TUTTO QUELLO CHE E' SUCCESSO E CHE NON VI HANNO RACCONTATO SUL DDL GELMINI

Basta parentopoliBasta parentopoliLa riforma Gelmini sull’Università è una colossale porcata. Una presa per i fondelli. Non riforma nulla, lascia tutto come è. E’ solo un gattopardiano specchietto per le allodole ad uso del governo e del ministro da spacciare per cosa buona e giusta in campagna elettorale. Lo ha capito Italia dei Valori e gli studenti che in questi giorni stanno dando vita ad una pacifica rivolta. In questa settimana, Italia dei Valori è salita sui tetti dell’università per ascoltare la voce degli studenti e ha dato battaglia in Parlamento per provare a cambiare sul serio le cose, per mettere una toppa a questo buco nero della riforma targata Maria Stella. Abbiamo presentato due emendamenti per tentare di spezzare il sistema perverso che soffoca le università e impedisce la crescita di futuri talenti per il Paese. Con il primo emendamento, abbiamo chiesto l’abolizione dei vitalizi degli ex parlamentari – proposta già avanzata in sede di discussione di bilancio dal collega Antonio Borghesi e già sonoramente bocciata da  tutte le forze politiche -  e che le risorse derivanti da tale abolizione fossero destinate al ripristino delle borse di studio studentesche cancellate dal ministro Gelmini. La Casta ha alzato, per la seconda volta, un muro alto ed impenetrabile, per difendere le sue prerogative ed immunità, per mantenere in vita un privilegio senza senso a danno delle future generazioni. Ex parlamentari, con magari una sola legislatura alle spalle, garantiti a vita, studenti meritevoli puniti: questo è stato il verdetto finale stabilito da Pdl, Fli, Pd e Lega, con l’unica eccezione dell’Udc che, all’ultimo momento, quando aveva chiaro che il nostro emendamento non sarebbe mai passato, ha votato a favore per salvare almeno la faccia. Ieri, siamo tornati alla carica e, con coraggio e determinazione, siamo tornati a sfidare la faccia di bronzo della Casta, quella che predica bene ma razzola male. Con il nostro emendamento anti-parentopoli, abbiamo cercato di scalfire il potere dei baroni universitari, quelli che si passano le cattedre di padre in figlio come fosse un bene di famiglia, quelli che si spartiscono le cattedre tra parenti ed affini, quelli che si fanno i concorsi dove “il figlio di” ha già vinto ancor prima di cominciare. Ci sono interi atenei in questo Paese, dal Nord al Sud, che sembrano gli alberi genealogici di grandi dinastie familiari, con buona pace del talento e del merito. Il Fli e la Lega, in un sussulto di onestà, hanno annunciato che avrebbero votato a favore del nostro emendamento anti-baroni. A quel punto, la maggioranza è andata nel pallone e ha chiesto l'accantonamento del nostro emendamento che verrà quindi ripresentato in Aula per il voto di martedì prossimo. Anche se l'Aula, a quel punto, è stata sospesa, le trattative sono proseguite e la maggioranza resasi conto che Lega e Fli non avevano nessuna intenzione di tornare indietro e che avrebbero votato il nostro emendamento, vista la malaparata, ha scelto il male minore ed ha deciso quindi di sostenere compattamente il nostro emendamento. Ma c'è un inghippo. Per non lasciare ad Italia dei Valori la vittoria politica di quella che sarebbe l'unica vera norma antibaroni contenuta nella riforma Gelmini, la presidente della Commissione ha annunciato che presenterà lei un emendamento identico al nostro che, in base al regolamento della Camera, verrà votato prima del nostro, precludendone di conseguenza l'esame del nostro. Una carognata, fatta con l'unico scopo di toglierci la dignità parlamentare della proposta, di renderci invisibili. Una carognata tale che persino la Lega si è inalberata, chiedendo addirittura al ministro Gelmini di accettare il nostro emendamento. Ma quello che proprio non ci saremmo mai aspettati è che ieri, in Aula, un solo gruppo è letteralmente sceso sulle barricate contro il nostro emendamento, il Partito Democratico, che, ieri in Aula, è stato l'unico ad avversare il nostro emendamento anti-baroni, cercando in ogni modo di convincere la maggioranza a non  votarlo. L'on. Nicolais del Pd ha letteralmente implorato Valentina Aprea del Pdl, relatrice del provvedimento, perché l’anti-baroni targato IDV non venisse discusso e votato e si è arreso solo di fronte alle rassicurazioni della relatrice che ha sussurrato: ”tranquillo, tanto alla fine questa riforma al Senato sarà stravolta”. Non aggiungo altro. Lascio a voi ogni altra considerazione. Non voglio aggiungere sale alle ferite già sanguinanti del centrosinistra.

