LA FAVOLE DELLE ALIQUOTE

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L’ennesima balla elettorale. L’ennesimo spot ‘ad effetto’ architettato dai ‘Gianni e Pinotto’ della politica italiana: Tremonti-Berlusconi. Sto parlando della riforma del fisco proposta dal ministro del Tesoro.Ma andiamo a vedere nel dettaglio l’idea di Tremonti. Sul tavolo del confronto politico c’è la riduzione delle aliquote Irpef da tre a due (23 per cento fino a 100 mila euro e 33 per cento oltre i 100 mila euro) che costerebbe alle casse dello stato 20-25 miliardi di euro. Vorrei partire dal fatto che i 20-25 miliardi di euro non ci sono e Tremonti si guarda bene dal dire dove intende andare a pescarli. Già questo la dice lunga su quanto poco di serio ci sia in questa proposta. Ma passi. Quello che è più grave è il fatto che questa è una pessima idea. La nostra Costituzione, infatti, prevede la progressività dell’imposizione fiscale: chi guadagna di più, per un principio di equità sociale, deve pagare più tasse. Con questa riforma, invece, si va in direzione totalmente opposta, molto di più di quanto non appaia dal semplice passaggio da tre a due aliquote. La realtà è che si passerebbe di fatto ad un'unica aliquota se si pensa che il 99 per cento dei contribuenti italiani dichiara redditi fino a 100 mila euro, per cui l’aliquota del 33 per cento si applicherebbe soltanto ad una ristrettissima minoranza. In soldoni significa che il pensionato o l’operaio pagherà allo Stato, in percentuale, le stesse tasse di un imprenditore o di un avvocato. Tutto questo non farebbe altro che aumentare iniquità e le ingiustizie sociali, che già vedono il nostro paese svettare al sesto posto al mondo per la crescita delle disuguaglianze, superato solo da Messico, Turchia, Portogallo, Usa, e Polonia.Per questa ragione noi presenteremo una proposta completamente diversa che ha, invece, l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze sociali nel nostro paese e di attuare un grande trasferimento di fiscalità dal lavoro (sia dipendente che d’impresa) alle rendite e alle speculazioni.  Per questo proponiamo da un lato un’imposta di solidarietà sociale, sul modello francese che vada a colpire i grandi patrimoni e le grandi rendite e, dall’altro, di raddoppiare l’imposta sulle speculazioni finanziarie passando dall’attuale 12,5 al 25 per cento.Tutti i proventi di queste imposte dovrebbero essere utilizzati per un’unica grande azione di riduzione del costo fiscale sul lavoro, ottenendo il doppio risultato di aumentare il netto in busta paga per lavoratori e pensionati e facilitare la ripresa del mercato del lavoro rendendo le assunzioni meno onerose per le imprese.Due proposte che noi mettiamo sul tavolo del confronto. Due idee chiare e semplici contro la demagogia ormai surreale dei Gianni e Pinotto all’italiana che da quindici anni campano sullo slogan ‘meno tasse per tutti’ e invece di anno in anno propinano agli italiani specchietti per le allodole ogni volta che si avvicina una scadenza elettorale.

