LE SANGUISUGHE DELL’ITALIA

Il prossimo governo deve votare una buona legge sulla corruzione e sul falso in bilancio. Il nostro Paese è ricco e piano di risorse, ma la piaga della corruzione e delle logiche clientelari sta facendo marcire interi settori del sistema. Lo scandalo di Finmeccanica ne è l’ultimo esempio, l’ennesima delusione per gli italiani, una grande vergogna per l’Italia di fronte al mondo.

La magistratura farà chiarezza su quanto accaduto, ma è sempre più chiaro che per rilanciare il sistema Italia dobbiamo portare avanti una battaglia serrata alla corruzione e all’ingerenza della politica nei settori strategici del Paese. Pensiamo anche alla sanità. È inammissibile che un settore così fondamentale per la vita delle persone sia ridotto a merce di scambio o a bacino clientelare da parte di una certa politica.

L'Italia ha bisogno di valorizzare le sue eccellenze, che sono tante, e le persone che si impegnano con professionalità nel loro lavoro. Logiche clientelari, corruzione e criminale gestione delle risorse continuano come sanguisughe a privare il nostro Paese di grandi risorse. Dobbiamo riprendercele, e Centro Democratico si batterà affinché il prossimo governo si faccia promotore di una buona legge su corruzione e falso in bilancio.

LA SCELTA: PILLOLA BLU O PILLOLA ROSSA?

Le ultime dichiarazioni di Berlusconi mi fanno venire in mente quel mondo falso e ingannevole descritto nel film Matrix. Il Cavaliere infatti vuole che le persone vivano addormentate e sognino di vivere in quella realtà che continua a proiettare a parole, dove per cambiare qualcosa basta spingere un pulsante del computer. Lo spread? È una barzelletta. L’Imu? Basta un colpo di bacchetta ed è come se non ci fosse mai stata. Ovviamente Berlusconi evita di parlare degli effetti collaterali a cui porterebbero le sue azioni. Perché se da una parte dai, dall’altra (che non pubblicizzi) devi togliere.

Dietro alle false promesse di Berlusconi c’è un gravissimo senso di irresponsabilità nei confronti del futuro del Paese. All’Italia ora non servono illusioni o promesse elettorali da discount, ma un governo capace di portare avanti un serio progetto di riforme per rimettere moto il lavoro, la cultura e la moralità. E di farlo in una prospettiva stabile di lungo termine, perché è assurdo preferire un uovo oggi se sappiamo che questo renderà la gallina in fin di vita. Chi tiene al futuro dell’Italia e dei giovani lo sa bene.

Di programmi a breve termine sono tutti capaci a parlare, e magari strappare con qualche proposta shock un titolone sui giornali, ma è chiaro che la coalizione di centrosinistra, formata da Pd, Sel e Centro Democratico, è l’unica che in questa campagna elettorale non sta sgomitando nel gioco a chi la spara più grossa, ma parla agli italiani del suo progetto e dell’idea dell’Italia che vuole realizzare. Alcuni, malignamente, cercano di far confondere questa correttezza con la mancanza di argomenti forti. Mentre è l’esatto contrario, e sono convinto che i bugiardi saranno sbugiardati dai risultati delle urne, perché oggi più che mai gli italiani ne hanno abbastanza di essere presi in giro. Come in Matrix, alle urne gli italiani dovranno scegliere se prendere la pillola blu, ovvero continuare a dormire ed essere presi in giro, o la pillola rossa, quella della realtà e della presa in carico responsabile del loro futuro.