Commenti

 Caro Onorevole Donadi, sono d'accordo con Lei quando dice che la riforma Gelmini sull'università è una colossale porcata. Immagino, invece, che sia solo un eufemismo l'affermazione che essa non riforma nulla e lascia tutto come è. In effetti, il DdL Gelmini è una autentica iattura, che porterà il sistema universitario italiano verso un irreversibile declino e il nostro sistema economico verso una pericolosa marginalità. Spiace dover constatare che il Ministro vada ora facendo affermazioni fuorvianti quale quella che la protesta di docenti e studenti favorisca i potentati baronali. Sono infatti convinto che questi ultimi trovino alimento nella limitazione, voluta dal Ministro, delle prerogative di un organo elettivo, qual è il Senato Accademico, a favore del potenziamento del Consiglio di Amministrazione, destinato ad essere espressione dei vertici accademici locali. E come si può affermare che la protesta dei ricercatori vada contro il diritto allo studio, quando invece proprio il decreto ministeriale sui requisiti dei corsi di laurea porterà inevitabilmente, alla luce della mancanza di un seppur minimo, specifico finanziamento, all'introduzione, spesso acritica, del numero chiuso per le immatricolazioni? Che dire poi della pretesa spinta in direzione meritocratica che caratterizzerebbe la riforma? Nulla di tutto cio! La maggioranza ha infatti respinto l'emendamento che intendeva legare i finanziamenti agli atenei alle valutazioni di merito espresse dall'Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca. L'università merita certamente una riforma. Essa dovrà essere però ponderata e condivisa, e non potrà che prendere le mosse da un'analisi accurata delle necessità scientifiche, culturali e formative del paese.
facciamo un semplicissimo esempio:mio fratello studia biologia, dopo 7-8 anni di precariato, volontariato, dottorato, assegno di ricerca aspetta un concorso da riceratoreio sono ricercatore a letterelui non può partecipare ad alcun concorso per colpa mia!!!! Anni di sacrifici buttati nella spazzatura!e perchè???? la sua colpa è avere un fratello nella stessa università? ho influenzato per caso la sua carriera?potremmo fare tanti altri esempi:  un cugino ad Ingegneria o uno zio ad Agrariae che dire allora di conviventi o amanti? loro non sono parenti....via libera!!!!se si agisce con leggi DEMAGOGICHE si fanno ENORMI INGUSTIZIE!!!! p.s.non rispondete con affermazioni generiche e slogan.. rispondete dandomi un vostro giudizio sul caso di "mio fratello"
ritengo che l'emendamento in questione sia davvero discriminante punto primo: se sono figlio o parente di professore DEVO avere le stesse possibilità degli altri. Sbagliato sarebbe avere favoritismi. Sbagliato, altrettanto sbagliato, vedermi preclusa una possibilità (sacrifici, studio, impegno, titoli li hanno anche i parenti dei docenti). Peraltro sulla mia pelle, nell'ateneo della mia città, ho vissuto una serie di esclusioni proprio perché parente di docente (esterno a commissioni giudicatrici che mi riguardassero, ma conosciuto nell'ambiente pur non essendo certo un barone). Il terrore dei ricorsi, nonostante avessi più titoli di chi poi ha ottenuto i posti in questione, ha fatto mettere in atto nei miei confronti un procedimento mafioso del tipo: "o ti ritiri dal concorso o ti ritiri dal concorso, tanto la commissione sarebbe in ogni caso influenzata negativamente "accampando oltre a questa intimidazione anche inconsistenti motivazioni burocratiche poi rivelatesi totalmente infondate. e intanto il lavoro di mesi passato a far ricerca su un progetto sensato va a farsi benedire. questa cosa è accaduta più di una volta, tanto da farmi riflettere sulla possibilità di abbandonare la strada della ricerca. Benissimo. Posso comprender il terrore di chi ha la coda di paglia, avendo probabilmente da coprire decenni di concorsi pilotati e pratiche poco chiare. Arrivo persino a giustificarne in un certo senso una parte delle ragioni.  Però quando poi scopro che amanti, "collaboratori" di professori per professioni che questi svolgono all'esterno dell'università e allievi senza alcun titolo personale (e ribadisco SENZA ALCUN TITOLO) vincono il concorso (nello specifico parlo di dottorati di ricerca) sinceramente ammetto essermi demoralizzato non poco. Sono (mio malgrado) parente di un docente universitario ma mai ho chiesto nulla a nessuno e semmai ho dovuto faticare più degli altri per ottenere le magre soddisfazioni che ho ottenuto.Nessuno mi ha mai regalato nulla (e ci mancherebbe altro!!!) ma che io non possa nemmeno più andarmela a giocare nell'ateneo dove ho studiato mi pare una discriminazione vergognosa, figlia di un sistema politico "apparentemente poco attento" alle realtà di Facoltà. 