Commenti

On.le DONADI MASSIMO,Le proposte delle 2 aliquote e quella di tassare meno la persona e più i consumi insieme ai redditi forfetari o da studi di settore sempre calcolati (dal governo insieme alle associazioni di categoria) al di sotto di quelli veri rappresentano non la progressività e neppure la proporzionalità ma rappresentano la regressività anticostituzioinale che penalizza tutti i redditi fissi medio/bassi e i disoccupati. Inoltre negano il principio Costituzionale della capacità contributiva effettiva!On.le DONADI MASSIMO,Per uscire da questa legislazione anticostituzionale occorre abbandonare, per calcolare la capacità contributiva effettiva, tutti i sistemi sintetici/induttivi quali causa di una enorme evasione fiscale e passare al sistema Costituzionale analitico/deduttivo/sistematico cioè:SOMMA DI TUTTI I REDDITI, COMUNQUE CONSEGUITI COMPRENSIVI DI TUTTI I TIPI DI RENDITE, ED ALL'IMPORTO DELLA LORO SOMMA DEDURRE TUTTI GLI ONERI E SPESE, DIMOSTRATE DAI RELATIVI DOCUMENTI FISCALI, E SULL'IMPORTO DELLA LORO DIFFERENZA, APPLICARE UN VENTAGLIO DI ALIQUOTE FISCALI A RELATIVI SCAGLIONI DI REDDITO IN MODO TALE CHE RAPPRESENTINO LA SPINA DORSALE DEL NUOVO E COSTITUZIONALE SISTEMA TRIBUTARIO.Per maggiori informazioni visitate il seguente blog:articolo53.blogspot.comantonio da Firenze
Oggi ho sentito in una trasmissione di una tv locale di milano, un espondente del PDL che difendeva la scelta delle 2 aliquote fisse (23 e 33). Sia i telespettatori che intervenivano in diretta o con le email e sia l'espontente di centrodestra, gli spiegavano che a guadagnarci sarebbero solo coloro che hanno un reddito alto (  per es. 200.000 e oltre all'anno ) perchè avrebbero l'aliquota IRPEF decurtata di oltre 10 punti, mentre chi ha un reddito di 1.200/1.500 euro al mese non avrebbe nessun beneficio, perchè la riduzione dell'irpef sarebbe quasi nulla. Questo personaggio del PDL diceva che era giusto così, perchè i benestanti e i ricchi userebbero quei soldi risparmiati dalle tasse per fare acqusti (citava es comprarsi una ferrari, una barca, vestiti firmati, ristoranti, vacanze ecc) e quindi l'economia riceverebbe  grandi benefici, mentre i poveri disgraziati questi tipi d'investimenti non potrebbero permetterselo grazie alla riduzione delle tasse. Per queste persone chi ha un reddito medio basso deve sempre vivere nella disperazione e arrangiarsi per arrivare a fine mese, mentre chi ha redditi alti, gli viene data la possibilità di migliorare ancora di più la propria posizione economica... Ancora una volta si capisce la vera natura del governo berlusconi: quella di favorire sempre le classi benestanti, gli evasori fiscali e i bancarottieri (scudo fiscale) mentre i cittadini comuni devono sempre prendersela in quel posto....
On. Donadi , sono solo parzialmente d'accordo con quello che leggo e con quello che sento dal video.  Ritengo quindi che occorra fare chiarezza. Qui ahimè, non è questione di rendite, ne' di 2, 3  o 4 aliquote.  E' che nessuno se la sente realmente di rimettere in pista l'Art. 53 nella sua forma originaria.  NESSUNO !!!  L'impressione è che per tanti, troppi, questo articolo è scomodo, a destra, sinistra e centro. Prova ne è che nessuno presenta una proposta di legge per la riforma in senso costituzionale del sistema tributario. ,Da parte di tanti, troppi, vi è confusione.  Cerchiamo di riportare le cose nel senso in cui sono avvenute. Stanno cercando,TUTTI, di farci dimenticare che la Assemblea Costituente, il 25 Maggio 1947  stabilì il Principio che doveva informare il sistema tributario.  Lo  stiamo ripetendo da anni., come associazione Articolo 53 - Salvatore Scoca, Meuccio Ruini,  ma incontriamo sempre la medesima indifferenza.   Si  cerca sempre  un'altra strada, come quella della tassazione delle rendite finanziarie, che come vedrete, non è uno strumento ne' sufficiente, nè adatto.Quello che sta accadendo è semplicemente allucinante.
  1. In principio c'era lo Statuto Albertino , che si basava sui tributi indiretti, tassando i consumi. I poveri pagavano percentualmente di più, i ricchi ci guadagnavano
  2. 23 Maggio 1947 :     La  Seduta della Assemblea Costituente che "licenzia"  l'Articolo 53 nella attuale forma : -Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capcaità contributiva. -Il Sistema Tributario è informato a criteri di progressività
  3. 22 Dicembre 1947   Seduta della Assemblea Costituente che approva la Costituzione della  Repubblica  Italiana (antifascista e repubblicana) 
  4. 27 Dicembre 1947   Il Capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola firma la Costituzione.