CON GIANNI RIVERA IN TOUR

Domani sarò con Gianni Rivera per un tour di tre tappe in Veneto. Toccheremo Verona, Padova e Mestre per affrontare temi fondamentali come la crescita economica attraverso lo sport, i giovani e la solidarietà. Gianni Rivera, campione dello sport e della vita, ha deciso di candidarsi con “Centro Democratico - Diritti e Libertà” e di contribuire alla vittoria del centrosinistra. Sono convinto che il suo impegno civico e la sua passione rappresentino un grande esempio, soprattutto per i giovani. E nel nostro tour di domani parleremo anche con loro dell’idea di Italia che vogliamo mettere in piedi con il nostro progetto politico. Sarà una giornata dal grande valore culturale, in cui incontreremo rappresentanti della società civile che ascolteremo e con cui ci confronteremo con particolare riferimento alle esigenze del territorio.

Alle 10 saremo a Verona, presso la Sala Lucchi della Palazzina Alberto Masprone (Piazzale Olimpia, 3). Qui, insieme a Gustavo Franchetto, incontreremo amici e simpatizzanti di “Centro Democratico - Diritti e Libertà” per discutere e confrontarci sulle imminenti elezioni politiche. La chiamata alle urne si avvicina e per noi è fondamentale esporre chiaramente il nostro programma ed aprirci al confronto con i cittadini. Siamo sicuri della nostra scelta, perché pensiamo che la coalizione di centrosinistra possa vincere le elezioni e dare vita a un governo stabile che sappia portare avanti le riforme che oggi nel nostro Paese non sono più rimandabili, in primis per riavviare il mercato del lavoro, rimodulare con equità la pressione fiscale e incentivare la cultura e il rispetto del territorio.

Dopo Verona ci sposteremo a Padova, dove alle 12:30 faremo visita, insieme ad Alfio Capizzi, all’associazione Anafim Onlus (Via B. Telesio, 25) per parlare di sociale, un settore che è stato sacrificato dalle ultime manovre politiche e che giorno dopo giorno vede chiudere sempre più associazioni, cooperative e servizi. Anafim Onlus è un’associazione nata da dipendenti ed ex dipendenti della Difesa, sia militari che civili, con lo scopo di assistere i figli disabili dei dipendenti stessi ma anche chi, fra di loro, ha le stesse problematiche. Pensiamo che il confronto con loro sia fondamentale e che chi si impegna in politica abbia più di tutti gli altri la responsabilità di conoscere di persona le realtà socialmente più difficili. Non accettiamo la scelta di chi vive in una torre d’avorio e si dimentica della realtà del mondo in cui vive, e non la accettiamo a maggior ragione se a farla è chi è delegato dal voto democratico a rappresentare le necessità dei cittadini in Parlamento. Per questo abbiamo accettato con molto piacere l’invito dell’associazione, che ringraziamo fin da subito dell’ospitalità.

Il tuor si concluderà a Mestre, presso l’Hotel Ambasciatori (Corso del Popolo, 221), dove a partire dalle 16 terremo un dibattito pubblico sullo sport, l’economia e i giovani. L’incontro sarà moderato da Marco Benozzi e arricchito dai contributi di Giovanni Mazzonetto e Edy Strickner. A volte si rischia di dimenticare che lo sport è un settore importante per creare posti di lavoro e incentivare la crescita economica. Parleremo di cosa vuol dire fare sport oggi, quali possibilità si aprono ai giovani e come il settore si inserisce nel nostro progetto generale di ripresa economica e sociale. Sarà un’occasione fondamentale di confronto con i cittadini, che invitiamo a partecipare per dare vita, insieme, a un dibattito pubblico e proficuo in un momento in cui l’Italia, e la politica, ha bisogno più che mai di aprirsi al territorio e al contributo di tutti.

