TERZO POLO? LA PALUDE DELLA RESPONSABILITA’

Rutelli - Fini - CasiniRutelli - Fini - CasiniGoverno paralizzato, paese fermo, ripresa economica lontana: sono queste le considerazione odierne di Gianfranco Fini, presidente della Camera e cofondatore, insieme a Casini e Rutelli, dell’ormai famigerato Terzo Polo che, in nome della responsabilità, auspica un patto di salvezza nazionale per tirare fuori il paese dalle secche. In realtà, da quando il Terzo Polo ha fatto la sua comparsa sulla scena politica italiana, il pantano politico si è fatto ogni giorno più vischioso. Non credo di sbagliare quando dico che il Terzo Polo ci sta portando, in nome della responsabilità verso la palude… dell’irresponsabilità, quella palude di immobilismo e di indecisionismo che ricorda tanto da vicino quella conservativa e old style della vecchia Dc. Il Terzo Polo è la prova, se ce ne fosse bisogno, che la fine del bipolarismo farebbe compiere al Paese un salto nel passato, consegnandolo a quelle vecchie logiche spartitorie e partitocratiche che hanno caratterizzato decenni di governi democristiani, di cui paghiamo ancora oggi il conto soprattutto in termini di debito pubblico e mancato sviluppo economico. Il problema, a mio avviso, è che il Terzo Polo ha tre vizi di forma che partono proprio dalla testa, anzi, dalle teste di Casini, Fini e Rutelli. Il leader dell’Udc è afflitto da una cronica sindrome dell’equilibrista che ha imparato bene alla vecchia scuola scudocrociata, alla ricerca perenne di mirabolanti equilibrismi per evitare accuratamente ogni soluzione o  prospettiva concreta e non precludere di conseguenza nessuna porta, tanto a destra quanto a sinistra. Poi c’è Gianfranco Fini, in perenne ritardo, che ci ha impiegato 15 anni a capire chi era Berlusconi, vittima ogni volta di una sorta di sindrome di Stoccolma nei confronti del suo momentaneo carceriere, ieri Berlusconi oggi Casini. Infine, c’è lui, Rutelli, l’eterno numero uno mancato che, grazie a Casini e Fini, è resuscitato e assunto di nuovo all’onore delle cronache politiche, non per meriti ma per osmosi. Il risultato di questo mix poco convincente è una miscela loffia e spenta, un Terzo Polo retro-guardista, che non decide nulla, che non propone nulla, che guarda al suo ombelico invece che a quello del Paese. Quali riforme, che pure i tre auspicano e invocano ogni giorno, si possono immaginare con il Terzo Polo? Nessuna. Non è un caso, infatti, che da tre mesi a questa parte, il Parlamento non abbia più discusso o approvato un provvedimento. Non è un caso che Gianfranco Fini, presidente della Camera, non abbia più calendarizzato uno straccio di provvedimento, solo ratifiche e accordi di terzo e quarto ordine. Il patto di emergenza, dunque, è un’operazione falsa e ipocrita, scritta in politichese, quello conservativo e retro-guardista targato Dc che, per quanto ci riguarda, vorremmo vedere chiuso per sempre nei cassetti della memoria di questo Paese.

Commenti

Il concetto di "responsabilità" è spesso invocato a vanvera  nella politica italiana.In nome della "responsabilità" il Governo è legittimato a galleggiare, e non governare. In nome della responsabilità l'opposizione non deve intromettersi nelle questioni che riguardano le "parti sociali".  In nome della responsabilità il cosiddetto terzo polo gioca all'infinito il gioco del cerino con Berlusconi. In nome della responsabilità il premier lancia strali contro la magistratura e i fantasmi dei comunisti.  In nome della responsabilità si è aperta la caccia al parlamentare "in vendita".  In nome della responsabilità si stanno stringendo patti scellerati che vedono federalismi in cambio della sopravvivenza di un governo in agonia. In nome della responsabilità si può aggredire chiunque non la pensi come il governo, pena la criminalizzazione come "veterocomunista" o, peggio, "ideologizzato", come se si trattasse di bestemmie!!! In nome della responsabilità, ecco cosa accade nel famoso "gruppo di responsabilità", quello nato in virtù di un profondo amore per l'Italia, che ha a cuore il bene del paese e solo quello.
