrano comprensione, affetto, e vicinanza con questa persona, meriterebbero loro un ""trattamento"" psichiatrico urgente.

Caro Rebyjaco, è veramente una brutta faccenda. Ad ogni modo io penso che Massimo abbia perfettamente ragione: ciascuno di noi si pone dei dubbi etici, ma io non giudico il gesto estremo di Lucio. La depressione è pure chiamata "il male di vivere", e purtroppo non tutti reagiscono allo stesso modo: ci sono anche delle implicazioni di carattere biochimico, non solo psichiatrico, ma questo non è il luogo per approfondire questi concetti. Io dico sempre che solo chi si trova in determinate situazioni può comprendere certe cose: ad ogni modo, appunto, non siamo tutti uguali e la forza d'animo cambia da soggetto a soggetto. Fatto sta che per molte persone la depressione è un fatto insostenibile, e te lo dice uno che proprio a causa di questa maledetta patologia ha pianto la scelta estrema di amici, cosa che sinceramente non auguro a nessuno.

Non e`in discussione il fatto che: bisogna trovarsi all'interno del problerma per capirne la gravita´. Solamente che questa vicenda, avrebbe dovuto rimanere nell'ambito familiare, privato. Invece, se ne e' fatta una vicenda "nazionale" con tanto di ""Eroe"" coraggioso ma sfortunato, che prende una decisione eroica contraria pero' alle leggi Italiane che, come al solito vengono fatte apparire come crudeli, antiquate e contrarie addirittura al buon senso. ORA. Capisco che con gli anni, il sistema giuridico Italiano ha dimostrato la sua inadeguatezza in merito a numerose situazioni, ma sinceramente, il motivo della inadeguatezza e`da attribuirsi piu' alla disonesta' della classe politica che ha impedito di fatto la modernizzazione del sistema che a altre ragioni.

Si, Rebyjaco, il silenzio dovrebbe essere proprio sia da parte di quelli che la pensano in una maniera che in quelli le cui idee sono diametralmente opposte. Nessuno deve strumentalizzare una tragedia, ne' da una parte, ne' dall'altra. Un saluto.

Lucio Magri MERITA rispetto e silenzio.  Quelli che anche altri avrebbero meritato, a cominciare da Luana Englaro.  Posso capire i giornalisti, che "devono" scrivere o parlare.  Ma i politici -- per una volta -- potrebbero sperimentare la regola del silenzio.  Ne avrebbero da guadagnare.  Bravo Donadi.

E bravo anche tu, Alfredo. Rispetto e silenzio.