E' vero una vera riforma, che andrebbe estesa a Tutta la P.A....., dovrebbe limitare situazioni di incompatiibilità e non pregiudicare carriere dignitose. Anche perché il criterio base non regge...penso al figlio o fratello o parente del politico di turno o del Boss o del cardinale....Certo se si estendessero le incompatibilità a tutta la P.A. si arriverebbe quanto meno ad una parvenza di giustizia. E' che nei ministeri...nelle regioni..provincie comuni...etc etc....meglio non guardare.Per Tuo fratello????Un consiglio???? Tutto l'amore del modo ma Fan.......l'Università si buttasse nel privato troverà più soddisfazione e meno frustrazione ci vadano i figli dei politici e dei boss negli atenei che loro non sono incompatibili. CIAO e buona fortuna
Il partito del «merito», come più volte è stato presentato dallo stesso Fini, non può esordire penalizzando una riforma che fa del recupero del merito il suo cardine, che svecchia e contesta il reclutamento baronale, i finanziamenti a pioggia, la scandalosa chiusura nei confronti dei talenti giovani, tutto ciò che rende umiliante il confronto tra l'università italiana e quella degli altri Paesi dell'Europa e dell'Occidente, mortifica la ricerca, premia la mediocrità e il livellamento verso il basso... "Non è sufficiente la riforma Gelmini? Certo che non lo è. Ma le proteste sui tetti e sui monumenti (a proposito: che ne è in questo caso della tutela e della sicurezza dei nostri beni culturali?) vanno fatalmente nella direzione opposta. Si tingono di conservatorismo, difesa dello status quo, fatalismo, rassegnazione nei confronti di qualunque riforma che abbia, appunto, il merito come sua base fondante. È un errore anteporre la guerriglia contro Berlusconi alle ragioni di contenuto che dovrebbero consigliare un atteggiamento non ostruzionistico nei confronti della riforma dell'università. Lo è anche quello della sinistra riformista che nel nome della guerra santa al governo e per non disperdere il consenso della piazza, smarrisce le stesse ragioni della propria identità culturale. Un applauso sui tetti, ma un'occasione mancata per l'alternativa riformista..."  (Pierluigi Battista, Corriere Della Sera)
  
  • Due trattative, cioè nessuna
  • Da quando si crede un esperto di mafia senz’aver mai seguito un processo di mafia in vita sua, Pigi Battista riesce, se possibile, ad accumulare più figure barbine della sua pur ragguardevole collezione. In perfetta simbiosi con i trombettieri berlusconiani, scrive sul Corriere che “i teoremi vacillano”, tutto eccitato per le dichiarazioni dell’ex ministro Conso sul mancato rinnovo del 41-bis a centinaia di mafiosi detenuti nel ’93. Il che, a suo avviso, “smentisce facilonerie e interpretazioni che godono di molta popolarità, specialmente a sinistra”. Quali? Che la trattativa Stato-mafia nel 1992-93 fosse finalizzata a “creare una nuova forza politica di cui si preconizzava con incredibile intuito profetico l’egemonia sulla Seconda Repubblica”.