  • Pepe, l’oriundo del Pdl nella bolgia dei “responsabili”
 
  • Alla fine il “Gruppo dei responsabili” potrebbe nascere solo grazie al prestito di un oriundo da parte del Pdl, il deputato Mario Pepe. La componente di Moffa è, infatti, sempre appesa all’arrivo del mitico Ventesimo che da tempo è stato individuato in Maurizio Grassano. Il quale però continua a non firmare. E senza il Ventesimo, costituire il gruppo è impossibile. Ed ecco il sacrificio di Pepe che - naturalmente se autorizzato da Berlusconi - potrebbe lasciare il gruppo del Pdl per consentire la nascita di quello dei “responsabili”.È questa l’ultima puntata della telenovela parlamentare intolata appunto “Il Ventesimo”, figura alla quale in tanti sembravano ambire quando il fatidico tetto stava per essere raggiunto. Perché, si diceva, il Ventesimo poteva pretendere molto. Perché molto il suo arrivo farà avere. Diciannove deputati sparsi sono un confuso drappello, venti organizzati in gruppo possono ricevere cospicui fondi dalla Camera, assumere personale, pesare sulla coalizione di governo pretendendo ministeri e sottosegretariati. Un’altra vita, insomma. Una vita, comunque, complicata. Perché, a quanto pare, mentre ancora manca il Ventesimo, tra i diciannove c’è un numero di aspiranti a posti di governo superiore all’offerta. Per il posto di ministro delle Politiche comunitarie lasciato libero da Ronchi i candidati sono due. Ancora di più i viceministri delle comunicazioni, per non parlare dei sottosegretari. Il soldato semplice non vuol farlo nessuno. Ci sono problemi anche per gli incarichi del gruppo, benché esso non sia ancora nato. I candidati alla presidenza sono tre. Innanzitutto Silvano Moffa, padre morale della fuga da Fli compiuta il giorno della fiducia insieme alla Polidori e alla Siliquini. Lui però è già presidente della commissione Lavoro di Montecitorio, fanno notare gli ex di pietristi, e quindi si dovrà accontentare del ruolo di portavoce. Poi c’è Saverio Romano, ovviamente se non fa il ministro. Infine l’avellinese Arturo Iannaccone, ex Mpa. Il problema è che il rimpasto di governo non ci sarà prima di febbraio, e quindi è possibile che anche l’elezione delle cariche interne slitti. L’alternativa sarebbe il voto segreto per vedere chi prende più consensi, ma proprio un ex dipietrista divenuto famoso paventa il rischio di una rottura da parte degli scontenti. Forse servirà più di un oriundo.
12 gennaio 2011
Fini auspica un patto di salvezza nazionale...chi dovrebbe salvare l'Italia, lui, Casini e Rutelli...ahahaahahahahahahaha  che combriccola di comici, uno meglio dell'altro...
  • sottoscrivo in pieno l'analisi di peplessa!!.... c'è l'imbarazzo della scelta: fa più schifo il pdl, la lega, o gli ex del caimano? mettiamoci pure quella parte del pd così affascinata dagli ex "amanti" di berlu e dallo stesso berlu.
  • ma a parte il ribrezzo derivamente da questa specie di classe politica, vorrei dire qualcosa in merito ad una questione piu' importante rispetto alla porcata terzopolista e cioè che domani i lavoratori fiat sono chiamati ad esprimersi su un referendum-truffa, su un referendum truccato dal vile ricatto imposto dall'a.d.in maglioncino blu (sarà caschmere?) che pone il lavoratore in una posizione di NON libertà di scelta perchè o vota SI o rischia di perdere il lavoro. Alla faccia della democrazia, dei diritti e della dignità dei lavoratori che, di punto in bianco, si ritrovano disarmati dalla sopraffazione di un mediocre che, per difendere gli interessi di un'azienda che è INCAPACE di stare sul mercato, pone in essere lo strumento piu' rudimentale, piu' banale che ci possa essere ovvero speculare, nel breve, sul costo del lavoro!! ah, anche il mio cane avrebbe saputo fare questo perchè quella è la strada piu' facile per risolvere problemi di bilancio!! e questa sarebbe la grande rivoluzione?? e questa sarebbe la grande novità?? ripeto, anche il mio cane avrebbe fatto di meglio!!...la verità è che questi incapaci stanno utilizzando il pretesto della globalizzazione per poter ritornare ad un modo barbaro di intendere i rapporti capitale-lavoro che di fatto mira alla mortificazione del lavoratore tale da renderlo uno schiavo...... si vuol tornare ad un modello arcaico di relazioni industriali, di tipo fascista, basato sullo strapotere del datore di lavoro che puo' fare e disfare del "fattore" lavoro, a suo piacimento, liberato da qualsiasi vincolo....  l'azione marchionnesca si inserisce in questa ottica (distorta) che, invece di modernizzarsi, torna alle origini, arretra di un secolo....e chi dice di sostenere la "grande rivoluzione marchionnesca" lo fa in assoluta malafede sapendo benissimo che si tratta di un vergognoso tentativo (riuscito) di cancellare diritti fondamentali e lotte sindacali che hanno avuto lo scopo di dare dignità alla mercificazione selvaggia del  lavoro. Lo sappiamo bene che i momenti di crisi sono una manna dal cielo per potersi avvantaggiare dalla guerra tra poveri che ne scaturisce. ed è quello a cui punta questa gente senza scrupoli!!! 
