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PDL, L'OGM INDIGESTO PERSINO AI SUOI

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Era uscito un attimo a mangiare un panino. Anzi no. Era andato a vedere come stava la figlia che aveva la febbre. Anzi no. Era andato a prendere i lucidi del simbolo. Anzi no. Era andato a recuperare dei fogli mancanti. Anzi no. A fare telefonate. Anzi no. A cancellare i nomi in lista. Anzi no. Ma che ha fatto Alfredo Milioni nelle ore fatidiche che hanno preceduto la presentazione delle liste del Pdl? Proprio non si capisce. Così come non si capisce cosa abbia fatto l’altro Alfredo, il Pallone coordinatore del Pdl nel Lazio che, per correre in aiuto ad Alfredo in cerca del panino, si sarebbe dimenticato di mettere la firma. Sarà. Sta di fatto che per colpa dei peccati di gola del primo Alfredo e quelli di memoria del secondo Alfredo, le liste in sostegno della candidata del centrodestra alla regione Lazio Renata Polverini si sono, appunto, polverizzate in un istante. Senza di esse, non c’è più né candidata, né schieramento, né corsa.

Ma davvero nel Pdl pensano che qualcuno possa bersi questa favola per allocchi? Davvero pensano che si possa credere, anche solo per un istante, a tanta insipienza, impreparazione, improvvisazione e cialtroneria? Se le cose stessero davvero così si dovrebbero dimettere tutti, responsabili nazionali in testa. La verità è un’altra e quanto sia grave lo si è percepito chiaramente dal nervosismo esplosivo del manganellatore mediatico, Ignazio La Russa, ieri in evidente difficoltà di fronte ai colpi e agli affondi del direttore Bianca Berlinguer.

Il partito del Pdl, “quell’ogm geneticamente modificato creato artificialmente per resistere alla pioggia di avvisi di garanzia e frutto di un ardito innesto tra un postfascista, un piazzista, uno stalliere e un perizoma “ – lo scrive oggi Francesca Fornario su l’Unità – come la patata transgenica varata ieri a Bruxelles, non regge la cottura. Alla prova dei fornelli, gli elementi fondanti, Forza Italia e An, si disgregano, vanno per fatti loro e la pietanza in tavola è inservibile, immangiabile nonché indigesta, persino ai suoi stessi padri fondatori.

Gli esperimenti genetici, frutto di alchimie di laboratorio, di fusioni a freddo decise dall’alto mostrano prima o poi i loro frutti sterili. Per di più, se ci metti che quelli che dovrebbero essere gli elementi fondanti di questo strano ogm partitico sono, in realtà, fratelli coltelli, l’un contro l’altro armati, c’è poco da sperare. Altro che partito unico, altro che magico predellino dei miracoli. Questo è il partito di un signore unico, Silvio Berlusconi, che tutto dispone, fa e stabilisce. E che se deve mandare giù il boccone amaro di “una candidatura non figlia sua” si mette di traverso, o almeno, alza le mani e dice ai suoi “roba loro, fanno loro”. Volete la Polverini? E Polverini sia. Ma fate voi. Io vado a mangiarmi un panino.

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