  • La tecnica è esemplare: si attribuisce a una misteriosa “sinistra” facilonerie e interpretazioni mai dette da nessuno, poi si usa Conso per smentirle: “L’alleggerimento sul 41-bis era già stato realizzato da un mondo lontanissimo dal berlusconismo politico in nascita”. Cioè dai governi Amato e Ciampi che, essendo “di centrosinistra” (in realtà di pentapartito, il Pds non c’era), non potevano “far parte di un ‘complotto’ orchestrato dalla mafia e dalla nuova politica dell’utrian-berlusconiana”. Il pover’uomo, approdato in tarda età a occuparsi di queste vicende, non ha mai letto un libro né una pagina di atti giudiziari. E, da buon orecchiante, fa due più due: siccome il 41-bis l’ha alleggerito Conso, la nascita di Forza Italia non c’entra con la trattativa.
  • Non sa che da 15 anni i magistrati lavorano intorno ad almeno due trattative: quella degli ultimi scampoli di Prima Repubblica (1992-93) per fermare le stragi, e quella dei primi vagiti della presunta Seconda (1993-94), per rimpiazzare gattopardescamente la Prima con una nuova classe politica ancor più compromessa con la mafia, ma dotata di un potere contrattuale più forte di quello dei partiti agonizzanti per Tangentopoli. È quel che dice Massimo Ciancimino: “Mio padre fu il tramite fra Stato e mafia fino al dicembre del ’92, quando fu arrestato; poi mi disse che, nella primavera-estate del ‘93, gli era subentrato Dell’Utri”.
  •  In mezzo ci sono le decisioni “solitarie” (per chi ci crede) di Conso sul 41-bis. Lungi dallo smentire le ricostruzioni delle Procure di Palermo, Caltanissetta e Firenze, Conso le conferma a pennello, in un perfetto incastro che solo chi non sa o non vuole vedere può negare. Nel 1992 (governo Amato), dopo Capaci, i vertici del Ros si attivano per cercare un contatto con i boss tramite don Vito, il quale, per saggiare la loro rappresentatività, pretende coperture politiche da Mancino, Rognoni e Violante. Alla fine si fida, come pure Riina, che consegna il papello con 12 richieste che sono la resa senza condizioni dello Stato alla mafia: via il 41-bis, ma soprattutto tre leggi che non si limitino ad alleggerire il carcere duro, ma portino entro pochi anni i boss detenuti fuori dal carcere (revisione del maxi-processo, depotenziamento dei pentiti e soprattutto “dissociazione” modello Br).
  • Provenzano “vende” Riina e si propone come interlocutore, ma la guida di Cosa Nostra l’assume per qualche mese Bagarella, con le stragi nel continente firmate Graviano. Il 41-bis viene addolcito da Conso (governo Ciampi). Ma per soddisfare le richieste più sostanziose occorre una nuova classe politica. E questa – che la mafia l’abbia ispirata o solo cavalcata – si chiama Forza Italia, ideata da un signore che persino per la Corte d’appello di Palermo ha trattato per vent’anni con Cosa Nostra, almeno fino al ‘92 (dopo c’è l’insufficienza di prove). Sarà un caso, ma Forza Italia proporrà norme per agevolare la revisione dei processi, trafficherà in ogni modo per la dissociazione e bombarderà per anni i pentiti (poi sterilizzati da una legge vergogna votata da sinistra e destra nel 2001). A casa nostra, una trattativa più una trattativa fa due trattative. A casa Battista, zero trattative. Prima di dare un’occhiata alla storia della mafia, forse è consigliabile un ripasso di aritmetica.
  
E' incredibile ma non appena qualcuno, giornalista, opinionista o conduttore che sia osa criticare sua maestà la sinistra, subito si scatenano gli insulti da parte di questi poveracci rancorosi che disprezzano il Corriere, il più autorevole quotidiano italiano, mentre considerano  una sorta di Bibbia il Fatto che è solo il giornalucolo prostituto dell'IDV, niente di più. Pierluigi Battista è un ottimo giornalista, sciaquatevi la bocca prima di parlarne, non è certo come il vostro idolo Travaglio, un professorino militante dell'Inquisizione Rossa che vorrebbe mettere tutti sotto processo tranne se stesso e ricordatevi che anche Travaglio è un pregiudicato condannato in via definitiva per diffamazione.