  • ancor piu' grave è il ruolo della politica, o meglio, di certa politica, in questa faccenda....non mi aspetto nulla dalla politica di stampo fascio-delinquenziale della dx che ha nel suo dna la sopraffazione, la prevaricazione, l'esaltazione della delinquenza, furbizia e scaltrezza quali virtu', il calpestìo delle regole quale libertà, la cultura del "farla franca" solo perchè ricchi e potenti quale diritto.....per loro marchionne è un "grande".....è della politica di sx che mi aspetto la difesa dei deboli, dei lavoratori...e invece ci si accorge che proprio quelli, son diventati dei perfetti tappetini al servizio di chi vuole la fascistizzazione di tutta la società....loro, proprio loro, se ne stanno zitti....come se difendere i diritti dei lavoratori da attacchi di tipo fascista fosse un reato, significasse essere anacronistici, integralisti ed oltranzisti....no, difendere i diritti è un segno di civiltà, di modernità, di democrazia!!!
E PENSARE CHE D'ALEMA CORRE DIETRO A FINI E CASINI, IDV CORRE DIETRO A D'ALEMA CHE A SUA  VOLTA NON VUOLE SAPERE NIENTE DI IDV. A QUESTO PUNTO ANCHE UN POLITICO MEDIOCRE COME VENDOLA (LA SUA PRECEDENTE AMMINISTRAZIONE REGIONALE FINI' A PEZZI),  DI STATURA NON SUPERIORE A FINI, CASINI E RUELLI, RISCHIA DI DIVENTARE UN EROE, MA SOLO PER MANCANZA DI COMPETITORI.SE, ALMENO IDV, USCISSE DAL PANTANO, GLI ELETTORI POTREBBERO COMINCIARE A CAPIRE QUALCOSA.STANDO COSI' LE COSE, IL BUFFONE BRIANZOLO NON PUO' CHE IMPERARE.
Ma quanto sono carini, ma che statisti di livello, ma quanto amano il loro Paese!Se non ci fosse da piangere calde lacrime, quasi quasi si potrebbe ridere...Di un riso molto amaro,però. Ma, caro Donadi, vale la pena parlare di loro ?
Caro Donadi, non capita tanto spesso, ma stavolta concordo con ogni tua parola. :-)
Ma volgarmente parlando: il terzo polo ( miscuglio improbabile e inconsistente) lo schifo, la lega la schifo il doppio, fini come mentana ( i ravvedimenti dopo decenni) lo schifo, il pdl il massimo dello schifo. Chi rimane? Il pd che veleggia in alto mare senza bussola, il sel e l'idv terribilmente soli. Ah l'udc :il niente più niente uguale niente. Di questo passo è più probabile che si rialleino Fini, Pdl, lega e l'udc in corsa giusto in tempo per non rimanere fuori, che non le forze( forze è una parola grossa, visto che parliamo di tre partiti sparuti) del centrosinistra la cui cecità e le vedute a breve termine le rendono sterili ( in verità stupide). Rutelli è resuscitato? Per forza in una palude di mediocri è normale. E' tempo (fa ridere perchè scialacquiamo mesi allegramente) di guardare in casa nostra e non è un bel vedere...Ho detto che il massimo dello schifo è il pdl forse sbaglio perchè con la lega è una gara dura, ci devo pensare chi fra i due andrà nel guinnes dei primati.