  5. 1 Gennaio  1948      La Costituzione entra in vigore  
Vediamo ora UN PO' DI STORIA delle normative di riforma del  sistema Tributario...  Per chi vuole approfondire, consigliamo alcuni Link dove troverete interessante materiale, compresa la PROPOSTA di RIFORMA in senso COSTITUZIONALE  del SISTEMA TRIBUTARIO inviata a ITALIA dei VALORI.
Link Nota di Accompagnamento
Link Proposta di legge
Link Lectio Magistralis
http://www.cultura-nella-liberta.it/http://articolo53.blogspot.com
  1. 9 ottobre 1971  Legge Delega per la riforma tributaria n.825/71  che ribadisce i principi espressi dall’Art. 53 e delinea le modalità di attuazione.
  2. 1973    La legge 600/73  che disattendendo I criteri direttivi  della legge 825/71, lascia sostanzialmente inalterati i principi tributari dello statuto albertino, proporzionali nei tributi diretti e sui consumi.
  3. 1986  La legge 917/86  non corregge la anomalia, di fatto  confermando nella  sostanza la ferita  costituzionale inferta all’Art. 53 ed alla Costituzione (Artt.. 2,3, e 23
Dunque è a partire dal 1973 che si è arenata la evoluzione in modo costituzionale  del sistema.  Oggi scontiamo le conseguenze dei rattoppi che tutti denunciano La questione del sistema fiscale  è quindi abbastanza complessa ed ha le sue radici nella storia politica, sociale  ed economica del nostro paese e non si può sdoganare banalmente nell’arco si una discussione in aula su questo o quell’articolo di legge. E’ un tema pervasivo e trasversale che intercetta molti argomenti. Non per nulla il sistema dei tributi è al centro di ogni sistema-paese, in quanto è il sostengo alle attività. Si tratta della famosa “coperta” larga o stretta cui ci riferiamo quando parliamo di come e dove destinare i soldi.  Come membri della Associazione Articolo 53- Salvatore Scoca - Meuccio Ruini, siamo coscienti del fatto che l’Articolo 53 della Costituzione, così come è formulato, non solo è ben lungi dall’essere realizzato ma, come la storia ed il trascorso legislativo confermano, il sistema fiscale italiano si è nel tempo conformato ai principi dello Statuto Albertino vigente prima che la Costituzione facesse il suo ingresso con il valore legato ai suoi Articoli 2, 3, 23  e 53. La Costituzione, nel suo impianto di estremo equilibrio, ha dedicato ben 4 articoli fra loro connessi al tema.   Riconoscere che non già singoli aspetti del sistema fiscale attuale, ma l’INTERO IMPIANTO attualmente usato rappresentino un palese esempio di disobbedienza, da parte della classe politica e del sistema-paese, al dettato  costituzionale, francamente riteniamo debba essere il punto di partenza di ogni ragionamento.Gli squilibri introdotti all’impianto costituzionale stanno avendo, purtroppo, gli effetti micidiali che tutti possiamo osservare in termini di disuguaglianza nella imposizione, di “disobbedienza civile” che diventa poi evasione fiscale diffusa, elusione, lavoro nero, falso in bilancio, fatturazioni compiacenti, mancato versamento di IVA, traffico ed esportazione di capitali all’estero.  Per non parlare degli affari e del sostegno che mafia e criminalità organizzata stanno traendo dai mille e più rivoli che il sistema attuale consente. Leggi e leggine, eccezioni sulle eccezioni, lavori di lobby potenti che nel tempo sono andate completamente a stravolgere l’iniziale disegno dei Padri Costituenti.Su questo riteniamo possano, anzi  debbano appuntarsi i ragionamenti di ITALIA dei VALORI  se pensa di differenziarsi di fronte agli Italiani su un tema cosi' cruciale. Da questo riteniamo debba finalmente prendere piede un discorso da farsi nella opinione pubblica così come nelle aule parlamentari. Onorevole Donadi, alla base della  alternativa di governo vi deve essere una alternativa a questa politica.  Il sistema tributario più democratico, equo solidale, è quello contenuto nell'articolo 53 della costituzione e nella successiva legge delega  825/71E' da lì che si deve ricominciare .
