Caro Donadi, non ritiene anche lei che ci si sta avviando verso una secessione di fatto, secondo un  piano che la Lega ha saputo programmare puntando prima sul federalismo fiscale ed ora sulle candidature in  Piemonte e Veneto, con una Lombardia che Formigoni non porterà certo sulle barricate per difendere l'unità nazionale. Ma il Pd, che per acquisire benemerenze "inciuciste" si crogiola nelle diffide all'Italia dei Valori, si guarda bene dal chiedere al PdL una presa di distanze dalla Lega, non lo fa neppure a livello formale, tale e tanta è la voglia di apparire obbediente alle condizioni dei vari Bonaiuti, Cicchitto, Gasparri ecc.Il Pd lo sa che deve molto all'IdV? E l'IdV non farebbe bene di tanto in tanto a ricordarglielo a muso duro? Non ci fosse il partito di Di Pietro, i voti in libera uscita dal Pd non rimarrebbero certo nel centrosinistra; solo l'IdV è in grado, per la sua crescente credibilità, di costituire una vera e propria diga perchè quei consensi rimangano comunque opposti al centrodestra. Temo -  mi creda, non sono il solo - che la nostra correttezza tranquillizzi il Pd nel suo corteggiamento al reame berlusconiano. Da D'Alema non  sentiamo un cenno di rimprovero per le complicità leghiste, men che mai di richieste chiare sui rapporti Berlusconi-Bossi. Sicuramente più esplicito Casini.Spero di non essere stato troppo confuso nel mettere insieme queste considerazioni, ma sono tante le cose che non vanno al di fuori di noi. L'appuntamento del Congresso nazionale sarà da utilizzare per intero a tutela della nostra identità culturale e politica, secondo un percorso che dovrà vedere tutti impegnati all'unisono, come sempre lontani da ambizioni personali che, dovessero prevalere, ci avvicinerebbero alle sciagure che per quei mali hanno colpito la stessa sinistra.