STANARE GLI EVASORI SI PUO’, COSI'...

"Fisco, i 18mila supertruffatori" titola Repubblica. "Fisco più facile con un decreto" invece, il Corriere. La lotta all’evasione torna, finalmente, d’attualità.

Per noi è sempre stata una priorità politica, ma non tutti i partiti la pensavano come l’Italia dei Valori.Qualcuno è arrivato persino a dire che la lotta all’evasione era una vendetta nei confronti del proprio elettorato. Pensate un po’, è come ammettere che il proprio partito prende il voto degli evasori e che per questo la lotta all’evasione non si può fare.

Solo nell’Italia berlusconizzata si è potuto arrivare a tanto. Oggi la situazione sta cambiando perché la crisi economica sta rendendo difficile la vita a milioni di cittadini e il reato di evasione è diventato odioso agli occhi dell’opinione pubblica. Siamo in prima linea per contrastare l’evasione fiscale e abbiamo presentato una mozione che contiene misure finalmente efficaci per stanare gli evasori e ripristinare un po’ di giustizia sociale.

 

 

MOZIONE 
PER L’ADOZIONE DI MISURE DI CONTRASTO 
ALL’EVASIONE ED ALL’ELUSIONE FISCALE

 

La Camera,
premesso che:

l'evasione fiscale in Italia è enorme. Essa rappresenta una «pandemia» che comporta una gravissima alterazione del mercato e dell'intero sistema economico e provoca danni ingenti alle imprese, che si trovano di fatto a competere in un mercato gravemente distorto, alle famiglie che devono fare i conti con un prelievo eccessivo e servizi scadenti e, in definitiva, allo stesso Stato. Nella situazione presente di crisi e di necessità per il nostro Paese di ridurre il deficit ed il debito dei conti pubblici con misure drastiche e pesanti per tutti i cittadini, i costi dell'evasione fiscale e della corruzione divengono ancor più insopportabili;

secondo i dati dell'Agenzia delle entrate, si stima che ogni euro investito in accertamenti ne produca quattro di entrate recuperate. Negli Usa il tax gap (la misura delle imposte dovute e non pagate ogni anno) è stabile al 15 per cento; in Gran Bretagna è all'8 per cento. Se si prende per buona la stima di 120 miliardi di evasione in Italia, con un gettito complessivo di circa 700 miliardi, per ottenere lo stesso indice tax gap degli Usa dovremmo puntare a recuperare imposte evase per circa 20 miliardi; e circa 75 per raggiungere la Gran Bretagna;

una misura del tax gap permetterebbe inoltre di sapere quanta parte delle aliquote è dovuta agli evasori «che mettono le mani in tasca» ai contribuenti: così ogni cittadino onesto avrebbe una misura di quanto paga in più grazie agli evasori, e toccherebbe con mano il beneficio di un'eventuale maggiore legalità;

la lotta all'evasione non deve rappresentare, infatti, uno strumento per aumentare il gettito, ma per la ridistribuzione dell'incremento del gettito fiscale a favore di chi le tasse le paga. Solo restituendo gli introiti dell'evasione recuperata, in forma di minori aliquote, si può dare un senso di maggior equità. Deve essere scritto un nuovo Patto d'onore tra lo Stato ed i contribuenti, inserendo una norma-quadro vincolante nello Statuto dei diritti del contribuente: ogni euro di maggiore entrata derivante dalla lotta all'evasione deve corrispondere ad un euro di minor imposta;

già con l'introduzione dello «spesometro» si è introdotto nel nostro ordinamento una possibilità concreta di incrocio telematico dei dati dei contribuenti ai fini dell'accertamento;

con il decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, l'attuale Governo ha messo a disposizione dell'amministrazione finanziaria un'ulteriore potente strumento di conoscenza: gli operatori finanziari sono obbligati, infatti, a comunicare all'anagrafe tributaria le movimentazioni che hanno interessato ogni singolo utente ed ogni informazione necessaria ai fini dei controlli fiscali;