Si ripete la strategia delle ultime elezioni politiche, quella sull'ICI per la prima casa: era un'imposta che interessava tutti ed è stata tolta a tutti. L’effetto della eliminazione dell’ICI sulla prima casa è stato:-           chi aveva un vecchio monolocale ha avuto un beneficio x; -           chi aveva cinque stanze in centro città  un beneficio x+100; tutti accontentati allo stesso modo e tutti hanno votato allo stesso modo. Quando si fondò questa Repubblica si scrissero poche e chiare parole in materia di imposte e sono riportate nella Costituzione:Art. 53. Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività. Concorrere tutti in ragione della loro capacità contributiva, insieme al criterio della progressività, significa chiaramente che:  il povero deve pagare anche lui qualcosa,  un x;  e i ricco deve pagare un x+100.L’imposta IRPEF, per il suo carattere di imposta diretta sul reddito, è quella che può essere meglio regolata sull’effettiva ricchezza del cittadino; a differenza dell’IVA che è un’imposta sui consumi che grava anche sui generi alimentari e di prima necessità e che non tiene conto della ricchezza. Se l’IRPEF,  che è l’imposta base del sistema impositivo italiano che si può proporzionare  alla effettiva ricchezza,  con due sole aliquote avremo questa situazione:-          gli italiani poveri esonerati dal pagamento dell’IRPEF ed anche esonerati da ogni lamentela; ai quali  si potrà dire “ma stai zitto te, lo sai quanto pago di tasse io”;-          la grande massa degli italiani al 23%; ben omologati in una strana eguaglianza dove chi guadagna 20.000 euro l’anno è uguale a chi ne guadagna 70.000.-          e la fetta di quelli del 33%; i ricchi finalmente salvati dalla mannaia delle imposte al 37 e 40 percento. Non è questa la strada  della giustizia impositiva,  contribuzione di tutti e progressività comportano il ricorso a un ventaglio di aliquote che deve tenere conto dei vari stadi di ricchezza. Chi ha un reddito di poche migliaia di euro non è certo danneggiato se paga un 5% di IRPEF e può dirsi come tutti gli altri  partecipe della contribuzione (tanto il suo esonero è solo fittizio perché paga l’IVA su ogni bene che acquista). Chi ha un reddito di 20.000 euro non può ricadere di punto in bianco nell’imposta del 23%, è giusto che la sua aliquota sia inferiore rispetto a  chi ha redditi di 30 – 40 – 50 mila euro. francesco zaffuto  www.lacrisi2009.com   
Egr.  On.  Massimo  Donadi,sono senz'altro d'accordo con lei per quanto attiene l'analisi fatta nel post. Premetto che le tasse dirette sono lo strumento attraverso il quale vengono finanziati i Servizi Sociali in modo tale da assicurare a tutti tranquillità, sicurezza e un standard di vita dignitoso indipendentemente dal reddito prodotto. Sono lo strumento, se usato con equità, attraverso il quale viene assicurata quella solidarietà sociale che è alla base dello Stato di Diritto e di Giustizia Sociale, così come previsto dalla nostra Carta Costituzionale. E' indubbio che una manovra fiscale equa può essere efficace solamente se è sostenuta dalla volontà di combattere l'evasione fiscale mediante meccanismi (ad es. informatici) tali da assicurare che tutti i contribuenti versino in modo proporzionale al proprio reddito. Al contrario, allo Stato di Diritto viene opposto dai "Gianni e Pinotto" della politica italiana lo stato "giungla" dove il più ricco diventa sempre più ricco ed il povero sempre più povero. Base di tale stato giungla è l'iniquità sociale... Pertanto, il primo passo da fare da parte dei cultori di tali iniquità, è convincere il popolo sovrano che essi procederanno ad una riduzione delle tasse (dirette) con la trovata populista della riduzione dell'IRPEF a sole due aliquote. In realtà è una presa per i fondelli... Infatti, il minor gettito fiscale, a meno che non si vogliano ridurre anche i Servizi Sociali (ad es. l'Assistenza Santaria e, pertanto, tassare maggiormente chi è più infermo e povero), dovrà essere integrato con altre tasse. In particolare, con tasse indirette, le più inique, che colpiscono tutti indistintamente e naturalmente gravano di più sui redditi bassi piuttosto che su quellialti...Insomma, nel concordare con lei caro Onorevole Donadi, è l'ennesimo spot "ad effetto" del solito inbonitore della politica italiana così come lo aveva già definito l'illustre giornalista Montanelli...
