SINDACI E GOVERNATORI AL SOLDO DI B.

“Meno tagli ai comuni ma non ci basta”, “Invoca la linea dura, basta con le follie dei lumbard”, “pronto a portare in piazza disabili e anziani”, “il ministro dell’Economia non può commissariare il Pdl”, “governo autoritario ha perso la bussola, pronti a manifestare”, “ormai è uno scontro istituzionale, anche il Pdl si deve ribellare”; “è incompetenza oppure è stata una trappola”, “via i vertici Pdl primarie subito”. Sono i titoli di alcune interviste di fuoco, rilasciate, pensate un po’, da autorevoli esponenti di Pdl e Lega. Precisamente il sindaco di Roma Gianni Alemanno, la presidente del Lazio Renata Polverini, il governatore lombardo Roberto Formigoni. Personaggi politici forti, di primo piano, che ambiscono anche alla guida del centrodestra. Di certo non esponenti dell’opposizione che lanciano prevedibili (e assolutamente giusti) strali contro il governo Berlusconi. Se alle parole fossero seguiti i fatti, Berlusconi avrebbe dovuto dimettersi un secondo dopo gli attacchi di questi big del Pdl. Ma la coerenza, nella politica italiana, è come una chimera. Le parole restano lì, appese ad una pagina di giornale, ma non producono alcun effetto concreto. Un gioco delle parti che da un lato priva la politica di credibilità, dall’altro indispone giustamente i cittadini. Di fronte a questa manovra iniqua che mette in ginocchio gli enti locali, tutte le forze politiche con un minimo senso di responsabilità istituzionale, avrebbero dovuto opporsi con decisione, evitando, peraltro, anche il ridicolo e penoso balletto del governo sul testo. Invece no. Qualche intervista, qualche riposizionamento, appelli, critiche, minacce, ma zero fatti. "E io pago" avrebbe detto Totò. A pagare saranno come sempre i cittadini, soprattutto quelli meno abbienti. La riduzione dei tagli da 6 a 4 miliardi di euro agli enti locali assomiglia ad una presa in giro, perché renderà comunque impossibile la fornitura di servizi essenziali ai cittadini. Quindi la manovra metterà le mani nelle tasche degli italiani due volte. La prima per tassazione diretta, la seconda per l’aumento dei costi dei servizi. Per questo i sindaci e presidenti di regione di Pdl e Lega, sono ipocriti due volte. La prima quando criticano il governo, la seconda quando, nelle segrete stanze, lo sostengono. Un gioco delle parti offensivo verso tutti gli italiani, che, non solo dovranno pagare i costi di una crisi che il governo non ha saputo affrontare, ma sono anche presi in giro.

Commenti

 
  • La situazione  in cui ci troviamo è preoccupante, allarmante. Lasciando da parte le critiche al "sistema capitalista", restiamo al concreto.  Il Governo attuale non è stato in grado di contenere gli effetti della crisi, che è di portata mondiale. Anzi, ha ripetutamente negato l'esistenza della stessa, o ha lanciato vari proclami sul fatto che la crisi fosse superata.... così... come per magia. Prima non c'era, poi era già passata. E noi italiani, secondo il nostri s-governanti, non ce ne eravamo nemmeno accorti.
  • Contemporaneamente hanno incentivato la destrutturazione dei diritti dei lavoratori, hanno depauperato scuola, università, ricerca. Hanno disastrato il welfare, hanno incentivato l'evasione fiscale, e l'intolleranza verso lo straniero, di cui però si servono per lavori in nero e malpagati.
  • Al contempo, c'è chi, come il PD, continua a rincorrere improbabili compagni di viaggio, che vanno da Montezemolo (di sinistra????), al genero di Caltagirone (??!!).  Si guardano bene, i "compagni piddini" dal parlare di riduzione delle province (liquidata come proposta populista), o  convergere su altre proposte dell'IDV.  Al contempo, manifestano inopportune spaccature al loro interno, sì che la loro voce viene percepita come debole ed inconcludente. In una parola, mancano di iniziativa.
  • Noi dobbiamo continuare con la nostra coerenza, che è l'unica arma che abbiamo per poter essere apprezzati.  Ma inviterei a non cadere nella trappola di applaudire ai dissensi interni al PDL. Le lotte intestine tra Formigoni, Berlusconi, ed altri.... sono dovute non tanto ad un reale interesse verso gli effetti devastanti di una manovra da macellaio, quanto dall'ambizione di succedere a Berlusconi, alla guida del carrozone pidiellino.   E sinceramente, a noi non interessa chi sarà (se ci sarà) il successore di Berlusconi. Le loro scaramucce interne non ci riguardano.   Anche i dissensi della Lega non sono nell'interesse del bene del paese, ma solo per strizzare l'occhio ad un elettorato che si sta assottigliando ogni giorno di più.
  • Insomma, Donadi.... NOI continuiamo a fare il "gioco giusto", ma non facciamo il "gioco degli altri".