  
  • Silvio, Franco e il complotto internazionale
  • Come ministro degli Esteri, Franco Frattini è noto per aver accolto con triplo sorriso e relativo inchino il dittatore libico Gheddafi giunto a Roma per una merenda con un centinaio di ragazze all’uopo reclutate. Da ieri il titolare della Farnesina (sembra impossibile ma è cosi) sarà ricordato per essersi immolato sull’altare del ridicolo per conto del suo premier e signore. Che infatti l’Italia sia diventata lo zimbello del globo è notorio. Perfino Frattini potrebbe capirlo se solo osasse volgere lo sguardo su ciò che combina l’anziano viveur di Palazzo Chigi, continuamente chiamato in causa da plotoni di ragazze a pagamento.
  • Ma ieri il nonno della nipote di Mubarak e la sua spalla preferita hanno superato se stessi con la spassosa tragicommedia dal titolo: Silvio, Franco e il complotto internazionale. La trama: forze oscure in agguato collegate alle solite toghe rosse e orchestrate dalle ben note centrali straniere tramano per gettare discredito sul governo italiano. Le prove sono schiaccianti. Il crollo di Pompei che ha raso al suolo la già malferma credibilità del povero Bondi. I rifiuti che sommergono Napoli (malgrado qualcuno avesse detto: in tre giorni risolvo tutto io). L’inchiesta giudiziaria sui maneggi del vertice coniugale di Finmeccanica. L’attesa per la montagna di documenti (a quanto sembra assai imbarazzanti anche per l’Italia) che Wikileaks sta per scaricare.
  • C’è una regia dietro tutto questo, si chiedono Silvio e Franco sgomenti? Sì, una regia demenziale alla Mel Brooks, visto che tutti i casi citati dai due comici rappresentano altrettanti autogoal per il governo più sputtanato che si ricordi. Puntuali arrivano infatti le smentite di Silvio a cui seguono le precisazioni di Franco. Rinnoviamo l’appello: qualcuno stacchi la spina. Fatelo anche per loro. (A. Padellaro)
  
E SECONDO TE QUEL LECCACULO DI BATTISTA SAREBBE UN GIORNALISTA????   
Colgo l'occasione dello spazio gentilmente concessomi per correggere errori di coniugazione verbali dovuti alla stanchezza... Volevo scrivere che ''questo è da imputarsi al fatto che parte del Pd (tra cui gli ex popolari e i margheritini vicini a Letta) vorrebbe allearsi a tutti i costi con l'Udc, e che se gran parte degli elettori del Pd ne fosse al corrente difficilmente digerirebbe un'alleanza con un partito che interloquisce con chi gestisce le aziende di Berlusconi''. Cordiali saluti
Gentile on. Donadi, mi scusi per l'off-topic (fuori tema) ma ho pensato che fosse l'unico modo perchè un deputato o senatore dell'Idv potesse con alta probabilità leggere la notizia, riportata in televisione solo dal Tgla7 (fatto non strano), e che forse - visti i Suoi impegni parlamentari - le sarà sfuggita. Pierferdinando Casini, leader Udc, ha incontrato (dimostrato dal telegiornale di Mentana che ha brevemente intervistato l'ex presidente della Camera) il presidente Mediaset Fedele Confalonieri. Ho riflettuto: non è che in vista di un governo di transizione e di un possibile riordino della materia televisiva, l'oggetto dell'incontro potrebbe essere stato proprio quello di avere assicurazioni sulla non legiferazione del pernicioso conflitto d'interessi del premier? Guardi il caso, il Tg3 - notoriamente vicino al Partito Democratico - ha glissato la notizia. E questo è da imputarsi al fatto che parte del Pd (tra cui gli ex popolari e i margheritini vicini a Letta) vorrebbero allearsi a tutti i costi con l'Udc, e che se gran parte degli elettori del Pd ne fossero al corrente difficilmente digerirebbero un'alleanza con un partito che interloquisce con chi gestisce le aziende di Berlusconi. Quindi, Le chiedo: l'Italia dei Valori ha chiesto spiegazioni al Partito Democratico della propria deriva autodistruttiva? Lo sa che nessuno avrà più fiducia del centrosinistra se non si interverrà sul conflitto d'interessi? Mi auguro che la questione venga approfondita e dibattuta e che venga considerata imprescindibile per un'alleanza con il Partito Democratico. Nessuno vuole sindacare sulle amicizie dei singoli politici, ma che almeno si mantengano le promesse scritte nei programmi sulla base dei quali si viene votati. Perchè è ipotizzabile che anche in caso di ritorno alle urne il Pd si alleerà con l'Udc. E se ci aspetta un nuovo governo Prodi, è probabile che dovremo tenerci Berlusconi al poter per decenni. Ecco il link alla notizia: http://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/confalonieri-missione-fa...