decisivo nel contrasto all'evasione, risulta adesso l'utilizzo ottimale dei numerosi strumenti induttivi a disposizione (redditometro, studi di settore, tracciabilità del contante, accesso a tutte le transazioni finanziarie, dati su attività mobiliari e immobiliari, utenze) a scopo statistico, per individuare i potenziali soggetti evasori;

il lavoro dell'amministrazione deve compiere al riguardo un salto di qualità trasformando la possibilità dell'accertamento in un obbligo di verifica annuale, con le tecnologie informatiche, per tutti i codici fiscali in relazione alle dichiarazioni dei redditi e dell'IVA individuali, da confrontare con i dati dello «spesometro» e dei flussi finanziari;

l'amministrazione finanziaria deve desumere dai conti bancari la capacità complessiva di spesa, e quindi il reddito presumibile, di ogni codice fiscale (somma di tutte le uscite, meno dividendi e interessi incassati, meno/più gli investimenti/disinvestimenti nel periodo), una singola cifra (con una maggiore tutela della privacy del cittadino), facile da calcolare una volta l'anno, anche dal contribuente, e che per questo agirebbe da efficace deterrente all'evasione;

l'amministrazione dovrebbe far conoscere ai cittadini i metodi ed i parametri utilizzati per analizzare i dati, in modo che ciascuno possa sapere come la sua dichiarazione sarà valutata, essendo la deterrenza il modo migliore per ridurre l'evasione;

questa metodologia ha dato, in particolare negli Usa dove viene applicata fin dai primi anni del Novecento, ottimi risultati in termini di contrasto all'evasione ed alla stessa criminalità organizzata;
l'esperienza dice che le disposizioni comunitarie relative all'abuso di diritto in materia tributaria rappresentano uno strumento molto efficace, perché sono le strutture finanziarie complesse che possono più facilmente facilitare l'elusione su vasta scala. Costituiscono «abuso del diritto» le operazioni compiute essenzialmente per il conseguimento di un vantaggio fiscale. Grazie all'applicazione di tale concetto l'amministrazione finanziaria ha recuperato circa un miliardo dalle banche italiane (limitandosi ai casi di pubblico dominio) che avevano abusato di «strumenti fiscali»;

nell'ordinamento tributario italiano manca una disciplina antielusiva generale, essendoci solo norme antielusive specifiche per diversi settori. L'esigenza di applicare la teoria dell'abuso di derivazione comunitaria anche ai tributi non armonizzati, ha portato la Corte di cassazione (sentenze n. 30055 n. 30056 e n. 30057 del 23 dicembre 2008) ad individuarne un fondamento costituzionale nell'articolo 53 della Costituzione e un legame concettuale con la teoria dell'abuso del diritto civile,

impegna il Governo:

a valutare le opportune iniziative, anche normative, ferme restando le prerogative del Parlamento, al fine di:

a) inserire nel Documento di economia e finanza una valutazione ufficiale dell'entità dell'evasione fiscale, misurata attraverso il calcolo del tax gap (la misura delle imposte dovute e non pagate ogni anno), stabilendo altresì gli obiettivi annuali del recupero di gettito conseguenti alle attività di contrasto e prevedere che tali maggiori entrate, dovranno confluire interamente - stabilendo al riguardo una precisa disposizione quadro da inserire nello Statuto dei diritti del contribuente (legge n. 212 del 2000) - a decorrere dall'anno fiscale 2012, nel Fondo per la riduzione strutturale della pressione fiscale (previsto dal comma 36 dell'articolo 2 del decreto-legge n. 138 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 148 del 2011), finalizzato alla riduzione degli oneri fiscali e contributivi gravanti sulle famiglie e sulle imprese;

b) rendere obbligatoria - anche in riferimento a quanto previsto dall'articolo 11 del decreto-legge 201 del 2011 (convertito con modificazioni dalla legge n. 214 del 2011) - la verifica annuale, con le tecnologie informatiche, di tutti i codici fiscali in relazione alle dichiarazioni dei redditi e dell'IVA individuali, da confrontare con i dati dello «spesometro» e dei flussi finanziari facendo sì che tale verifica comporti da un lato la semplificazione dei dati da esaminare (una singola cifra, il reddito presumibile, di ogni codice fiscale: somma di tutte le uscite, meno dividendi e interessi incassati, meno/più gli investimenti/disinvestimenti nel periodo), dall'altro un rafforzamento delle strutture addette ai controlli;