ABBASSIAMO LO SPREAD DELL'INFORMAZIONE

"Risoluzione del conflitto di interessi, introduzione di una rigorosa normativa antitrust, modifica radicale della Legge 249 e della Legge Gasparri, eliminazione dai codici delle norme potenzialmente lesive del diritto di cronaca, difesa della libertà della rete, liberazione di ogni forma di attività espressiva (cinema, teatro, musica, spettacolo…) da qualsiasi forma di censura, legge sull'editoria". Questi i punti programmatici contenuti nel testo che l'associazione Articolo21 proporrà, alle candidate e ai candidati (di diversi schieramenti politici), durante l'incontro pubblico che si terrà venerdì 8 febbraio alle ore 10 presso la sede Fnsi (Corso Vittorio Emanuele, 349 Roma). Lo scrive Articolo21 in una nota. “Ad ognuno verrà chiesto non solo di sottoscrivere il documento (approvato dall'assemblea di Articolo21 ad Acquasparta) e di farlo proprio, ma di impegnarsi altresì sui temi della libertà di informazione a partire dai primi cento giorni e prendere parte a un gruppo interparlamentare in nome dell'articolo21 della Costituzione.

"Chiediamo alle candidate e ai candidati - commenta il portavoce di Articolo21 Giuseppe Giulietti - un impegno comune per portare l'Italia in Europa anche nel settore delle telecomunicazioni e levare dalle spalle dell'Italia quella magna nera che rappresenta una delle vergogne nazionali".

Noi aderiamo all’iniziativa di domani. Parteciperemo. Con convinzione e con la consapevolezza che la costruzione di una democrazia piena e matura dopo il ventennio berlusconiano non puo’ prescindere da una legge sul conflitto d’interessi, dall’abrogazione dellaLegge Gasparri, dalla liberta’ d’informazione e dal pluralismo dei mezzi di comunicazione. I temi della dichiarazione comune sono i nostri temi e ci impegniamo a portarli nella coalizione di centrosinistra capeggiata da Bersani. Chiediamo a tutte le altre forze politiche che intendono tutelare e applicare pienamente l’Art21 della Costituzione ad aderire e sottoscrivere. E soprattutto ad avviare un percorso politico parlamentare coerente.

SEI ANNI IN CAMERUN

A marzo sarà passato un anno da quando mamma Rosa e papà Adolfo aspettano di andare in Camerun per portare a casa loro figlio. Il bambino di 6 anni che hanno adottato già sa di loro e già porta il loro cognome sul passaporto, ma è ancora costretto ad aspettare il loro abbraccio, perché se i genitori andassero a prenderlo ora non avrebbero la certezza di poter rientrare tutti insieme in Italia. I nomi dei protagonisti di questa storia sono di fantasia, per rispetto della privacy della coppia veneta che mi ha confidato la propria disperazione, ma il resto è tutto vero. E voglio raccontarvelo, impegnandomi affinché una vicenda come questa non debba più verificarsi.

Il 1° giugno 2006 Rosa e Adolfo avevano meno di 45 anni ed erano sposati da sette. Quel giorno decisero di presentare la domanda per l’adozione internazionale di un bambino sano in età prescolare, sicuri di avere tutti i presupposti affinché la pratica andasse a buon fine. Ma la prima di una serie di difficoltà non tardò a presentarsi, perché fu proprio la prima azienda sanitaria a cui si rivolsero a fargli credere di dover rinunciare al loro sogno. Gli fu detto, infatti, che date le loro caratteristiche avrebbero potuto aspirare solamente a un bambino sopra i dieci anni, sieropositivo e privo di arti. La coppia però non si arrese e presentò regolare denuncia verso l’azienda in questione. E fece bene, perché il tribunale di competenza riconobbe le loro istanze e Rosa e Adolfo si presentarono a un’azienda sanitaria di un’altra città muniti di un corretto decreto di idoneità all’adozione internazionale.

Ecco che era arrivato il momento di trovare un ente che prendesse in carico la loro pratica. Ma anche qui non fu facile, perché Rosa e Adolfo iniziarono a sentirsi dire che erano troppo vecchi e che non importava quello che era stato certificato dal decreto di idoneità. Dopo un po’ di tempo, i due ricevettero finalmente l’accoglienza di un ente, a cui espressero subito il loro desiderio di adottare un bambino etiope. La risposta, però, fu negativa. Rosa mi ha confidato che l’ente sembrava interessato a collocarli nel Paese più adatto alle esigenze dell’ente stesso, piuttosto che a quelle sue e di suo marito. Quindi gli proposero la Repubblica del Benin, sempre in Africa, cosa che non andò in porto perché fu l’ente stesso a chiudere dopo poco i rapporti col Paese in questione. Fu allora che spuntò l’ipotesi del Camerun.