CARO ON. SONO 20 ANNI CHE LA COMPAGNIA DI D'ALEMA COMBATTE CONTRO DI VOI. PER LORO E' UNA ESAGERAZIONE, L'ART. 3 DELLA COSTITUZIONE, E NEL CASO MASTELLA L'HANNO CONFERMATO.VI CI ALLEATE ANCHE, IN DISPREZZO DEI VOSTRI ELETTORI (VEDERE SVOLTA DI SALERNO), OGGI CI VIENE A DIRE CHE SI MERAVIGLIA DEL PD.ONOREVOLE, NON FACCIA LO GNORRI, PEGGIO DEI CRIMINALI CHE STANNO AL GOVERNO, CI SONO LE VERGINELLE DELL'ULTIM'ORA (D'ALEMA, BERSANI, CASINI, FINI, COFFERATI............ ) CUI SI STA ACCODANDO IL BALORDO MONTEZEMOLO, CHE STA IN FERRARI, SOLO PERCHE' NON C'E' PIU' QUEL "VECCHIACCIO"  CHE A SUO TEMPO  (1975) LO AVEVA CACCIATO A PEDATE PERCHE' BUONO DA NIENTE.LE ALLEANZE VANNO FATTE CON GLI ELETTORI, NON CON LA CASTA.
ROMA (30 ottobre) - La Corte di Cassazione ad aprile del 2008 lo ha condannato a un anno e sei mesi per violenza sessuale aggravata dall’abuso d’ufficio. A giugno di quest’anno, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, ha firmato l’ordinanza che lo nomina vicedirettore generale. E sulla vicenda nove consiglieri provinciali del Pdl mercoledì hanno presentato un’interrogazione scritta a Zingaretti. Ma proprio quel giorno lo stesso Zingaretti ha firmato un’altra ordinanza nella quale accoglie le dimissioni dall’incarico (non dall’amministrazione provinciale) presentate dal dirigente. Una storia che merita di essere raccontata...
  • Il PD, non contento dell'esperienza milanese, sta facendo un'altra operazione suicida a Bologna. A questo punto, sembra evidente il masochismo in quel partito.
  • Detto ciò, oggi leggo che il premier, messo di fronte (dall'opposizione, ma anche da FLI) al suo far finta di governare, che fa? Afferma di aver realizzato i famosi 5 punti!!!  In sostanza, il piano per il SUD è pronto; la riforma fiscale è quasi pronta; la crisi è sotto controllo; la riforma della sicurezza è cosa fatta; la riforma della giustizia sarà votata già la settimana prossima (ma il Quirinale ancora non ne sa nulla).  Poi aggiunge che chiunque dice il contrario afferma il falso, e che la stampa lo denigra in continuazione, mistificando la realtà. Insomma, la realtà VERA è quella che racconta lui. Il resto, sono balle.  Quindi, le proteste in atto, e quelle in fieri sono prestestuose, inutili, fomentate dall'odio, etc etc.... E' il delirio di un folle..... Un folle che, di fronte ad esempio all'indagine che colpisce ENAV e Finmeccanica, afferma: "Considero suicida che il Paese proceda contro chi costituisce con la propria capacità operativa la forza del Paese".   E certo! In fondo, si tratta di frodi fiscali, di costituzione di fondi neri.....bazzecole!!!!  Per uno come lui, sono da considerarsi meno che peccati veniali!!!  Mi auguro che gli italiani comincino ad aprire gli occhi. E' il momento di finirla!!!