LE TASSE SEMPRE TROPPO ALTE CONTINUANO A PAGARLE LAVORATORI DIPENDENTI E PENSIONATI. CON L'EVASIONE FISCALE TALMENTE ALTA POTREMMO SI  RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE ALTRO CHE SCUDO FISCALE , LO SCUDO SIAMO COSTRETTI NOI AD ALZARLO PER RIPARARCI DALLE BORDATE CHE ARRIVANO AD OGNI ALITO DEI 2 GIANNI E PINOTTO NOSTRANI COME LI HA DEFINITI LEI .UNA PERCENTUALE ALMENO LEGGERMENTE INFERIORE AL 20 % SAREBBE QUELLA CHE PERMETTEREBBE LA RIPRESA DEI CONSUMI , METTENDO SI IN QUESTO MODO IN MOTO L'ECONOMIA CORDIALI SALUTI.
Il raddoppio dell'alliquota sulle speculazioni finanziarie mi pare una proposta seria da portare avanti."L'armonizzazione" fiscale annunziata da Berlusconi (non è la prima promessa da marinaio che fà)che riconduce al prelievo del 23% tutti gli scaglioni fino a 100000 euro è un regalo a chi le tasse può pagarle scaricando sui soliti noti l'onere dello Stato.Dopo la mancata abolizione dell'IRAP ora ci riprova con l'IRPEF.Con il peso del nostro Debito Pubblico non vedo al momento spazi per una riduzione fiscale,di quoziente famigliare neanche a parlarnene.
Berlusconi ha lanciato un nuovo amo, e i suoi elettori credono che davvero pagherebbero meno tasse con due aliquote. Spero che stavolta non abbocchino come le  altre volte. Io sono del parere che le tasse vadano pagate da tutti  giustamente in maniera proporzionale al proprio reddito. E' assolutamente inconcepibile  che coloro che guadagnano facilmente e senza sforzi milioni di euro, e poi trasferiscono pure la residenza al Montecarlo,   non indico le categorie ma penso che lo abbiate capito, debbano pagare  appena il 33 %, pratiacamnete nulla.
Non voglio addentrarmi subito sulla proposta del premier, perchè mi sembra che i commenti che mi hanno preceduto ben inquadrino la portata di questo ulteriore parto reale, atto ad accentuare ulteriormente il divario sociale e l'inequità nel nostro paese. Le proposte di Donadi, mi sembrano molto centrate, però vorrei anche rammentargli la portata dell'evasione in Italia. Abbiamo presenti tutti i soldini  "entrati" con lo scudo fiscale, ed è solo una parte del bottino sparso per il mondo. E' denaro uscito senza pagare un euro, o quasi (ci sono alcune spesucce, perchè sono cose che si fanno "in compagnia"), rientrato al 5%, pardon adesso ............ Comprendo il bisogno di fare cassa e di non disturbare anche un certo tipo di elettore "d' onore", però eticamente, io chiamo queste entrate "immorali". Io mi chiedo, come fanno negli Stati Uniti a far pagare le tasse a tutti? Perchè loro così democratici ed imitati quando vogliamo, mettono in galera gli evasori e noi li premiamo?. Pensiamo veramente che chi non è abituato a pagare le tasse, in attesa del periodico condono, le pagherebbe perchè ora sono più basse? E quelli in quota 25%, per la maggior parte lavoratori dipendenti e pensionati, quanto dovranno sborsare indirettamente per questa manovra? Eventuali aumenti per sanità, energia, tasse locali o regionali, sarebbero fatali per disoccupati e precari. Invece quando faremo in modo che i tartassati, possano realmente scaricare in maniera "pesante" una serie di prestazioni di terzi che si trasformerebbero in reddito?Fantasticando, pensavo a quanti sono i lavoratori a reddito fisso, i precari ed i pensionati in Italia e se un giorno si unissero in un'organizzazione, molto potente, chiamata NP2 (NP sta per nuovi poveri) e decidessero di non pagare più le tasse, cosa succederebbe? Tutti in galera?     