Gli dissero che se accettavano il Camerun il bambino era già pronto per l’adozione, e congiuntamente gli presentarono una foto del piccolo. I due, alla vista del bambino, dissero di sì, anche se percepirono l’intenzione dell’ente di metterli, presentandogli subito la foto del bambino, sotto una sorta di ricatto morale per costringerli alla scelta di quel Paese. I loro timori si scoprirono fondati, perché quando iniziarono a susseguirsi una serie di difficoltà nel portare a termine la pratica Rosa andò a informarsi e, lei che conosce bene la lingua francese, scoprì su internet che la Francia sconsigliava caldamente alla coppie aspiranti all’adozione di guardare al Camerun, per via dell’alta corruzione presente. Ma l’ente a cui si erano affidati non aveva fatto cenno delle difficoltà a cui stavano andando incontro.

Tutto questo lo scoprirono dopo. Intanto Rosa e Adolfo, affezionati al bambino e firmato il contratto per l’adozione, si impegnavano perché la pratica fosse conclusa nel migliore dei modi e nel più breve tempo possibile. L’unico contatto che avevano con lui era per tramite di un educatore della struttura camerunese a cui era affidato. Il 1° febbraio dello scorso anno arrivò dal tribunale la sentenza di adozione, il 1° marzo fu rilasciato al bambino un nuovo certificato di nascita e, il 26 dello stesso mese, arrivò anche il passaporto, dove porta il cognome di papà Adolfo. A quel punto non restava che andarlo ad abbracciare e portarlo a casa loro, in Veneto. O almeno così sarebbe dovuto essere, fatto sta che, di mese in mese, i due si videro rimandare continuamente il loro viaggio.

La verità venne fuori a ottobre, quando scoprirono che il tribunale camerunese, sebbene la sentenza di adozione risalisse a ben 8 mesi prima, non aveva ancora proceduto a farne la necessaria trascrizione, i cui termini invece erano di massimo tre mesi. E non era tutto: per portare a termine la pratica mancava un altro documento, ovvero il lasciapassare che l’ente di adozione richiede all’autorità di sicurezza camerunese affinché certifichi l’espatrio della coppia col bambino verso l’Italia.

Da un mese Rosa e Adolfo non hanno più notizie del piccolo, che oggi ha 6 anni e da quasi un anno sa di loro e continua ad aspettarli. Questo perché l’educatore che si prendeva cura di lui è stato dimesso dall’incarico e nessuno più tiene informata la famiglia adottiva. I due mi hanno detto quanto ringraziano il nostro Ministero degli Esteri, che non ha mancato di seguirli e contattarli anche telefonicamente per seguire la loro pratica. Mi hanno anche detto, però, di non aver ricevuto lo stesso trattamento dal Ministero della Cooperazione, deputato, oltre che ad accreditare gli enti per le adozioni internazionali, anche a sorvegliare l’andamento delle pratiche.

La vicenda di Rosa e Adolfo non è un caso isolato. Anzi, ci sono coppie che sono nelle loro stesse condizioni anche da 3 anni. Purtroppo non tutte hanno il coraggio di denunciare la situazione, perché bloccate dalla paura di avere ritorsioni e di vedere allontanarsi ancora di più il momento in cui abbracciare loro figlio. Ma queste situazioni non possono passare sotto silenzio. Non è pensabile che delle persone debbano vivere questa disperazione nella paura o senza essere ascoltate e difese. Che non se ne parli mi fa riflettere su quanta poca sia la fiducia nelle nostre istituzioni, e quanta responsabilità di questo abbia la politica. Perché è nostra responsabilità, di noi politici in primis, intervenire nelle situazioni di bisogno e rappresentare i cittadini nelle sedi decisionali e istituzionali. Se no non ci riduciamo ad altro che a professionisti della poltrona, svilendo così la concezione stessa di politica, che invece io ritengo essere il momento più alto a cui un cittadino può aspirare per servire il proprio Paese. Nella prossima legislatura mi impegnerò affinché casi come quello di cui vi ho raccontato, e di cui ringrazio questa coraggiosa coppia veneta di avermene fatto confidenza, non debbano più accadere.