cara maria, a questo punto sarebbe meglio dire che nel pd c'è qualcuno che scientemente sta portando il partito alla totale distruzione per dare l'alibi al caimano di rimanere a far danni finchè campa!!!!...è uno scandalo, una vergogna!! ...........quanto al folle e al suo ultimo delirio in merito alla vicenda enav: bè....per uno come lui che ha fatto ben altre nefandezze, queste son quisquilie....d'altra parte, quando lui parla di libertà si riferisce proprio alla libertà di delinquere, di calpestare le regole, le leggi, le persone, pur di arrivare all'obiettivo prefissato e si riferisce anche alla libertà di rimanere impuniti.....questa è la cultura caimanesca, questa è la cultura del perfetto disonesto!!!
Questa classe di "merdosi" deve scomparire dagli Atenei e con loro anche la classe di dirigenti che hanno fatto degli atenei aziende proprie per sistemare i propri familiari.
E CHI PROTESTA E FA OCCUPAZIONI DIFENDE LO STATUS QUO E DUNQUE  I BARONI, NON L'HAI ANCORA CAPITO????
Guglielmo Giusti??!!!  Ancora qua sei?? Perchè non vai ad offrire la tua solidarietà e tutta la tua scienza sul sito della Gelmini??? Vedi che ne ha bisogno!!!!
Ora mi hai veramente rotto il cazzo, io  mi firmo con nome e cognome, non sono un vigliacco come te che si firma con Anonimo per avere licenza di insulto, poverraccio che non sei altro!!!
Con quale nome, Guglielmo Giusti???????????????????   VAI!!!!! VAI!!!!! E sai bene dove!!!!!!!!!
TACI PAPPAGALLO E SERVO DI ARCORE!!
MEGLIO SERVO DI ARCORE CHE DELLA FECCIA ROSSA CUI TU APPARTIENI!
Guglielmo Giusti, mi sa che ti tocca andare a nasconderti assieme ai tuoi......chiama a raccolta Cimarra, Capretti, Er Caccola, Giorgio er più, Tramezzino, Kappler....(e tutti gli altri), prenotate un bus (ma anche un monoposto) per allegre comitive, e viaggiate..............
Beh te ce fai compagnia almeno rimedi qualcosa, che ce fai con quer frocio de Storpio de Cervello...
Mentono sapendo di mentire. Pensano che gli Italiani non sappiano nè leggere nè scrivere. vanno avanti a frasi fatte, coniate non si sa da chi.Come si fa ad affermare che la cosiddetta riforma lotta contro le baronìe,quando il ddl prevede proprio un rafforzamento del sistema di potere 'baronale' concentrando nei professori ordinari le funzioni di tipo gestionale  e quelle relative alle attività formative, includendo il sistema di reclutamento. La questione riguarda anche e addirittura le cariche elettive  (es. rettore, art. 2., punto c.). Il buon funzionamento del sistema può essere infatti garantito soltanto da un sostanziale equilibrio tra le singole fasce della docenza (ricercatori, associati, ordinari). La riforma non affronta minimamente questo problema, ma si limita a fare finta di revisionare il sistema di reclutamanto proponendo liste nazionali di idoneità alle quali, senza finanziamenti per le 'chiamate', non potrà seguire un reale progresso nella carriera.   
Suggerirei ai ladroni e corrotti del PDL e Lega di fare un giretto nel Regno Unito per vedere come funziona la vera meritocrazia. 
Mi sembra più importante che passi un buon emendamento, piuttosto che la consapevolezza della paternità dello stesso: non possiamo ragionare solo in termini di voti e campagna elettorale.Mi sembra più opportuno far sapere che i soldi risparmiati dal vitalizio ai parlamentari sarebbero andati alle borse di studio ...Mi piacerebbe anche leggere di emendamenti sull'autonomia degli atenei, completamente annullata, sulle modalità di elezioni dei rettori, riservate, se non erro, ai solo prof ordinari, mentre ora sono aperte a tutte le componenti universitarie. E ancora l'affidamento a elementi esterni allìUniversità della gestione non solo dei fondi, ma anche della valutazione di didattica, ricerca, obiettivi ecc.