c) obbligare i contribuenti a riportare in un prospetto allegato alla dichiarazione annuale dei redditi, i beni, gli immobili e le attività finanziarie detenute o di cui hanno la disponibilità in Italia e all'estero di qualsiasi tipologia;

d) definire analoghe procedure di verifica annuale per via informatica delle dichiarazioni di tutte le società, determinando l'imponibile dell'imposta sul reddito delle società (IRES) anche sulla base del possesso da parte di una società di uno o più autoveicoli di lusso, di aerei per il trasporto di persone, di natanti di lusso o di immobili ad uso residenziale, qualora non costituenti oggetto principale dell'attività della società stessa, fare in modo che una società possa essere classificata come società di comodo anche nel caso la sua dichiarazione dei redditi sia congrua rispetto al relativo studio di settore e rendere trasparenti i veri proprietari di beni intestati a società di comodo;

e) definire un ridisegno complessivo della normativa in materia di sanzioni penali relative ai reati connessi al fenomeno dell'evasione, a partire dal ripristino del reato di falso in bilancio ed alla previsione più equilibrata e restrittiva della sospensione condizionale della pena;

f) offrire coerenza ed omogeneità all'intera macchina dell'amministrazione finanziaria, al fine di rafforzare l'autonomia gestionale delle strutture rispetto all'indirizzo politico valorizzando le specificità professionali degli operatori;

g) prevedere la smilitarizzazione della Guardia di finanza, la sua riorganizzazione in settori funzionali, e prevedere, in quest'ambito, un più stretto coordinamento in capo all'Agenzia delle entrate, di tutti gli organismi che operano ai fini dell'accertamento delle posizioni tributarie;

h) prevedere una disciplina antielusiva generale in riferimento all'articolo 53 della Costituzione in forza della quale in virtù del principio generale dell'abuso del diritto tributario, il contribuente non possa trarre indebiti vantaggi fiscali dall'utilizzo distorto di strumenti giuridici idonei ad ottenere un risparmio fiscale, in difetto di ragioni economicamente apprezzabili che giustifichino l'operazione, diverse dalla mera aspettativa di quel risparmio fiscale.

 

Commenti

Come la mettiamo con quegli "Onorevoli",  Capipartito,  Big del Sindacato,  Grand Commis di Stato, Alti Dirigenti di Enti ed Aziende di Stato,molti componenti di Governo, anche nell'attuale, che grazie ad apposite leggine, amicizie altolocate, un piacere a te e due a me,... diventano "legalmente" ricchi, proprietari di immobili di pregio a "prezzo di svendita", benefits e regalie di ogni tipo...  Per di più, spesso, gli "illustri" personaggi tuonano che c'é la crisi, che gli Italiani devono tirare la cinghia, ma devono ricordarsi di chiedere lo scontrino al bar. I Padreterni si arricchiscono "legalmente" e "non evadono", sono pure sempre solleciti e pronti a dare opportuni suggerimenti alla "tanta gente comune" anche se non vengono richiesti e spesso sgraditi. Da che pulpito viene la predica!| Essi rappresentano la Nomenklatura arruffona, vivono a sbafo come e forse più prima, mentre a Noi Cittadini Italianii spetta, comunque e dovunque, l'onore  (!) e l'onere di mantenerli coi loro assurdi privilegi, e pagare, pagare... Fino a quando?

Caro Donandi,

la proposta è certamente interessante e il "copiare" qualcosa di buono dagli americani non ci farebbe male.  Quello fu il modo per incastrare Al Capone ed in Italia degli Al Capone, in tutti i sensi, ce ne sono tanti.