IL VORTICE COMUNICATIVO CHE INGANNA I CITTADINI

C’è chi vuole conquistare spazi nella prossima legislatura anche mettendo a rischio il futuro del Paese. Il vortice di false promesse a cui stiamo tristemente assistendo mira ad ingannare i cittadini per un po’ di consenso elettorale, trascina a fondo la qualità della campagna e mina la nostra credibilità internazionale. Il dialogo tra le forze politiche in campo dovrebbe basarsi su programmi reali e responsabili, non sulla gara a chi la spara più grossa.

Le false promesse in questi ultimi venti anni hanno solo affossato l’economia e la società italiana. Ne abbiamo visto i risultati sulla nostra pelle. L’Italia ora non ha bisogno della proposta shock sull’Imu di Berlusconi, di cui il cavaliere si guarda bene dal sottolineare i danni collaterali, ma di un programma serio e chiaro, su cui le forze in campo dovrebbero confrontarsi responsabilmente per assicurare al Paese un governo stabile che restituisca lavoro, benessere e moralità.

E invece vediamo che alcune forze politiche, consapevoli di non poter avere la maggioranza, puntano all’ingovernabilità pur di avere un ruolo nella prossima legislatura, non curandosi del futuro del Paese e cercando di rosicchiare voti alla coalizioni di centrosinistra, che si riconferma l’unica capace di portare avanti il progetto di rilancio dell’Italia.

 

LO SPACCIATORE DI PROMESSE STUPEFACENTI

L’ultima sparata sull’Imu conferma che Berlusconi è uno spacciatore di promesse stupefacenti. Ma chi spaccia false illusioni non ha a cuore il futuro del Paese, quel Paese che Berlusconi già una volta ha portato sull’orlo del baratro. La campagna elettorale di alcune forze politiche oggi in campo dimostra chiaramente che, in  mancanza di un solido progetto alle spalle, pur di accaparrarsi una manciata in più di voti si scade nel promettere cose irrealizzabili e attaccare l’avversario più forte, ovvero il centrosinistra, cercando di minarne la credibilità.

Ma questi signori non hanno forse chiaro che governare non è una gara a chi la spara più grossa, ma è la scelta di assumersi una grande responsabilità e di farlo con onestà e chiarezza verso gli italiani. Oggi più che mai, in un momento storico decisivo per imprimere finalmente una svolta di crescita e moralità al Paese, mi chiedo come chi pronuncia queste vacue promesse riesca a dormire la notte.

Di una cosa però sono sicuro, ovvero che gli italiani non ci cascheranno e che Berlusconi perderà. Abbiamo visto troppo chiaramente sulla propria pelle i danni provocati dalla mala gestione della cosa pubblica negli ultimi anni. Per questo, confido che a prevalere alle urne sarà la concretezza e la responsabilità del centrosinistra, l’unica forza oggi in campo con un solido e condiviso programma per restituire concretamente al Paese lavoro, crescita e moralità.

LA DEBOLEZZA DI MONTI E INGROIA

Si sentono deboli e sanno di non avere argomenti forti, ecco perché continuano a lanciarsi in assurde supposizioni sulla presunta non stabilità della coalizione di centrosinistra. Sto parlando di Monti e Ingroia, due mondi che sebbene rivendichino posizioni monto distanti l’uno dall’altro finiscono per andare a braccetto sulla strategia della campagna elettorale: attaccare la coalizione Pd, Sel e Cd, puntando su Vendola in particolare, cercando di trasformare in debolezza il nostro punto di forza, ovvero la capacità di rappresentare le istanze progressiste del Paese dall’ala più moderata a quella più riformista.