Gent.mo On.le Donadi Massimo,La sua proposta non sposta l'attuale, anticostituzionale, sistema tributario verso le volontà dei nostri padri Costituenti.Lei non accenna per niente all'attuale modo di accertamento della capacità contributiva che si basa sulla negazione del principio Costituzionale in quanto,esso, accerta i redditi dei lavoratori indipendenti in modo forfetario e non analitico in modo che si possa tassare il loro reddito globale,complessivo (comprese tutte le rendite di qualsiasi tipo). Per i nostri Padri Costituenti la capacità contributiva effettiva si dovevca calcolare con il sistema analitico/deduttivo/sistematico in modo da dare progressività al sistema tributario nel suo complesso. Infatti i tributi indiretti,sui consumi, devono trivare la loro progressività in sede di calcolo del reddito globale personale ( On.le Scoca Ass. Cosatituente 23 maggio 1947).Insomma per avere una riforma tributaria in senso Costituzionale occorre:!)Elencare,in denuncia dei redditi, tutte le entrate comunque conseguite e dall'importo della loro somma totale dedurre tutti gli oneri e spese dimostrate dai relativi documenti fiscali e sulla loro differenza applicare il maggior numero di aliquote fiscali su scaglioni di reddito il più ravvicinati possibile in modo che rappresentino la spina dorsale del sistema tributario .Solo con questo sistema avremo rispettato l'articolo 3 della Costituzione sull'uguaglianza sostanziale e l'articolo 53 per il reperimemto delle risorse finanziarie per dare attuazione ai principi presenti nella prima parte della Costituzione.per articolo 53 torelli robertoarticolo53.blogspot.com
il sest'ultimo posto dell'Italia nelle disuguaglianze di reddito è relativo ai paesi OCSE non a tutti i apesi del mondo. Nei paesi del sudamerica e in africa il divario è molto maggiore http://en.wikipedia.org/wiki/Gini_coefficient
Il Governo getta la maschera. Per bocca del Ministro dell’Economia Giulio Tremonti apprendiamo che il principale cavallo di battaglia del Cavaliere (meno tasse per tutti…) durante la  Campagna elettorale si è, alla prova dei fatti, dimostrato una bufala mediatica. I comici e gli umoristi avranno molto lavoro per ricamare sulla cosa,  comica in apparenza, ma c’è,dal punto di vista politico, del tragico in questa cosa. -         I tempi del ”meno tasse per tutti” sono finiti ?   Ma qualcuno dovrebbe dirci, di grazia, quando mai nella realtà sono mai cominciati questi tempi.  Il Presidente della Repubblica, non più tardi del 31 Dicembre, ha così descritto la cosa,   “[...]  Parto dalla realtà delle famiglie che hanno avuto maggiori problemi: le coppie con più figli  minori,  le  famiglie  con  anziani,  le  famiglie  in  cui  solo  una  persona  è  occupata  ed  è  un  operaio.  Le indagini  condotte  anche  in  Parlamento  ci  dicono  che  nel  confronto  internazionale,  elevato  è  in  Italia  il  livello della disuguaglianza e della povertà. Le retribuzioni dei lavoratori dipendenti hanno continuato ad essere penalizzate da un'alta pressione fiscale e contributiva; più basso è il reddito delle famiglie in cui ci sono occupati in impieghi "atipici", comunque temporanei….”       […….]      ”La riforma annunciata per il fisco, è poi assolutamente cruciale; in quel campo, è vero, non si può più procedere con "rattoppi", vanno presentate e dibattute un'analisi e una proposta d'insieme. E in  quel  dibattito  si  misurerà  anche  una  rinnovata presa  di  coscienza  del          problema  durissimo  del  debito  dello  Stato. [...]”      -         Il ministro Tremonti, si sa,  non vuole ammettere di essersi sbagliato, né accetta la idea  della Progressività scolpita nell’Art. 53 della Costituzione.  Questo articolo  però davvero deve restare  antipatico a tanti, a troppi,  non solo ai politici, ma anche fra gli addetti ai lavori.  Sorge a questo punto il sospetto che avrebbero preferito tutti che quel testo non ci fosse affatto o che almeno ci fosse in esso meno chiarezza,  più spazio per le libere interpretazioni.    -         E questo di ignorare il dettato costituzionale in tema di Sistema Tributario sembra, ahimè, una abitudine “bipartisan” .  Segno che  i Padri Costituenti avevano lavorato bene, troppo bene…. Ancora una volta, nella questione delle due aliquote, si cela il tentativo di opporsi al dettato costituzionale, che imponeva al sistema tributario equità e solidarietà attraverso i concetti di CAPACITA’ CONTRIBUTIVA determinata in modo analitico/sistematico/deduttivo e PROGRESSIVITA’.          Come avevamo purtroppo indicato nelle nostre analisi, si pensa di colpire ancora la parte sofferente del Paese quella  dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, che devono subire un prelievo in busta paga che sta acquisendo sempre più i connotati della CONFISCA FISCALE.                            Un peggio che vede, se la memoria non ci inganna, uno SCUDO FISCALE in pratica per ogni governo presieduto dal Cavaliere.  (2001-2003-2008) Sembra di rivedere il film della Crisi Economica, quando la maggioranza ha negato persino la esistenza della crisi, salvo poi “annunciare” che ne eravamo usciti, come se il passaggio fosse stato istantaneo, senza conseguenze, anzi,  con un rinnovato entusiasmo.    I signori Ministri dovrebbero forse iniziare ad accettare l’idea che quelle che stiamo vedendo, a differenza delle bordate sparate dalla stampa di regime, NON SONO AFFATTO SCENE DI GIUBILO !!!     Le vediamo perché spesso accadono nella VITA REALE, non filtrate dal cinescopio televisivo. Accadono, se non direttamente a noi, a nostri parenti, a nostri amici, a nostri colleghi di lavoro, accadono a persone che vivono nel nostro condominio. Prova evidente CHE ACCADONO!, checché ne dicano i TG di regime che continuano a sparare immagini mielose dissertando del sesso degli angeli o dei Grandi e Piccoli Fratelli, pur di “narcotizzare” una opinione pubblica che non capisce più se lo Stato esiste ancora fuori dallo schermo o se è solo quello che vede in TV,.        Non ci sembra, cari membri del governo che le immagini trasmesse da chi ha ancora il coraggio e la dignità di fare  con serietà il proprio mestiere, immagini che mostrano decine di  migliaia di lavoratori che stanno perdendo il lavoro, triste rappresentanza delle centinaia di migliaia che non compaiono sugli schermi, ma che in questa condizione sono. Gente  rimasta a volte ancora in possesso di un lavoro, ma senza stipendio da mesi.   Le immagini documentano operai che dormono sui tetti, sulle gru, che occupano pacificamente gli uffici nei quali hanno lavorato per anni, che vietano l’uscita ai manager per costringerli alla discussione. Le immagini mostrano persone, nostri connazionali che  assistono impotenti alla caduta dell’impero delle scatole cinesi, un impero che guarda caso però  frana proprio sui lavoratori che, dopo una vita di lavoro scoprono di avere niente altro che un pugno di mosche in mano, che scoprono che un proprietario contro cui protestare non c’è o più o è lì, nello squallido scantinato di un condominio inglese.           Roberto Innocenti Torelli Responsabile. Associazione Articolo 53- Salvatore Scoca - Meuccio Ruini Ing. Claudio Mazzoccoli Membro della Associazione Articolo 53 - Salvatore Scoca - Meuccio Ruini
Visto che gli italiani le bevono tutte, Berlusconi ci riprova. Non bisogna essere degli economisti per capire che la proposta delle due aliquote, oltre a essere incostituzionale perché nega il principio della progressività, mira a tassare maggiormente il ceto medio risparmiando i ricchi e gli evasori. Specie se si accompagnerà a un inasprimento dell'IVA, un'imposta che verrà sempre evasa finché non si consentirà ai cittadini di dedurre tutte le spese non voluttuarie sostenute e documentate da fattura. Come si fa a prendere sul serio queste sparate ? E vorrei capire perché, una volta per tutte, non si approva una legge che incentivi i contribuenti a farsi rilasciare la fattura da medici, artigiani eccetera.