Si potrebbe peraltro fare una cosa più semplice.  Prendendo come base un pregresso e non una data da venire (altrimenti gli evasori si organizzano); esempio il 31.12.2011 far dichiarare ad ognuno i propri beni e le proprie proprietà a quella data, compresi i conti collateriali presso le banche, i conti detenuti all'estero, le barche e patrimoni di proprietà intestati a fiduciarie, ecc.  sapendo in anticipo che i patrimoni oltre una certa cifra saranno tassati una tantum per una certa percentuale e quelli coperti da fiduciarie o altro, tassati con una percentuale maggiore.

Poi... chi omette di dichiarare proprietà o non mettere in bianco quelle nascoste o coperte da fiduciarie, se scoperto, perde il diritto a quella proprietà che automaticamente diventa dello Stato (oltre alle sanzioni previste) appunto perchè non l'ha dichiarata.

Si potrebbero incassare immediatamente miliardi di euro se annualmente l'evasione fiscale ammonta ad oltre 150 miliardi di euro e se è vero che il nero in denaro e le proprietà nascoste sono dieci volte quella cifra.

Cordialmente saluto

L'Ugo di Romagna - un po' giacobino, ma non troppo (per il momento)

La misura repressiva è sacrosanta e deve arrivare fino alle manette. Tuttavia è bene mettere tutti in condizione tale che pagare le tasse convenga perché si scaricano via via che si pagano. Poi il governo o i governi dovranno eliminare una volta per tutte gli sprechi e le spese inutili al fine di convincere il contribuente che i suoi soldi non vengano sciupati o rubati com'è successo fino ad oggi.

L'evasione è un cancro della ns economia! purtroppo in questi anni, b. e seguaci non hanno fatto altro che incentivarla e proteggerla...a questo, aggiungiamoci una innata indole degli italiani vs una cultura di tipo illegale, mafioso, truffaldino per cui ci si sente in dirittodi evadere, di truffare, di sfruttare, tanto si ha la consavepolezza che il ns sistema giudiziario è improntato sulla impunità! b. è un esempio per tutti.: ne ha fatte di cotte e di crude, eppure è ancora a piede libero e le sue aziende sono vegete! ma quanti b. ci sono in italia?? purtroppo non si contano e in questi anni sono stati ben rappresentati!!!!!!!
anche se adesso si sta cercando di cambiare rotta, non credo basti! chi evadeva continua a farlo liberamente:basta andare in un mercatino per rendersi conto che nulla è cambiato!
bè, a mio avviso, a mali estremi, estremi rimedi: per es. creare il reato penale di evasione fiscale e ritiro immediato della licenza commerciale e in piu' effettuare controlli a tappeto tutti i giorni e non a campione, una volta ogni morte di papa!
La tracciabilità, per carità, potrà servire, ma chi opera al di sotto dei mille euro, ovvero il piccolo commerciante, l'artigiano, il medico, il professionista, continuerà a danneggiare un intero paese con le conseguenze che conosciamo!...chi opera al di sopra dei mille, si ingegnerà come fatto finora!

 

1. Contro l'evasione qualcosa si fa; forse si dovrebbe pensare anche all'elusione delle grandi aziende (come per le spie c'è il controspionaggio, si dovrebbe fare qualcosa contro i fiscalisti...). 

 2. Si fa qualcosa anche contro la malavita organizzata (ma puzza di "punta dell'iceberg"; c'è mooolto di più da fare...). 

 3. Si fa invece ben poco contro il sistema delle tangenti (a livello centrale e locale = "politiche" e "amministrative"); la sensazione è che sia - appunto - un sistema, e che non interessi molto metterci mano (è invece il problema più serio e diffuso). 

4. Ci sono poi i settori che lucrano sulle necessità di base dell'economia e/o dei cittadini (farmaceutico-sanitario, finanziario-assicurativo, distributivo, petrolifiero-energetico, autostrade, telecomunicazioni), in parte anche per colpa di dissennate privatizzazioni. 

L'impressione è che alla politica "stiano proprio bene" i punti 4 e 5, ed è invece lì che una politica rinnovata dovrebbe dare buona mostra di sé...