È infatti chiaro a tutti che la nostra coalizione è l’unica capace di garantire un governo stabile, capace di portare a termine un programma di governo progressista che restituisca al Paese lavoro ed equità sociale. Ma le altre forze politiche cercano di rosicchiare qualche manciata di voti per avere un ruolo nella prossima legislatura, ma così facendo dimostrano solamente di puntare all’ingovernabilità’ e quindi di non essere responsabili nei confronti del Paese.

Pd, Sel e Cd si sono uniti sulla base di una solida alleanza programmatica, l’unica capace di dare vita a un governo di centrosinistra che, come confermano gli ultimi dati Istat, ponga come priorità assoluta il lavoro.

DA PROFESSORE A CAVALIERE

Il professore sembra sempre più il cavaliere. Da quando è iniziata la campagna elettorale, Mario Monti sta perdendo sempre più credibilità. Le sue dichiarazioni sono basate sul populismo e sulle promesse alla Berlusconi di cui gli italiani sono stufi. Lo spread è la sua arma principale, minaccia malumori nei mercati e attacca di continuo le altre forze politiche. Risultato: sta spostando il dibattito pubblico dai reali problemi del Paese ad illazioni degne del peggiore talk show televisivo.

Monti, Casini e Fini puntano all’ingovernabilità per sperare di poter avere un ruolo nella prossima legislatura. Il loro vero interesse è questo, non il benessere dell’Italia. Ma oggi più che mai al Paese serve un governo stabile e politicamente omogeneo che sia capace di rilanciare l’economia, creare lavoro e sostenere le imprese, le donne e i giovani. La credibilità dell’Italia si misurerà su questo, anche a livello internazionale. Penso cha ai mercati spaventi più un governo disomogeneo che un solido governo di centrosinistra deciso a portare avanti un programma che punta alla crescita e all’equità sociale. E il centrosinistra ha la forza per vincere e governare con stabilità.

MONTI SCEGLIE LA STRATEGIA DEL TERRORE

Monti continua a scivolare sempre più in basso sporcandosi delle più bieche strategie da campagna elettorale. Prima il professore presidente della Bocconi è diventato populista e, oggi, ci sorprende con una strategia del terrore da manuale. Monti minaccia gli italiani prevedendo recessione e problemi con i mercati in caso di vittoria del centrosinistra. Insomma, utilizza lo spread come arma politica, cercando di alimentare la paura. Ma il professore mente sapendo di mentire, perché con l’ultimo governo di centrosinistra lo spread era a 37, ovvero quasi venti volte inferiore alle punte raggiunte dai governi di destra e dai governi tecnici.

I mercati non temono il futuro governo di centrosinistra, ma i disonesti, gli incompetenti e gli speculatori. I toni sempre più aggressivi del professore dimostrano solo la sua debolezza. D’altronde l’obiettivo politico della sua lista è l’ingovernabilità, per sperare di avere un ruolo nel prossimo parlamento. Ma il centrosinistra vincerà nonostante una legge elettorale capestro, perché i cittadini premieranno la serietà e la concretezza della proposta di governo.

Gli elettori ne hanno abbastanza di sentirsi presi in giro. La coalizione di centrosinistra non fa vacue promesse né cerca di ottenere voti insinuando false paure. Noi abbiamo un programma chiaro e un’alleanza solida. Pd, Sel e Centro Democratico sapranno portare a termine quelle riforme di cui l'Italia ha estremo bisogno rispettando gli accordi con gli altri Paesi. La più grande garanzia che l’Italia può dare è un solido governo di centrosinistra, eletto dai cittadini.